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I fatti del giorno, tra morti civili e bombe "intelligenti"
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I FATTI DEL GIORNO Il segretario generale delle Nazioni Unite Kofi Annan incontrando oggi i giornalisti ha lanciato l'allarme sul destino di Bassora, sostenendo che in città, dove da tre giorni mancano acqua e elettricità, "si rischia ormai il disastro umanitario". La città meridionale irachena sarebbe teatro di un aspra guerriglia combattuta strada per strada, stando a quanto riferito dall'inviata dell'emittente televisiva inglese Bbc che si trova in città al seguito delle forze alleate. Ai combattimenti sul terreno si sommano poi le azioni dei bombardieri che per tutta la giornata hanno sganciato numerosi ordigni nell'intera zona di Bassora, secondo l'agenzia di stampa iraniana 'Irna'. Le truppe angloamericane in Iraq stanno incontrando soltanto una "sporadica" resistenza e stanno compiendo "progressi rapidi e talvolta spettacolari". Lo ha sostenuto poco fa il capo delle truppe Usa nel Golfo, generale Tommy Franks. Nonostante le sue parole, la situazione sul campo sembra però ancora molto confusa e, oltre a Bassora, combattimenti e azioni militari si susseguono in tutto il Paese. Scontri sarebbero in corso a Nassyria, sempre nel sud dell'Iraq, dove in mattinata l'esercito americano ha sferrato un altro attacco per eliminare quelle che continuano ad essere definite "sacche di resistenza". Secondo numerosi analisti internazionali, questi gruppi di fedelissimi del Rais che continuano a combattere in città considerate formalmente conquistate dagli angloamericani, sarebbero il 'cuore' stesso della tattica di guerra degli iracheni. Si tratterebbe di una sorta di guerriglia urbana con cui il regime iracheno tiene impegnata la prima linea, mentre vengono lanciate sporadiche incursioni nelle retrovie dei convogli militari alleati. Intanto una divisione statunitense diretta a nord, risulta bloccata nella zona meridionale dell'Iraq a causa di una forte tempesta di sabbia che si è sviluppata oggi nel deserto. Caldissimo anche il fronte nord del Paese. Pesanti bombardamenti hanno interessato le postazioni dell'esercito iracheno nella zona di Kirkuk, ma anche Mosul, la più grande città della zona settentrionale del Paese, è stata bersaglio dei raid aerei alleati. Nuovi bombardamenti anche su Baghdad che ha vissuto un'altra giornata drammatica al suono dell'allarme aereo. Secondo le testimonianze raccolte da alcune delle principali agenzie di stampa internazionali, almeno 5 civili sono rimasti uccisi dopo che un missile ha colpito un quartiere popolare della capitale irachena (al-Azamiyat) distruggendo alcune case. Intanto il primo ministro inglese Tony Blair parlando di fronte al parlamento ha informato che le truppe alleate si trovano ormai a circa un centinaio di chilometri da Baghdad pronti a sferrare l'offensiva finale. Anche il Pentagono, qualche minuto prima del discorso del premier inglese, aveva fatto sapere che le forze alleate sono ormai pronte a stringere la morsa intorno alla divisione irachena della Guardia repubblicana 'Medina', una delle unità d'elite dell'esercito di Saddam Hussein posta a difesa di Baghdad, segnando così l'inizio della battaglia per la conquista della capitale. Tra le reazioni politiche da registrare oggi, spiccano le parole del primo ministro cinese Wen Jiabao che ha chiesto di "mettere fine alla guerra prima possibile". In un comunicato ufficiale diffuso dall'agenzia di stampa cinese Xinhua, il premier asiatico ha aggiunto che è necessario ''ritornare sulla giusta strada di una soluzione politica nel quadro delle Nazioni Unite''.
AEREO AMERICANO COLPISCE AUTOBUS DI CIVILI SIRIANI, MORTI
Un aereo americano ha lanciato un missile contro un autobus che viaggiava nei pressi del confine siro-iracheno, uccidendo 5 persone e ferendone 10. Ne da notizia oggi l'agenzia stampa siriana 'Sana', precisando che l'attacco è avvenuto domenica alle ore 8:00 Gtm mentre il mezzo, che trasporta 37 lavoratori siriani in fuga dall'Iraq, stava attraversando la città irachena di Ratba, a 160 chilometri dalla frontiera con la Siria. I feriti sono stati condotti all'ospedale di Tanaf, a 300 chilometri da Damasco, mentre i cadaveri delle cinque vittime, che l'agenzia 'Sana' chiama "martiri", sono stati trasportati all'ospedale di Douma, nei pressi della capitale siriana. Il ministero degli esteri di Damasco questa mattina ha presentato una protesta ufficiale agli ambasciatori di Gran Bretagna e Stati Uniti sul suo territorio