Gas: decreto dannoso, via al risparmio d'energia

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La crisi energetica in corso ha visto la diminuzione dell'8,1% delle importazioni di gas dalla Russia, con una quantità di metano non consegnato pari a 6 milioni di metri cubi: l'1,4% cioè dei consumi nazionali. Le previsioni sulla riduzione delle importazioni "sono tendenzialmente in aumento". Secondo l'Eni, colosso energetico italiano - le riserve strategiche di gas verranno intaccate verso la meta' di febbraio, molto in anticipo rispetto a quanto e' avvenuto lo scorso anno. In questa situazione, il Governo italiano si muove verso un decreto che consentirà di bruciare olio combustibile anziché metano per produrre energia, in deroga alle leggi ambientali esistenti. "Questa scelta comporterà ulteriori sforamenti dei limiti imposti da Kyoto e, di conseguenza, anche multe salate per il nostro Paese" commenta Francesco Ferrante, direttore generale di Legambiente secondo cui la pagheremmo tanto in termini economici quanto dal punto di vista ambientale in quanto l'olio è un combustibile che produce emissioni nettamente superiori al gas. "Basterebbe ridurre le esportazioni di energia elettrica" in quanto solo un terzo del metano viene utilizzato per produrre energia mentre il resto è destinato a usi industriali e per il riscaldamento.

"Se i decreti sull'efficienza energetica del 2001 rivolti ai distributori elettrici e del gas fossero partiti come previsto l'anno successivo invece di subire un ritardo di tre anni, attualmente avremmo un risparmio di oltre 1 miliardo di mc/anno di gas, pari al 4% delle importazioni dalla Russia". Questo è il commento di Gianni Silvestrini direttore scientifico del Kyoto Club e di Qualenergia. Ma cosa si può fare nei prossimi anni per aumentare l'efficienza energetica degli usi finali? Limitandosi al settore civile, secondo Silvestrini se i nuovi edifici venissero realizzati secondo le norme contenute nei nuovi regolamenti edilizi già adottati da un certo numero di comuni lombardi avremmo annualmente un risparmio di oltre 100 milioni di metri cubi di gas, valore che si cumulerebbe anno dopo anno. Se inoltre le caldaie a gas che vengono annualmente installate (oltre un milione) invece di esser di basso rendimento energetico, fossero a 3 o 4 stelle (alta efficienza), si avrebbe un risparmio aggiuntivo di oltre 200 milioni mc di gas all'anno. A questi andrebbero aggiunti i risparmi sarebbe legati alla riqualificazione degli involucri degli edifici, termicamente molto scadenti in Italia.

Intanto gli amministratori scendono in campo e rilanciano il risparmio energetico. Dopo la spiritosa comparsa col maglione in ufficio del governatore della Lombardia Formigoni, sembra che si faccia sul serio. Ieri sono partiti i controlli congiunti dell'Arpa (Regione) e del Comune: il primo a finire nel libro nero degli inquinatori è stato proprio il Comune. Multa scongiurata, per adesso. Una semplice diffida e l'obbligo di rientrare nei limiti perché negli uffici del terzo piano (dove ha sede l'Arredo urbano e il corpo dei vigili ambientali) la temperatura è superiore ai ventidue gradi (26°). Se l'accertamento successivo non dovesse dare i frutti sperati, sarà l'Aem (gestore dell'impianto) a doversi fare carico della multa. Che va da 516 a 2.582 euro.

Per impegnarsi nel risparmio energetico segnaliamo un'interessante opportunità per gli Enti Locali: il Kyoto Club, con il supporto finanziario del Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio, lancia il progetto finalizzato a risparmiare energia, ridurre le emissioni di anidride carbonica e sperimentare il funzionamento di meccanismi di scambio di quote di emissione tra Enti Locali.

Altro interessante progetto da segnalare è l'accordo volontario sul risparmio energetico del Comune di Modena. Il progetto mira a ridurre il consumo di energia (e le spese) nelle scuole e promuovere negli studenti una più alta coscienza ed impegno nell'uso dell'energia sia nella scuola che nella vita di tutti i giorni attraverso un meccanismo di ripartizione tra la scuola ed il Comune dei risparmi conseguiti al fine di rendere disponibili risorse economiche per insegnati, studenti ed amministratori scolastici. Il patto volontario prevede che la definizione per ogni scuola dei relativi Standard Energetici al fine di disporre di un valore di riferimento da confrontare con l'effettivo consumo dell'anno al netto delle fluttuazioni di temperature stagionali. Questi consumi saranno quindi verificati annualmente e monetizzati attraverso le tariffe di fornitura valutate ad una data fissa: ogni risparmio registrato sarà suddiviso in due parti destinate una alla scuola, per l'acquisto di materiale didattico, ed una al Comune. E' importante sottolineare che la scuola potrà istituire una specie di vincolo sulle modalità di utilizzo di quest'ultima somma al fine di facilitare gli studenti coinvolti a "agire localmente ma pensare globalmente". [AT]

Altra fonte: Associazione Comuni Virtuosi, Eco dalle città

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