Balcani: morti da uranio impoverito

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Vi erano state molte morti sospette tra i militari italiani che hanno partecipato ad operazioni di mantenimento della pace in Bosnia Erzegovina ed in Kossovo. Subito si era pensato ad una correlazione con l'utilizzo di armi arricchite all'uranio che la NATO ha ammesso di aver utilizzato nei due conflitti. Una Commissione istituita dal Ministero della difesa aveva però escluso, nel maggio 2001, che vi fossero anomalie nel numero di leucemie e tumori riscontrati ai militari italiani. Ora un'inchiesta di un giornalista di RaiNews24 ed una delegazione italiana guidata dall'on. Eduard Ballaman hanno riportato la questione alla ribalta dell'attenzione pubblica.

"Sull'uranio impoverito non si è mai fatto chiarezza" ricorda Nicole Corridore, dell'Osservatorio sui Balcani "sicuramente però, e sono dei rapporti dell'UNEP ad affermarlo, vi è una certa correlazione tra l'insorgere di tumori e l'utilizzo di armamenti arricchiti con questa sostanza". La collaboratrice dell'Osservatorio sui Balcani, che ha lavorato per anni in Bosnia Erzegovina, da anni raccoglie materiale sulla questione. "Spesso inoltre ci si dimentica che non vi sono coinvolti solo i militari italiani ma anche la popolazione civile bosniaca".

E' stata lei ad indicare al giornalista di RaiNews24 Sigfrido Ranucci una comunità di profughi bosniaci, originari di Hadzici, villaggio dove tra il 5 e l'11 settembre del 1995 sono caduti dal cielo 3.400 ordigni all'uranio impoverito. Oggi vivono a Bratunac, soprannominata "crni grad" (la città nera) per l'altissimo numero di morti per cancro. Sui 5.000 ex-abitanti di Hadzici ne muoiono 150 all'anno.

All'intenso servizio realizzato da Ranucci, dedicato proprio alla comunità di Hadzici, verrà dato spazio sia su RaiNews24 che sulla trasmissione Rai Primo Piano. "Ci si augura che questa nuova attenzione sulla questione uranio impoverito possa aiutare a superare silenzi e strumentalizzazioni per arrivare ad una verità sulla questione" - commenta Nicole Corridore - "anche perché armi arricchite all'uranio si continuano ad utilizzare. Lo si è fatto dopo i Balcani in Afghanistan e nella recentissima guerra in Iraq". [DS]

Altre fonti: RaiNews24, UNEP.

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