Italia: una legge per l'Italia libera da armi nucleari, inizia la Campagna

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E' formalmente attiva da oggi la Campagna per la raccolta di firme a favore del disegno di legge popolare per "Italia libera da armi nucleari". Sono state infatti depositate stamane alla Corte di Cassazione le firme dei rappresentati dei promotori dell'iniziativa a cui hanno già aderito più di 50 associazioni italiane per la raccolta delle 50mila firme necessarie.

"La raccolta firme inizierà di fatto durante la Settimana della Pace (1-7 ottobre) e proseguirà per 6 mesi" - spiega a Unimondo Liza Clark coordinatrice del Comitato promotore. "Stiamo prendendo contatti per iniziarla a Ghedi (BS) e Aviano, i comuni i cui sindaci hanno già manifestato disponibilità ad aderire e che sono principalmente interessati in quanto diverse fonti confermano che nella base USAF di Aviano e nell'aeroporto militare di Ghedi sono presenti 90 testate nucleari".

Nonostante l'Italia abbia ratificato già nel 1975 il "Trattato di Non Proliferazione nucleare" (TNP), impegnandosi come Stato a non produrre né acquisire in alcun modo armi atomiche, da diversi anni i movimenti pacifisti denunciano la presenza degli ordigni nucleari americani sul territorio italiano tanto da citare in giudizio il governo degli Stati Uniti con la richiesta che vengano rimosse. Lo scorso gennaio anche un giornale di area non certo "pacifista" come Libero, aveva dedicato un'intera pagina ad un'inchiesta nella quale vengono fornite importanti prove a sostegno della tesi della presenza di armi atomiche nella Base Usaf di Aviano. L'autore dell'inchiesta è riuscito ad entrare in possesso di foto scattate da alcuni soldati statunitensi nel corso di un'esercitazione sulla sicurezza nucleare, svoltasi ad Aviano nel 2002, nonché di documenti contenenti i regolamenti interni sulle operazioni con materiale nucleare.

"Finora, i vari governi che si sono succeduti hanno sempre rifiutato di confermare la presenza di ordigni nucleari sul nostro territorio" - commentava Tiziano Tissino del Comitato 'Via le Bombe' da anni impegnato nella sensibilizzazione della cittadinanza. "È tempo invece che i cittadini siano adeguatamente informati e che l'Italia si adoperi affinché tutte le armi nucleari presenti nel nostro paese siano smantellate al più presto, come primo passo verso la completa abolizione delle armi atomiche".

"Una richiesta che viene assunta proprio dal Disegno di Legge popolare che abbiamo voluto essenziale e chiaro - spiega don Albino Bizzotto di "Beati i costruttori di pace", una delle associazioni che da tempo si è fatta promotrice dell'iniziativa.

"Il testo della legge si compone, infatti di due semplici articoli - spiega don Bizzotto. "Il primo afferma che 'il territorio della Repubblica Italiana, ivi compresi lo spazio aereo, il sottosuolo e le acque territoriali, è ufficialmente dichiarato "zona libera da armi nucleari" e pone il divieto al 'transito e al deposito, anche temporaneo, di armi nucleari e di parti di armi nucleari sul territorio della Repubblica", impegnando il Governo ad adottare "tutte le misure necessarie, sia a livello nazionale che internazionale, per assicurarne la piena applicazione". Il secondo, è puramente tecnico e come per ogni normativa dichiara che "la presente legge entra in vigore il giorno della sua pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale Della Repubblica".

Il Trattato di Non Proliferazione Nuclerare (TNP), entrato in vigore nel 1970, è il trattato internazionale per il disarmo con il maggior numero di Stati parte, in pratica tutti i membri delle Nazioni Unite tranne India, Pakistan, Israele e Corea del Nord. Si fonda su un accordo duplice ed inscindibile: le cinque potenze nucleari (USA, Russia, Gran Bretagna, Francia e Cina) si impegnano a lavorare in buona fede per il disarmo nucleare totale (art. 6), mentre tutti gli altri Stati si impegnano a non dotarsene mai (art. 2).

"Invece i negoziati sono attualmente ad un punto morto, anzi si notano preoccupanti tendenze al riarmo da parte delle grandi potenze" - spiega Francesco Vignarca della Rete Italiana Disarmo. "In un discorso di novembre 2006, il Segretario Generale dell'ONU Kofi Annan alla fine del suo mandato, dichiarò preoccupato che il motivo di tale stallo sta nel fatto che 'alcuni insistono che prima deve venire la non-proliferazione, altri che prima deve venire il disarmo. In questo modo ciascuno pretende che prima siano gli altri ad agire'."

"In Italia vogliamo agire per primi" - conclude Liza Clark. "Vogliamo eliminare le testate atomiche dal nostro territorio, un segnale di rispetto degli accordi che potrà incoraggiare altri Stati europei a seguirci, che potrà ridare impulso ai negoziati internazionali. In Belgio, che come l'Italia ospita armi nucleari, già da molto tempo i due rami del Parlamento chiedono al governo di eliminare le bombe statunitensi dal loro territorio. La Grecia ha già fatto rimuovere la ventina di testate atomiche (nel 2000) che ospitava".

L'occasione del disegno di legge italiano è significativa: compie infatti quest'anno 40 anni la Zona Libera da Armi Nucleari (NWFZ). Ad oggi le NWFZ includono più della metà del pianeta: tutti gli Stati delle Americhe tranne USA e Canada, il Sud Pacifico, l'Africa, il Sudest asiatico. La più recente NWFZ è quella dell'Asia centrale. Anche lo spazio, i fondali marini e l'Antartide sono zone libere da armi nucleari in base a specifici trattati internazionali. E poi ci sono due Stati singoli: l'Austria e la Mongolia. "Noi vogliamo unirci a loro" - dichiarano i promotori del disegno di legge ricordando che "nonostante nel mondo stiano aumentando ricerca e produzione di nuovi tipi di bombe atomiche e diversi Paesi vogliono entrarne in possesso per acquistare peso sulla scena mondiale, la messa al bando di tutte le armi nucleari è un'aspirazione condivisa da tutta l'umanità". [GB]

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