Rete Disarmo: l’Italia firma il Trattato sul commercio di Armi

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Dopo mesi di trattative, il Trattato sul commercio delle armi, firmato all’ONU il 3 giugno scorso, entrerà in vigore con la ratifica da parte del cinquantesimo paese. Le organizzazioni facenti parte della Rete Italiana per il Disarmo (che fin dal 2004 sono state promotrici della mobilitazione italiana all’interno della campagna internazionale Control Arms) chiedono con forza al Governo e al Parlamento che l’Italia sia tra i primi dieci paesi a condurre in porto la ratifica del Trattato.

“La firma italiana del testo di Trattato internazionale sul Commercio di Armi (ATT) che avviene a New York è un momento storico importante per chi da anni si batte contro la diffusione indiscriminata di armamenti nel mondo, e soprattutto per tutte le vittime (una al minuto) che subiscono violenza e morte per causa delle armi”. È questo il commento di Francesco Vignarca, coordinatore della Rete Italiana per il Disarmo, in occasione dell’adesione formale dell’Italia al testo di Trattato approvato dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite.

Questo primo accordo internazionale vincolante che inizierà a regolamentare un commercio in armi e munizioni che supera annualmente gli 85 miliardi di dollari sarà sottoscritto anche da altri fra i principali paesi esportatori tra cui il Regno Unito, la Germania e la Francia, oltre agli esportatori emergenti come il Brasile e il Messico. Il Governo degli Stati Uniti prevede una propria firma entro la fine dell'anno. Nella sessione odierna alle Nazioni Unite inoltre otto fra i paesi più colpiti dalla violenza del mondo metteranno la propria firma ufficiale al testo dell’ATT: Paesi teatro di conflitti devastanti come la Repubblica Democratica del Congo e il Sud Sudan apriranno la strada ad altre nazioni per il sostegno e la messa in opera del Trattato, nel tentativo tra gli altri di proteggere milioni di persone sfollate dalle loro case a causa della violenza armata.

“Come già messo in evidenza dalle nostre organizzazioni, il testo di Trattato rappresenta un compromesso al ribasso voluto da diversi paesi (tra cui Stati Uniti, Russia, India e Cina) – sottolinea Maurizio Simoncelli vicepresidente dell’Istituto di ricerche internazionali Archivio Disamo – e sono molte ancora le lacune che la bozza non è riuscita a colmare. Ciò nonostante è altamente positivo che si siano iniziate a prevedere regole internazionali condivise in questo ambito, scelta che sconfigge chiaramente chi per interessi politici o economici è sempre stato contrario ad una regolamentazione del commercio delle armi”. Il lavoro però non è concluso e l’implementazione del Trattato (che diventerà effettivo e vincolante con la cinquantesima ratifica da parte di un Paese membro dell’ONU) dovrà prevedere poi sistemi e strutture di controllo e trasparenza adeguate all’effettiva realizzazione degli obiettivi di salvaguardia delle vite umane che ne hanno segnato fin dal principio il percorso. “In questo senso il ruolo dell’Italia potrà essere prezioso – conclude Simoncelli – se consideriamo la grande esperienza su questo tema che il nostro Paese possiede dagli oltre venti anni di applicazione della legge 185/90 sull’export di armi”.

“La nostra richiesta è semplice: arrivare subito ad una ratifica per poter lavorare al meglio nella costruzione dei meccanismi operativi – dichiara Giuseppe Schiavello Coordinatore della Campagna Italiana contro le mine – che sono fondamentali per questo tipo di accordi internazionali. Lo abbiamo già visto nel caso delle mine e delle bombe a grappolo. Essere tra i primi dieci Paesi a ratificare sarebbe un ottimo segnale per l’Italia e la nostra società civile, anche stimolando prese di posizione e documenti parlamentari, sarà in prima fila nel chiedere a gran voce questo passo a Ministero degli Esteri e a tutto il Governo”-

La Rete Italiana Disarmo, come partner nel nostro paese della mobilitazione internazionale Control Arms auspica una pronta ratifica del testo di Trattato e chiede con forza sia al Governo che al Parlamento che la discussione in merito a questo provvedimento di legge sia predisposta e calendarizzata entro l’agosto del 2013. “Ciò permetterebbe di portare la posizione italiana di ratifica all’attenzione del consesso internazionale prima della sessione autunnale di incontri in sede ONU dedicati in particolare agli accordi internazionali” conclude Schiavello.

Fonte: Rete disarmo

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