Desmond Tutu, testimone di nonviolenza e disarmo

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Desmond Tutu - Foto: Commons.wikimedia.org

Ci ha lasciato nei giorni scorsi Desmond Tutu. L’arcivescovo anglicano è stato insieme a Nelson Mandela uno dei simboli della resistenza contro l’apartheid in Sudafrica e nel 1984 fu insignito del Premio Nobel per la Pace.

Vorrei ricordarlo evidenziando tre aspetti del suo impegno, forse poco noti.  

Innanzitutto l’attività di denuncia di Desmond Tutu contro l’apartheid non si è mai limitata al Sudafrica, ma si è sempre estesa a tutte le situazioni in cui erano e sono presenti forme di apartheid, denunciando con forza l’occupazione e l’apartheid messo in atto da Israele contro la popolazione palestinese. 

Inoltre Desmond Tutu è stato uno straordinario promotore dei percorsi di pace, del controllo degli armamenti e soprattutto del disarmo nucleare sostenendo fin dagli inizi la Campagna internazionale per la messa al bando degli ordigni nucleari (ICAN).

Tra le forme principali di azione Desmond Tutu ha sempre privilegiato c’è l’azione nonviolenta con tutti i suoi strumenti a cominciare dal boicottaggio, prima contro il Sudafrica dell’apartheid, poi contro Israele e soprattutto ha promosso il boicottaggio delle banche e delle istituzioni finanziare che alimentano la corsa agli armamentifinanziano gli ordigni nucleari.

Una delle frasi più note di Desmond Tuto è questa: “Se siete neutrali in situazioni di ingiustizia, avete scelto la parte dell’oppressore”. L’augurio che ci facciamo reciprocamente per il nuovo anno è questo: “Non essere mai neutrali davanti all’ingiustizia, essere sempre dalla parte degli oppressi e, se possibile, insieme a loro”. 

Buon Anno Nuovo! 

Giorgio Beretta

Analista del commercio internazionale e nazionale di sistemi militari e di armi comuni. Svolge la sua attività di ricerca per l’Osservatorio permanente sulle armi leggere e politiche di sicurezza e difesa (Opal) di Brescia e collabora con la Rete Pace e Disarmo. Ha pubblicato diversi studi, oltre che per l’Osservatorio Opal, anche per l’Osservatorio sul commercio delle armi (Oscar) di Ires Toscana (Istituto di ricerche economiche e sociali) della Cgil di Firenze, per l’Annuario geopolitico della pace di Venezia e numerosi contributi, anche sul rapporto tra finanza e armamenti, per diverse riviste e quotidiani nazionali. 

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