Nepal: processo di pace in stallo

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Nonostante il cessate il fuoco proclamato alla fine di gennaio di quest'anno la situazione in Nepal rimane di grande di incertezza. Se da un lato il cessate il fuoco regge, dall'altro non si vedono passi in avanti nei negoziati tra governo e ribelli maoisti.
Nessuna delle parti in causa sia sinceramente convinta della necessità di dare al più presto una pace duratura, ad un Paese che soffre di una annosa guerra civile, che ha procurato quasi 8.000 morti in sei anni. Tutte le forze politiche e sociali del regno chiedono intanto a gran voce che i colloqui tra i contendenti inizino al più presto e con essi siano ripristinate anche le istituzioni democratiche. Infatti anche se ufficialmente dal 1990 il Nepal è una democrazia parlamentare multipartitica, nell'ottobre del 2002 re Gyanendra ha sciolto il parlamento e ne ha avocato a se i poteri. A cavallo tra i due Paesi più popolosi del pianeta, la Cina e l'India, il Nepal è insanguinato dalla 'guerra del popolo', lanciata nel 1996 dal Partito Comunista Nepalese (NCP-M) che combatte con l'intento di sradicare il "feudalesimo e la monarchia costituzionale". La guerra civile si inserisce in una situazione economica assai difficile. La FAO ha dichiarato che il numero dei nepalesi che soffrono la fame è cresciuto da 3,5 a 5 milioni negli ultimi anni. L'agenzia dell'ONU ha specificato che le persone afflitte da questo drammatico problema sono ormai il 23 per cento della popolazione, che ammonta complessivamente a circa 23,15 milioni.

Fonte: Warnews, Equilibri, Limes, FAO;

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