Grandi Laghi: accordo di pace, scontri in Ituri e Kivu

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A margine dell'Assemblea generale dell'Onu, Rwanda, Uganda e Repubblica democratica del Congo hanno sottoscritto ieri un accordo per una risolvere le differenze in vista di una reale pacificazione della regione dei Grandi Laghi, comunica l'agenzia Misna. I dettagli del testo, per ora, non sono stati resi noti, ma il fatto rappresenta un importante segnale per la regione che dalla metà degli anni novanta è stata oggetto di gravi conflitti, dal genocidio ruandese del 1994 alla guerra in Congo, che ha coinvolto sette paesi, a quella in Burundi. Dal 2002, con la firma degli Accordi di pace di Pretoria, a Kinshasa si è installato un governo di transizione che comprende anche gli ex-gruppi ribelli, ma nell'est dell'ex-Zaire la situazione della sicurezza resta ancora precaria sopratutto nelle regioni del Kivu e dell'Ituri, al confine con Burundi e Uganda.

I Paesi della regione avevano chiesto all'Onu un maggiore supporto internazionale ai processi di pace in corso e un rinnovato ruolo per le missioni di "peacekeeping" presenti nella zona. Il capo di Stato congolese Joseph Kabila ha chiesto di aumentare sia la qualità che la quantità delle truppe della Missione dell'Onu in Congo (Monuc). Il presidente del Burundi, Domitien Ndayzeye, ha sottolineato il valore del dispiegamento della missione Onu (Onub) che "ha dato un contributo significativo al processo di pace in corso e che adesso è pronto a entrare nella sua fase finale". La calma è tornata nella quasi totalità del territorio, ha spiegato Ndayzeye, e "nonostante l'opposizione di alcuni partiti politicamente minoritari, il Burundi si doterà presto di una nuova Costituzione post-transizione e organizzerà elezioni libere, democratiche, trasparenti e oneste".

Nei giorni scorsi, dopo quasi un anno di relativa calma, in Ituri sono ricominciati i massacri di civili - riporta Warnews. Secondo fonti della Monuc (la missione ONU nel paese) un gruppo di miliziani armati, probabilmente di etnia Lendu ha attaccato il villaggio di Lengabo uccidendo 16 persone e bruciando una novantina di abitazioni. E anche nel Kivu la situazione resta tesa: nonostante l'esercito abbia ripreso il controllo di Masisi, la città quartier generale del dissidente Laurent Nkunda, scontri interni tra alcuni reparti delle Forze Armate avrebbero fatto almeno 15 morti tra i soldati. I combattimenti tra l'esercito regolare e i "dissidenti" del generale Lauent Nkunda che hanno destabilito per mesi l'intera regione del Kivu hanno lasciato 20.000 sfollati che mancano di qualsiasi tipo di assistenza e si stanno muovendo attualmente tra il Nord e il Sud Kivu per sfuggire ai combattimenti.

Per migliorare il controllo della regione, verrà creato un comitato speciale tra Rwanda e Congo (sostenuto da ONU e Unione Africana) che avrà il compito di favorire l'attuazione di politiche comuni per risolvere soprattutto il problema dei ribelli Hutu, autori di numerose azioni di guerra negli ultimi mesi e che trovano facile rifugio nella zona di frontiera tra i due paesi. Decisamente un passo in avanti, se confrontato con le usuali accuse che Kigali e Kinshasa si lanciano per giustificare l'impossiblità, fino ad oggi, di risolvere il problema dei ribelli Hutu del Kivu. [GB]

Altre fonti: Warnews.

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