Costa d'Avorio: Amnesty chiede una soluzione per rifugiati liberiani

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Alla vigilia della visita in Africa occidentale di una delegazione del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite e alla luce
dell'intensificarsi degli scontri intorno alla capitale liberiana Monrovia, Amnesty International ha chiesto ai paesi della regione e alla comunita' internazionale di fare il massimo per proteggere i rifugiati della Liberia e tutti coloro che sono coinvolti nei due conflitti in corso nella zona.

In un rapporto pubblicato oggi, intitolato Costa d'Avorio: nessuna via di fuga, Amnesty International ha chiesto alla comunita' internazionale di avviare un programma umanitario di evacuazione che comprenda il trasferimento in altri paesi di tutti i rifugiati che non sanno piu' dove cercare effettiva protezione.

All'inizio di aprile migliaia di persone, che una settimana prima
avevano lasciato la Costa d'Avorio per rifugiarsi in Liberia, hanno preso la direzione inversa a causa della crisi scoppiata nella zona in cui avevano cercato riparo. Questa situazione di frenetica migrazione, dominata dal panico, illustra il destino di decine di migliaia di persone (rifugiati liberiani, cittadini ivoriani e ulteriori persone provenienti da altre zone della regione) coinvolte loro malgrado in due conflitti: quello della Costa d'Avorio e quello della Liberia orientale.

La vita di circa 70.000 rifugiati liberiani, che erano riusciti a trovare riparo in Costa d'Avorio dopo lo scoppio della guerra in Liberia nel 1989, e' stata messa in pericolo dal nuovo conflitto che ha interessato la Costa d'Avorio a partire dal settembre 2002.

"I rifugiati liberiani sono vittime di atrocita', di razzie e di
maltrattamenti ad opera di coloro che prendono parte al conflitto. A volte sono costretti ad arruolarsi tra i combattenti oppure accusati di parteggiare per il nemico. Non possono tornare in Liberia, dove la situazione peggiora ogni giorno, e nessun paese confinante sembra disposto ad accoglierli perche' li considera causa di problemi" - ha denunciato Stefano Meoni, coordinatore Africa Occidentale della
Sezione Italiana di Amnesty International.

Il rapporto di Amnesty International contiene le testimonianze di molti rifugiati liberiani incontrati dall'organizzazione ad Abidjan, in Costa d'Avorio, nel marzo di quest'anno. Queste persone sentono di non poter avere via di scampo. La situazione e' particolarmnte grave nella Costa d'Avorio occidentale, dove vive la maggior parte dei rifugiati che da mesi a questa parte e' vittima di reclutamenti forzati
ad opera sia dei gruppi armati di opposizione che delle forze
governative.

"I rifugiati, specialmente quelli che vivono ad Abidjan, subiscono aggressioni, umiliazioni e talvolta anche arresti. I membri delle forze di sicurezza e una parte della popolazione, aizzati da certa stampa xenofoba, li considerano complici dei gruppi armati di opposizione che sono comparsi sulla scena nell'ovest del paese alla fine dello scorso novembre" - ha aggiunto Meoni.

Impossibilitati a rimanere in condizioni di sicurezza in Costa d'Avorio, decine di migliaia di disperati rifugiati liberiani hanno fatto rientro nel proprio paese, nonostante la guerra in atto. A loro si sono aggiunte decine di migliaia di ivoriani e di persone provenienti da altri paesi della regione. Secondo i dati resi noti nel marzo di quest'anno dall'Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati, circa 100.000 persone hanno cercato riparo in Liberia dopo lo scoppio del conflitto in Costa d'Avorio, anche se molte di esse sono state costrette a tornare in quest'ultimo paese.

In queste circostanze, Amnesty International ritiene che questi movimenti di popolazioni costituiscano un refoulement di fatto. Anche se le autorita' liberiane e ivoriane non espellono direttamente i rifugiati e la popolazione civile in fuga dalle zone di guerra, e' evidente che il conflitto finisce per spingere queste persone verso regioni in cui la loro sicurezza e' fortemente minacciata.

Pertanto, l'organizzazione per i diritti umani ha rammentato alla
comunita' internazionale che e' suo dovere assumersi la
responsabilita' di trovare una soluzione a questo problema. Se si vuole che questa crisi, in cui centinaia di migliaia di persone hanno perso tutto, cessi, e' indispensabile un'azione coordinata della comunita' internazionale, soprattutto in termini di finanziamento dell'azione umanitaria sul terreno.

Purtroppo, la comunita' internazionale si e' dimostrata lenta nel
reagire, nonostante gli sforzi dell'Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati, del Programma alimentare mondiale e del Fondo delle Nazioni Unite per l'infanzia. Le Nazioni Unite hanno lanciao diversi appelli per trovare fondi ma le somme finora raccolte sono inadeguate a risolvere gli enormi problemi creati da una delle piu' gravi crisi umanitarie del momento.

Amnesty International si e' appellata ai governo della Costa d'Avorio e ai gruppi armati di opposizione che operano in questo paese affinche' cessino immediatamente gli attacchi contro i rifugiati liberiani.

L'organizzazione preme inoltre sulla comunita' internazionale
affinche' trovi urgentemente una soluzione complessiva e di lungo termine alla crisi, in modo da assicurare una efficace protezione dei rifugiati liberiani e di tutti coloro che non possono restare nella regione e dovrebbero pertanto essere trasferiti altrove.

Il rapporto Costa d'Avorio: nessuna via di fuga e' disponibile presso il sito Internet di Amnesty International all'indirizzo: www.amnesty.org

Fonte: Amnesty International

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