Mogadiscio: torna la calma, permane l'allarme sanitario

Stampa

Dopo i violenti combattimenti dei giorni scorsi conclusisi con la vittoria dalle forze etiopi che sono riuscite ad entrare nei quartieri nord della città dove erano arroccate le milizie anti-governative sembra essere tornata la calma a Mogadiscio - riporta l'agenzia Misna. "A differenza delle precedenti 'pause' dei combattimenti registrate nei mesi scorsi, questa volta in città sembra, almeno per ora, circolare più ottimismo, al punto che alcune centinaia di sfollati sono cominciati a rientrare a Mogadiscio, abbandonata nei giorni scorsi quando infuriava la battaglia" - riporta sempre la Misna.

Permangono comunque i saccheggi e il primo ministro del governo di transizione Ali Mohamed Gedi ha ordinato alla polizia di usare il pugno di ferro per mettere fine ai furti. Parallelamente, le forze di sicurezza governative hanno avviato un censimento delle armi presenti in città. In attesa di trovare un accordo per un vero e proprio disarmo dei civili, il governo sta provvedendo a rilasciare una sorta di porto d'armi alle guardie private che normalmente garantiscono la sicurezza degli esercizi commerciali in città. Soldati governativi ed etiopi, intanto, presidiano i principali punti di Mogadiscio, e, per la prima volta dal loro ingresso in città dopo la cacciata delle Corti Islamiche, lo scorso dicembre, le forze governative controllano adesso praticamente l'intera capitale somala.

Resta il fatto che dal febbraio scorso 340.000 civili sono fuggiti da Mogadiscio - informa l'UNHCR - e durante la fuga i civili sono aggrediti da bande armate mentre a Mogadiscio i rischi sanitari sono molteplici. Le Nazioni Unite annunciano il rischio di una catastrofe umanitaria: un'epidemia di diarrea ha già ucciso più di 400 persone, soprattutto bambini ed il colera si sta diffondendo altrettanto rapidamente.

Nei giorni scorsi, durante gli attacchi delle Corti Islamiche era stato colpito da un missile l'ospedale gestito dall'Ong austriaca SOS Kinderdorf sostenuto dall'Ong italiana Cesvi: fortunatamente tutti i bambini erano già stati fatti evacuare per motivi di sicurezza. Il Rappresentante dell'UNICEF in Somalia Christian Balslev-Olesen ha prontamente deplorato il bombardamento. "Deploriamo il bombardamento indiscriminato di strutture mediche" - ha dichiarato il Rappresentante dell'UNICEF. "Si tratta di un atto assolutamente inaccettabile, per il quale nessuna giustificazione può essere addotta. Su chi ricade la responsabilità di questo conflitto?".

I bambini sono rimasti vittime di sparatorie e bombardamenti indiscriminati. La condizione di sfollati spinge le donne alla ricerca di cibo, acqua e di possibili rifugi, costringendole a lasciare i bambini incustoditi. L'UNICEF sta attivando e sostenendo organizzazioni partner allo scopo di identificare e riunire alle famiglie le centinaia di bambini che hanno perso i loro genitori durante i combattimenti. Di fronte alla pressione internazionale, il Governo sta organizzando una conferenza di riconciliazione nazionale ma l'instabilità e la mancanza di sicurezza nel paese fanno sì che l'incontro sia stato rimandato di un mese. [GB]

Ultime su questo tema

I gazawi stanno morendo per noi

02 Ottobre 2025
Si testa la tenuta dell’impunità concessa ai massacratori. Si trovano le strade per ridurre al silenzio la democrazia. (Raffaele Crocco)

Dossier - Riconoscere la Palestina: perché il mondo sta cambiando posizione

01 Ottobre 2025
Nell’estate-autunno 2025 alcuni tra i più rilevanti Paesi occidentali hanno deciso di riconoscere lo Stato di Palestina. (Giacomo Cioni)

Attacco alla Global Sumud Flotilla: droni, bombe sonore e spray urticanti in acque internazionali

24 Settembre 2025
La Global Sumud Flotilla, missione umanitaria internazionale diretta a Gaza, è stata oggetto di una serie di attacchi. (Giacomo Cioni)

Blocchiamo tutto!

22 Settembre 2025
Con lo sciopero generale di oggi, al quale come testata aderiamo, l'Italia intera si ferma per Gaza.

La scheggia impazzita di Israele

12 Settembre 2025
Tel Aviv colpisce, implacabile, quando e come gli pare, nella certezza dell’impunità interna e internazionale. (Raffaele Crocco)

Video

Ruanda, 14 anni dopo: mai più un genocidio