Afghanistan: rapimento Torsello, il giallo dei rapitori

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A quattro giorni dal rapimento del fotoreporter italiano Gabriele Torsello i sequestratori si sarebbero fatti sentire con Emergency, l'associazione umanitaria di Gino Strada che in Afghanistan può vantare una fitta rete di contatti. ⣀Gli uomini che dicono di tenere in ostaggio il fotoreporter avrebbero detto che sta bene e hanno annunciato l'intenzione di fare un comunicato per far conoscere le loro richieste per il rilascio. Comunicato che, però, non è mai arrivato. Si tratta comunque dell'unica buona notizia della giornata, anche se le fonti ufficiali non confermano" - riporta RaiNews24.

Il ministro degli Esteri Massimo D'Alema ha detto oggi che "il governo sta facendo il possibile per portare in salvo il fotoreporter italiano Gabriele Torsello, rapito in Afghanistan la settimana scorsa" - riporta l'agenzia Reuters. Le indagini sul sequestro sarebbero affidate alle autorità della provincia di Kandahar e di quella di Helmand senza, al momento, la partecipazione di inquirenti italiani - ha detto all'Agenzia Italia l'ambasciatore italiano a Kabul, Ettore Sequi. La missione diplomatica in Afghanistan resta in attesa dell'annunciato comunicato con le richieste dei responsabili del sequestro. Torsello era di ritorno da Musa Qala, cittadina distrutta dai bombardamenti alleati, quando un gruppo di uomini armati l'ha portato via dall'autobus sul quale viaggiava.

Il fotoreporter era appena tornato da Musa Qala città a nord di Lashkargah, dove aveva documentato come la città e persino l'ospedale fosse stata rasa al suolo dai bombardieri in missione di pace e di stabilizzazione. E questo aveva molto colpito gli operatori di un altro ospedale, quello di Emergency a Lashkargah che erano rimasti indignati - riporta Peacereporter l'agenzia di stampa e di servizi editoriali della Misna e di Emergency.

Martedi socorso Torsello sarebbe ripassato dall'ospedale di Emergency: "Non aveva più soldi, ma voleva continuare a documentare lo schifo che gli occidentali stanno combinando in quelle province. Così ha deciso di tornare a Kabul, per provare a vendere da lì le sue foto, e poi ripartire" - racconta Marina Castellano, infermiera di Emergency. Peacereporter ricostruisce le tappe del sequestro. Ieri un portavoce dei talebani, Qari Muhammad Yousaf, ha dichiarato all'agenzia di stampa Afghan Islamic Press che Torsello "non è stato rapito dai talebani ma da qualche banda di malviventi". Ma fonti locali nella zona, contattate da PeaceReporter, ribadiscono: "i rapitori sono legati alle milizie combattenti talebane".

Proprio alcuni giorni fa, a Lashkargah Gabriele Torsello aveva fotografato l'attentato al governatore provinciale dove un ordigno ha provocato la morte di 20 persone: 8 poliziotti e 12 civili. Gabriele Torsello aveva scattato le foto prima di partire per Musa Qala, cittadina nel nord della provincia di Helmand, da cinque mesi teatro di feroci scontri armati e massicci bombardamenti aerei. "Fin da quando, il 17 maggio scorso, fu occupato dai talebani. Per tutta l'estate le truppe afgane e quelle britanniche hanno provato a riconquistarlo, senza però riuscirvi" - segnala Peacereporter.

"Vista la difficoltà di sopraffare il nemico, alla fine di agosto i comandi Isaf hanno ordinato massicci bombardamenti aerei sulla zona. I bombardieri Usa B-1 e i caccia britannici Harrier hanno iniziato a compiere raid aerei quotidiani, di giorno e di notte, sganciando sul centro abitato di Musa-Qala bombe da 500 libre che hanno ridotto in macerie le case e perfino la locale clinica medica" -continua Peacereporter. "Sotto le bombe sono morte decine e decine di civili. Il 25 agosto un aereo anticarro A-10 ha mitragliato un'auto di civili in fuga dal villaggio sotto bombardamento, sterminando una famiglia di 13 persone. Due giorni dopo, un'altra famiglia è stata decimata dalle bombe cadute su una festa di matrimonio: sono sopravvissuti, seppur feriti dalle schegge, solo il padre e due bambini, ricoverati all'ospedale di Emergency di Lashkargah" conclude Peacereporter. [GB]

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