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Iraq: 17.000 persone in esodo da Falluja
Genocidi
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E' cominciato il 24 aprile, l'esodo da Falluja per sfuggire ai bombardamenti. Per i primi due giorni, le famiglie si sono rifugiate nei villaggi circostanti, in particolare Al-Niemia e Zedan, a soli 4 chilometri da Falluja. Il 26, quando i combattimenti hanno raggiunto Al-Niemia, gli sfollati si sono riversati a Baghdad. Si tratta di 1.350 famiglie, circa 17.080 persone, tra cui oltre 8.000 bambini. La maggior parte delle famiglie sfollate non ha parenti nella capitale, così la gente, spinta dalla necessità di assicurarsi un tetto per la notte, ha cominciato ad ammassarsi nelle moschee e nelle scuole.
Le organizzazioni islamiche, nel tentativo di registrare gli sfollati, hanno creato 4 centri di prima accoglienza - Al-Amria, Al-Shawaf, Dalal Al-Kubasi e Al-Zedan - tutti con poco cibo e pochissima igiene. Ancora peggiore è la condizione di altre 65 famiglie rifugiate nel campo gestito dalla "mezzaluna rossa" irachena ad Al-Khdraa, quartiere della zona occidentale: qui, sotto le tende, senza luce né acqua, sopravvivono di circa 328 persone e 113 bambini.
Racconta questa tragedia Terre des hommes Italia, riportando quanto riferito dal proprio personale locale, che ha raggiunto la tendopoli per consegnare agli sfollati generi di prima necessità [latte in polvere, carne in scatola, fagioli e biscotti super-proteici, articoli per l'igiene e attrezzi da cucina] e, soprattutto, acqua minerale per evitare il rischio di infezioni intestinali nei bambini. L'organizzazione non governativa italiana, che ha sempre lavorato in Iraq in modo indipendente, sta ristrutturando 5 scuole elementari nella capitale ed è pronta ad attivare 4 unità mobili per l'assistenza sanitaria alla popolazione di Kerbala.
Altra fonte: Carta Mondo