Azione nonviolenta di Ta'ayush contro la violenza dei coloni

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Circa 250 israeliani di cui alcuni palestinesi e molti ebrei, si sono recati nell'estremo sud della West Bank, all'interno dei Territori Occupati Palestinesi, per portare la loro solidarietà concreta agli abitanti della zona di Gibna, da tempo sottoposti alle violenze dei coloni e dei soldati dell'esercito israeliano. I pacifisti, divisi in gruppi di lavoro, hanno aiutato i contadini del posto nei lavori dei campi.

Ebrei, musulmani e cristiani, si sono trovati fianco a fianco al lavoro sotto il sole, collaborando alla raccolta del grano, alla sistemazione di una strada, unica via di comunicazione con il paese vicino a causa della recente costruzione di insediamenti di coloni che bloccano le normali vie di comunicazione ed al ripristino di alcune grotte-abitazioni che i bulldozers dell'esercito avevano riempito di terra per renderle inutilizzabili.

Da tempo i contadini palestinesi di questa zona sono soggetti a violenze gratuite da parte dei coloni e dei soldati, volte ad indurre gli abitanti ad abbandonare il territorio, in modo tale da poter utilizzarne la terra . Inoltre, secondo il piano presentato pubblicamente nei giorni scorsi dal Premier Israeliano Sharon, poco a nord di questa zona, sorgerà il Muro che di fatto annetterà tutta questa fascia di terreni allo Stato d'Israele. I contadini di questa zona a sud di Hebron, vivono in caverne millenarie scavate nella roccia, chi per tradizione chi per essere sempre sul luogo così da poter controllare i terreni e le caverne e cercare di preservarli dalla possibile distruzione. Le condizioni di vita di queste persone, obbligate a vivere in queste grotte al fine di proteggere le proprie terre, sono estremamente difficili. Le persone sono costrette a rinunciare alla casa in paese, a non poter comprare con regolarità gli alimenti (in quanto il primo centro abitato si trova a due ore di cammino) e i bambini non possono andare a scuola se non lasciando la famiglia e andando a vivere presso conoscenti.

"Insieme", questa la traduzione della parola araba Ta'ayush, nome dell'associazione nonviolenta composta da ebrei e arabi, israeliani e palestinesi, che ha organizzato l'iniziativa. "Insieme" è stato il messaggio di questa giornata che portava con sé la spinta e il coraggio di esporsi (posizione spesso difficile per i pacifisti israeliani) e la sensazione, per i palestinesi dei Territori Occupati, di non essere soli nell'insostenibile condizione dell'occupazione. Tra i partecipanti anche alcune decine d'internazionali, tra i quali alcuni volontari dell'Operazione Colomba - Corpo Nonviolento di Pace dell'Associazione "Comunità Papa Giovanni XXIIII".

Fonte: Operazione Colomba

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