India: no alle truppe in Iraq

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Il governo indiano ha respinto ieri formalmente la richiesta degli Stati Uniti di inviare un contingente di 17mila 'peacekeepers' in Iraq. La decisione dell'esecutivo di New Delhi è stata comunicata poco dopo l'approvazione, da parte del parlamento, di una risoluzione di condanna della guerra preventiva. "Il governo indiano potrebbe considerare l'ipotesi di inviare truppe in Iraq solo con un mandato delle Nazioni Unite", ha dichiarato il ministro degli esteri Yashwant Sinha, al termine di un confronto di circa un'ora e mezza con il collega della difesa, George Fernandes, e con il vice primo ministro L.K. Advani all'interno della Commissione sulla sicurezza. La decisione di New Delhi è stata immediatamente comunicata all'ambasciatore Usa in India, Robert Blackwill. Due, secondo gli osservatori, sono le vere ragioni della decisione adottata dal governo indiano: da un lato, i costi della missione - stimati in circa 2,8 milioni di dollari l'anno - in un Paese lontano dall'essere pacificato; dall'altro, i pericoli conseguenti. In India aleggia ancora lo spettro dei combattimenti in cui furono risucchiate le truppe di New Delhi nello Sri Lanka, dove l'India intervenne durante la guerra civile degli anni Ottanta senza avere un mandato Onu.

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