Iraq: gli USA si accaparrano i dollari del programma Onu

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Dalla scorsa settimana l'Autorita Provvisoria della Coalizione (CPA) - diretta dagli Usa - ha acquisito completo controllo dei miliardi di dollari provenienti dal programma "Oil for food" (Cibo in cambio del petrolio) elaborato e amministrato finora dall'Onu. L'Onu, che aveva finora trasferito 3 miliardi di dollari del programma al Fondo per lo Sviluppo dell'Iraq (Iraqi Development Fund) venerdi scorso ha passato al CPA altri 1,6 miliardi di dollari e da allora il controllo totale dell'operazione è affidato all'Autorita Provvisioria presieduta dall'ambasciatore statunitense Paul Bremer.

Ma il passaggio di consegne non è piaciuto all'Onu che aveva pazientemente organizzato il programma servendosi di oltre 44mila iracheni. "L'Autorita Provvisoria non ha finora dato garanzie di essere in grado di fare tutto bene, e ancor meno sembra capace di amministrare un programma di distribuzione di cibo per 25 milioni di persone. Varie agenzie hanno denunciato la sparizione di denaro" - ha commentato Jim Jennings, presidente di "Conscience International" all'agenzia di stampa IPS-news. Già da sei mesi l'Autorità Provvisoria ha avuto a disposizione 5 miliardi di dollari in proventi dal petrolio, ma finora ha fornito rendicontazione solo per 1 miliardo e il mese scorso l'associazione internazionale "Christian Aid", spulciando tra i resoconti, ha denunciato la sparizione di 4 miliardi di dollari.

Il programma "Oil for food" era stato stabilito dal Consiglio di Sicurezza dell'Onu nel 1995 a seguito della Prima guerra del Golfo e coi ricavati dalla vendita del petrolio aveva generato annualmente 10 miliardi di dollari garantendo la distribuzione di cibo al 60% della popolazione irachena. "C'e amarezza all'Onu, soprattutto si teme che quanto finora attuato con fatica venga rovinato" - commenta Jim Paul, direttore esecutivo del New Global Policy Forum di New-York. La decisione di affidare i fondi del programma "Oil for food" è stata dettata lo scorso maggio dal Consiglio di Sicurezza, ma "si tratta di una decisione non certo nell'interesse della popolazione irachena - commenta Paul: "I membri del Consiglio di Sicurezza - e non solo gli Usa o la Gran Bretagna - erano soprattutto interessati ad assicurarsi i contratti per le imprese dei propri paesi".

E proprio sui contratti di ricostruzione è scoppiata nei giorni scorsi la protesta di molti imprenditori locali che denunciano come la maggior parte degli appalti sia affidato ad imprese Usa. "L'unico modo per venire a conoscenza di questi concorsi è attraverso il sito dell'Autorità Provvisoria o frequentando l'incontro settimanale al Convention Centre di Baghdad. Ma l'impressione è che sia già tutto deciso. I tempi per presentare i documenti sono strettissimi, meno di una settimana!" - ha commentato l'imprenditore Haidar Abdel Kazem a IPS-News. Gli standard definiti dall'Autorità sono spesso irragiungibili per le ditte locali, mentre importanti contratti sono stati assegnati a imprese che hanno avuto stretti legami col regime di Saddam tra le quali la "Boniye & Sons" e la "Mediterranean Global Holdings" con sede a Londra che si è aggiudicata un contratto multimilionario di telefonia mobile.

I contratti sono definiti da tre enti: l'Esercito Usa, l'Agenzia Usa per lo sviluppo internazionale (USAID) e l'Autorità Provvisoria. I contratti dell'Agenzia USAID sono assegnati attraverso la Bechtel Corporation, mentre quelli dell'Esercito e molti di quelli dell'Autorità Provvisoria sono selezionati dalla Halliburton Corporation presieduta fino al momento del suo incarico alla Casa Bianca dal Vicepresidente Usa Richard Cheney. [GB]

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