Macedonia: armi leggere, problemi pesanti

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E' iniziata il primo novembre scorso una raccolta ufficiale di armi di piccolo calibro detenute illegalmente dai cittadini macedoni. Le autorità si sono dichiarate soddisfatte delle risposte ottenute nei primi dieci giorni. Intanto Saferworld pubblica un rapporto sulla diffusione degli armamenti leggeri nel Paese.

Sino allo scoppio delle ostilità, nel 2001, tra comunità albanese e slava della Macedonia in pochi percepivano l'urgenza di combattere la proliferazione di armi leggere in Macedonia. La questione è divenuta tragicamente palese con il conflitto ed il governo attuale, coalizione tra i socialdemocratici (SDSM) e la Lega democratica per l'integrazione (DUI), partito che rappresenta gran parte dell'elettorato albanese, ha dato priorità nella propria agenda politica all'approvazione di misure che limitino la proliferazione di armi leggere.

 

Campagna internazionale per il controllo dell'esportazione di armi: www.controlarms.org

Si calcola che siano circa 100.000 le armi leggere illegalmente detenute in Macedonia. Già ai tempi dell'indipendenza della Macedonia, nel 1991, si calcola che in Macedonia a fronte delle 52.000 armi legalmente denunciate ve ne fossero altrettante di illegali. La fine dei conflitti in Croazia e Bosnia Erzegovina ha "liberato ulteriori risorse". La crisi in Macedonia del 2001 ha certamente peggiorato la situazione. Le autorità macedoni hanno distribuito armi ai riservisti ed ai civili. Altre armi sono arrivate attraverso i confini poroso tra la Macedonia, il Kossovo ed il sud della Serbia.

In un recente rapporto, il centro di ricerca indipendente Saferworld, nota che in Macedonia, nonostante inefficienze e difficoltà il governo, sul tema della armi leggere, abbia imboccato la strada giusta dimostrando al propria volontà politica di affrontarlo e porvi rimedio. Sono state approvate due nuove leggi. La prima in merito alla fornitura, possesso e porto di armi leggere, che migliora le attuali procedure per ottenere il porto d'armi. La seconda ha aperto la strada per l'avvio, lo scorso 1 novembre, di un'amnistia sul possesso illegale di armi e la conseguente consegna di queste ultime alle autorità competenti.

"La prima fase della raccolta di armi leggere, condotta dal primo al 10 novembre, è da ritenersi soddisfacente" ha dichiarato Blagoja Markovski, responsabile per conto del governo del Centro per la raccolta delle armi. "314 fucili, 7668 munizioni di vario calibro, 157 bombe, 15 mine, 10 granate e sei lanciagranate, 71 chilogrammi di esplosivo e 225 detonatori, il risultato di questi giorni di raccolta", ha aggiunto che ha anche ricordato come a questo sono da affiancare le 165 richieste di porto d'armi che porterebbero a sanare una situazione attualmente illegale. [DS]

Altre fonti: Saferworld, Weapons Amnesty and Legalization in Macedonia.

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