Cecenia: rapito attivista per i diritti umani, muro di silenzio

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L'Associazione per i popoli minacciati (APM) annuncia che mercoledì sera l'attivista per i diritti umani Artur Eschiev è stato rapito dalla sua casa nel villaggio di Benoi, nella regione di Wedenno, dai cosiddetti Kadyrowzy (unità cecene filorusse fedeli a Kadyrov). I rapitori chiedono una fornitura di armi per un valore di 5000 dollari per la sua liberazione. I Kadyrowzy - formati da circa 5000 membri della guardia del corpo del presidente filorusso assassinato Achmad Kadyrov - sono responsabili dei due terzi di tutte le violazioni dei diritti umani in Cecenia.

L'APM teme il peggio per Artur Eschiev, in quanto nipote del presidente della "associazione di amicizia russo cecena", Imram Eschiev, è in gravissimo pericolo. Imram Eschiev, che attualmente si trova in Germania grazie a una borsa di studio di Amnesty International, negli ultimi anni ha già perso sei tra i suoi parenti e compagni di lavoro. Sono tutti stati assassinati a causa del loro impegno a favore dei diritti umani. Con un appello urgente l'APM si è rivolta all'ambasciata tedesca a Mosca perché seguisse la situazione dell'attivista ceceno e ne favorisca la liberazione. Artur Eschiev non era semplicemente attivo per il lavoro umanitario per l'Associazione guidata dallo zio, per aver preso parte a manifestazioni e per aver curato e pubblicato liste di persone rapite e assassinate. E' anche uno dei testimoni in un processo penale contro l'amministrazione corrotta di Benoi, intentato proprio da suo zio. "Ho paura per mio nipote" - ha detto Imram Eschiev in una telefonata. L'amministrazione locale di Benoi, guidata da Toma Israpilova lavora strettamente con le unità "Kadyrowzy". Suo fratello è il comandante delle Kadyrowzy nella città di Argun, dove Artur Eschiev è tenuto prigioniero.

Intanto un gruppo di autorevoli (ex) politici (Havel, de Klerk), intellettuali (Glucksmann), finanzieri (Soros) denuncia che in Occidente, ma anche in Russia, "un muro di silenzio e di omertà è caduto sulla sorte dei ceceni". "Dopo il referendum costituzionale (che ha riportato la repubblica nell'ambito della Federazione russa) e le presidenziali (tenute due volte, per l'assassinio di Akhmed Kadyrov) a novembre si sono svolte le elezioni per la formazione del parlamento. Un voto, anche in questo caso poco trasparente, che ha sancito due realtà: la legittimazione politica di Ramzan Kadyrov (figlio dell'ex presidente) già capo di una milizia privata spietata e temuta quanto gli uomini di Basayev, e la "cecenizzazione" della questione cecena. Ovvero il trasferimento della gestione della sicurezza dagli apparati russi a quelli locali" - riporta Alessandro Cassieri su Articolo 21. In cambio di questo servizio per la "normalizzazione" il giovane Kadyrov (non ancora trentenne), promosso primo ministro il 4 marzo, ha ottenuto dal Cremlino molto denaro, molta autonomia e carta bianca nella gestione del paese.

La situazione della popolazione civile in Cecenia è insopportabile, indifesa di fronte al terrore dell'esercito russo, dei servizi segreti russi, degli squadroni della morte del neo premier ceceno pro-russo Ramzan Kadyrov - riportava nelle scorse settimane l'Associazione per i popoli minacciati. La vita della popolazione civile è caratterizzata dalla costante paura di essere rapiti, torturati, stuprati e uccisi e dalle catastrofiche condizioni umanitarie ed ecologica. Le guerre del 1994-1996 e del 1999 sono costate la vita a circa un quarto della popolazione cecena, che conta oggi poco meno di un milione di persone e per i sopravvissuti la soluzione politica del conflitto sembra ormai utopia. Il neo premier Ramzan Kadyrov è un criminale di guerra che ha partecipato in prima persona alle torture e agli assassinii di civili. I suoi squadroni diffondono il terrore nel paese, notte dopo notte stuprano, uccidono e rapiscono civili che spariscono nei cosiddetti sotterranei della tortura. [GB]

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