Haiti: esilio per Aristide

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L'ex presidente haitiano Jen-Bertrand Aristide è atterrato questa mattina presto a Bangui, capitale della Repubblica Centroafricana. Settanta morti, tre settimane di insurrezione armata e le pressioni della comunità internazionale (Usa e Francia) hanno convinto il primo capo di stato haitiano democraticamente eletto a farsi da parte e a scegliere l'esilio. Sarà il giudice della Corte Suprema Boniface Alexandre a prendere temporaneamente le redini di Haiti. Lo prevede la costituzione e lo ha dichiarato Alexandre stesso, lanciando un appello alla responsabilità e alla pace.

In nottata il Consiglio di Sicurezza dell'Onu ha votato all'unanimità l'invio di una forza di pace internazionale per tre mesi ad Haiti, per ristabilirvi l'ordine e la sicurezza. Il sì dell'Onu, giunto dal Palazzo di Vetro di New York, è stato contemporaneo all'annuncio, da parte del Pentagono, dello sbarco ad Haiti di un primo contingente di marines, avanguardia della forza di pace internazionale. Il Consiglio di Sicurezza ha preferito autorizzare l'impiego della forza per tre mesi, piuttosto che varare il testo inizialmente proposto che prevedeva due mesi e poi la creazione di una forza di stabilizzazione a tempo indeterminato. Il segretario generale Kofi Annan ha obiettato che due mesi non era un periodo di tempo realistico, perché l'Onu non ha proprie unità e deve chiedere ai Paesi che ne fanno parte di mettere a disposizione truppe, se lo vogliono.

George Bush ha dato perciò l'ordine ai marines di sbarcare ad Haiti dichiarando "è l'inizio di un nuovo capitolo nella storia di Haiti". I marines - ha detto Bush - saranno la componente guida di una forza internazionale che dovrà contribuire a ristabilire l'ordine e la stabilità ad Haiti. Nelle scorse settimane gli Stati Uniti avevano comunque dimostrato una pilatesca indifferenza nei confronti della guerra civile della vicina isola caraibica attirandosi anche le critiche del Washington Post che ricordava al Presidente Bush la responsabilità di soccorrere Haiti per gli stretti legami che l'isola tiene con gli Stati Uniti.

Intanto la situazione per la popolazione si fa sempre piu' drammatica. Il Paese è diviso in due: il nord è del tutto isolato, la scarsità di cibo è ormai un emergenza, con le scorte del World food program in rapido esaurimento. [RB]

Altre Fonti: World food program, Rainews 24, Warnews, Un News

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