Svizzera: cresce l'export di armi, stop delle forniture al Pakistan

Stampa

La Svizzera lo scorso anno ha esportato armi e materiale bellico per complessivi 464,5 milioni di franchi (oltre 290 milioni di euro) con un aumento del 16,8% rispetto al 2006 riporta un comunicato della Confederazione Elvetica. I cinque principali clienti sono sono stati la Germania (62 milioni di franchi), l'Irlanda (51 milioni), gli Stati Uniti, la Danimarca (42 milioni di franchi ciascuno), e la Gran Bretagna (40 milioni).

Al sesto posto vi è il Pakistan, al quale sono stati forniti sei sistemi di difesa antiaerea per un importo di 38 milioni di franchi. Ma "a causa della situazione nel Paese asiatico", il 14 novembre scorso il Consiglio federale ha sospeso le autorizzazioni di esportazione verso il Pakistan e, di conseguenza, ogni ulteriore consegna di materiale bellico. Nel dicembre 2006 il Consiglio federale elvetico aveva infatti autorizzato l'esportazione di 21 sistemi, munizioni incluse, per un costo di 136 milioni di franchi, e aveva altresì approvato la consegna di tre ulteriori sistemi del valore di circa 20 milioni di franchi e fino al novembre scorso erano stati consegnati i sei sistemi di difesa antiaerea del valore di circa 38 milioni di franchi. Per la tensione nel Paese asiatico, lo scorso novembre una richiesta di sospensione delle forniture al Pakistan è stata avanzata anche in Italia dalla Rete Disarmo, ma non è stata resa nota alcuna decisione da parte del Governo italiano.

Significativo è anche il dato sul numero di domande di "parere preliminare" per sapere se, almeno in linea di principio, fosse possibile ottenere un'autorizzazione d'esportazione a favore di un cliente in un determinato Paese. Nel 2007 sono state 49, ma 20 di esse, riguardanti 15 Paesi, hanno ottenuto una risposta negativa: tra questi vi sono un Paese africano, due Paesi sudamericani, quattro Paesi dell'Europa dell'est e di otto Paesi asiatici. Nel 2007, inoltre sono state presentate alla Segreteria di stato dell'economia (SECO) 2462 domande di esportazione: di queste ne sono state accolte 2457, per un valore pari a 1787 milioni di franchi, mentre 5 domande (12 nel 2006) destinate a 5 Paesi diversi sono state respinte; il loro valore complessivo era di 0,6 milioni di franchi (2006: 3,5). Le domande respinte, che riguardavano principalmente armi da fuoco portatili e loro componenti nonché munizioni e loro componenti, erano destinate a due Paesi dell'Europa dell'est e a tre Paesi africani.

Nel periodo di riferimento le maggiori consegne sono state la fornitura di 26 automezzi corazzati del tipo Piranha e Eagle, del valore di circa 76 milioni di franchi, a Irlanda, Danimarca e Brasile e la già menzionata fornitura parziale di 6 sistemi di difesa antiaerea al Pakistan per un totale di 38 milioni di franchi. Sono stati consegnati inoltre 6 cannoni per la difesa contraerea alla marina danese (circa 12 milioni di franchi), 6 aerei da combattimento del tipo Tiger F-5 e 10 motori a reazione nonché pezzi di ricambio agli USA per circa 14 milioni di franchi. Le esportazioni verso l'Europa rappresentano il 74% del totale (nel 2006: 71%), quelle verso l'America il 13% (22%), verso l'Asia il 13% (5%), verso l'Africa lo 0,5 % (1%) e verso l'Australia lo 0,5% (0,4%). L'industria bellica rappresenta lo 0,24% delle esportazioni complessive di merci dell'economia svizzera. [GB]

Ultime su questo tema

Hiroschima, Nagasaki e il genocidio

09 Agosto 2025
Sono 80 anni dai bombardamenti nucleari di Hiroshima e Nagasaki del 6 e 9 agosto. (Other-News)

L'umanità contro il nucleare

04 Agosto 2025
L'umanità tra sogni e poesia, ragione e intelletto, creazione e arte in contrapposizione netta all'energia mortifera della forza negativa del nucleo atomico. (Laura Tussi)

“Noi bruciamo le bandiere. Loro invece bruciano i bambini”.

07 Luglio 2025
Giorgio Cremaschi tuona dalla piazza della manifestazione del 23 giugno scorso. Laura Tussi rilancia il suo messaggio di pace e di libertà per tutti i popoli.

Armi nucleari: superata la soglia dei 100 miliardi di dollari nel 2024

02 Luglio 2025
Il nuovo rapporto della ICAN denuncia una corsa al riarmo atomico globale sempre più opaca, mentre l’Italia si conferma complice silenziosa (Laura Tussi)

Israele attacca nuovamente l’Iran

14 Giugno 2025
Presi di mira strutture nucleari, comandanti militari, tecnici del programma nucleare. L’operazione militare potrebbe durare settimane (Alessandro De Pascale)

Video

TS1-Falò: L'atomica oltre frontiera (Parte 1)