R.D.Congo: Corte Onu condanna l'Uganda, referendum concluso

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La Corte internazionale di giustizia dell'Aia ha stabilito che l'Uganda ha violato la sovranità territoriale della confinante Repubblica democratica del Congo (RDC) e che il governo di Kampala deve pagare una compensazione per aver compiuto saccheggi di risorse naturali e violato diritti umani in ex-Zaire durante la guerra del 1998-2003 - riporta l'agenzia Misna. "Un verdetto pesantissimo che ha dato ragione alle autorità di Kinshasa, intenzionate a chiedere all'Uganda un risarcimento tra i 6 e i 10 miliardi di dollari" - commenta Matteo Fagotto di Peacereporter.

Il verdetto pone fine alla spirale di impunità che finora aveva protetto i responsabili della "prima guerra mondiale africana" che ha coinvolto diversi paesi della zona dei "Grandi Laghi": Uganda e Rwanda si schierarono a fianco dei ribelli nei territori orientali, dove le loro truppe sono rimaste per anni sfruttando le enormi ricchezze naturali congolesi. Una guerra che ha provocato un numero enorme di vittime, stimate tra 2,5 e 3,3 milioni, in gran parte anche per la mancanza di assistenza alimentare e sanitaria. Nel 1999 il Congo si era rivolto alla Corte di giustizia dell'Aja, denunciando l'aggressione dell'Uganda - che si è formalmente ritirata nel 2003 - e chiedendo un risarcimento per i beni naturali saccheggiati in questi anni.

La Corte ha stabilito che l'Uganda ha ingaggiato attività militari in parte del territorio della RDC, occupando il distretto di Ituri, prelevando risorse naturali locali e fornendo supporto militare, logistico, economico e finanziario alle forze irregolari che avevano operato nel territorio dell'ex-Zaire. Ha così violato anche il principio di non uso della forza nelle relazioni internazionali ed il principio di non intervento. Le truppe ugandesi hanno commesso omicidi, torture, e altre forme di trattamento disumano sulla popolazione civile congolese, distruggendo villaggi ed edifici civili senza fare distinzione fra obiettivi militari e civili e violato i diritti umani nel corso delle ostilita' fra le forze militari ugandesi e ruandesi a Kisangani. Infine l'Uganda costringendo a divenire soldati dei bambini congolesi ha contruito ad esacerbare il conflitto etnico locale.

Se il conflitto è, in parte finito, non altrettanto si può dire del saccheggio di risorse geologiche dell'ex-Zaire: oro, diamanti, coltan, ma anche legname - continuano tuttora ad essere saccheggiati con la complicità dei governi di Uganda e Rwanda, i cui traffici illeciti hanno finanziato a lungo le formazioni armate responsabili di gravissime violazioni dei diritti umani segnala un recente rapporto dell'Onu. E di recente l'Onu ha accusato il governo ruandese di violare l'embargo sulle armi in ex-Zaire, foraggiando i gruppi armati ancora attivi nell'est del Paese - segnala sempre l'agenzia Misna.

Intanto domenica scorsa si è votato nella R. D. Congo per il referendum costituzionale: le prime indiscrezioni segnalano un netto vantaggio del "si" a favore della nuova Costituzione per dare il via a un processo democratico che nel Paese manca da 40 anni. Circa 25 milioni di aventi diritto al voto sono stati chiamati alle urne nei circa 40mila seggi elettorali allestiti in tutto il paese. Le urne sono state aperte domenica 18 dicembre e il voto è terminato ieri.

Le operazioni si sono svolte regolarmente, anche se vi sono stati alcuni casi di intimidazione nel Kasai orientale e qualche disordine. Soddisfazione è stata espressa dai partiti che attualmente siedono nel governo di transizione, ma anche dal partito d'opposizione Udps che ha evidenziato come la popolazione abbia risposto all'invito al boicottaggio lanciato nei giorni scorsi. Per la verifica della regolarità del voto, sono stati dispiegati 5mila osservatori in tutto il Paese in 47 centri raggruppanti rappresentanti della Chiesa cattolica - riporta l'agenzia Fides.

Il progetto di legge elettorale propone che il presidente della Repubblica sia eletto con scrutino maggioritario a due turni. Per il secondo turno, resteranno in competizione solo i due candidati meglio piazzati. La spiegazione è che questo modo di scrutinio permetterà al futuro presidente della Repubblica di essere eletto sempre da una maggioranza assoluta di elettori e di beneficiare, di conseguenza, di una legittimità incontestabile. [GB]

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