Cluster bombs: delude l'Italia alla Conferenza di Lima

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"Particolarmente deludente la posizione dell'Italia alla conferenza di Lima sulle cluster bombs, il cui sostegno alla messa al bando di questi ordigni appare tutt'altro che convinto e costante" -afferma Giuseppe Schiavello, direttore della Campagna Italiana contro le Mine. Schiavello fa notare che la delegazione italiana a Lima si è espressa in favore di una continuazione delle discussioni in seno alla Conferenza sulle armi convenzionali (CCW) richiamandola ben sei volte in un intervento di circa 30 righe. "Riportare la questione alla CCW non sarebbe altro che una manovra diversiva che fa il gioco di chi vuole rimandare la messa al bando di queste armi, dando priorità a presunte necessità strategiche rispetto alla protezione delle popolazioni civili" - sottolinea il direttore della Campagna. "Al di là delle frasi di rito e delle preoccupazioni di circostanza che non mancano mai negli interventi dei nostri delegati nelle sedi di discussione, ci sembra evidente che del destino dei civili si preoccupano sinceramente in pochi, ma la cosa non ci scoraggia, anzi" - conclude Schiavello.

Nei tre giorni della conferenza, gli stati partecipanti si sono confrontati sui diversi aspetti del nuovo trattato: distruzione degli stock, cooperazione ed assistenza alle vittime, definizioni relative alle munizioni cluster, bonifica umanitaria. Tra gli Stati che hanno partecipato era presente anche il Laos, uno dei paesi maggiormente colpiti dalle cluster bombs. Al termine dei lavori l'Ungheria ha annunciato una moratoria immediata seguendo così l'esempio di Austria e Norvegia. Il Belgio è l'unico Paese al mondo ad aver messo al bando queste armi.

Malgrado l'andamento sostanzialmente positivo dei lavori, le delegazioni di alcuni Governi hanno rallentato vistosamente il progresso dei negoziati, in parte cercando di riportare la discussione in altre sedi, come ad esempio la Convenzione sulle armi convenzionali, ed in parte ribadendo la volontà di una messa al bando parziale basata sulle caratteristiche tecniche di alcuni tipi di munizioni cluster. Paesi come Argentina, Australia, Finlandia, Francia e Polonia hanno chiesto che la proibizione escluda le cluster bombs con dispositivo di autodistruzione, sebbene l'esperienza dei recenti conflitti in Iraq e Libano abbia dimostrato che anche queste munizioni rimangono spesso inesplose sul terreno continuando a mietere vittime tra la popolazione civile. Il prossimo appuntamento previsto è Vienna dal 5 al 7 dicembre 2007

Intanto, continua l'esame in commissione esteri del disegno di legge che chiede l'inclusione delle munizioni cluster nella legge nazionale di messa al bando delle mine antipersona (374/97). "La discussione di questo disegno di legge è l'occasione per il nostro Paese di dimostrare quanta importanza hanno la sorte dei civili e la salvaguardia dei diritti umani nella sua agenda politica" - dichiara Giuseppe Schiavello, direttore della Campagna Italiana contro le Mine. La conferenza di Lima si è conclusa venerdì 25 maggio con l'adesione di 23 nuovi Stati oltre ai 46 che nello scorso febbraio hanno sottoscritto la Dichiarazione di Oslo che impegna i partecipanti all'adozione di un Trattato per la messa al bando delle munizioni cluster entro il 2008.

Hanno partecipato alla Conferenza di Lima delegazioni dei seguenti Paesi (suddivisi per continenti):

AFRICA (14)
Angola, Burundi, Ciad, Ghana, Guinea Bissau, Lesoto, Liberia, Mauritania, Mozambico, Nigeria, Senegal, Tanzania, Uganda e Zambia.

AMERICA (14)
Argentina, Bolivia, Canada, Cile, Colombia, Costa Rica, Ecuador, Guatemala, Messico, Panama, Paraguay, Perù, Repubblica Dominicana e Venezuela

ASIA (8)
Australia, Bangladesh, Cambogia, Indonesia, Giappone, Laos, Nuova Zelanda e Tailandia.

EUROPA (30)
Albania, Austria, Belgio, Bosnia Erzegovina, Croazia, Danimarca, Estonia, Finlandia, Francia, Germania, Gran Bretagna Grecia, Ungheria, Islanda, Irlanda, Italia, Lituania, Lussemburgo, Malta, Norvegia, Olanda, Polonia, Portogallo, Repubblica Ceca, Russia (osservatore), Santa Sede, Serbia, Slovacchia, Spagna e Svizzera.

MEDIO ORIENTE (3)
Egitto, Libano e Yemen.

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