Italia: spazio aereo civile per i velivoli militari senza pilota

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In assoluto silenzio sta per essere approvato al Senato il disegno di legge che aprirà parte dello spazio aereo civile ai velivoli a pilotaggio remoto (VPR) delle Forze armate per la "gestione di situazioni di crisi" tra cui "la lotta contro l'immigrazione clandestina e il terrorismo internazionale". Il DdL, già passato alla Camera lo scorso 21 aprile (Atto Camera 4414) è attualmente in "sede deliberante" in Commissione difesa (Atto Senato 2906) e dall'Odg della 127a seduta di mercoledì 16 giugno sarebbe stato rinviato, ma il vicepresidente della Commissione, Mario Palombo in un'intervita al periodico ISRJ (Intelligence, Surveillance, and Reconnaissance Journal) si dice certo che "la maggioranza della Commissione rigetterà gli emendamenti e voterà a favore della legge".

Tra gli emendamenti proposti uno chiede di disciplinare la materia in base alla normativa europea, tuttora mancante, mentre un altro propone che tali velivoli siano usati "solo in situazioni di crisi o di conflitto". Il DdL autorizza invece l'uso di questi velivoli da parte delle Forze armate, Aeronautica e Marina militare, per "attività operative e addestrative per la difesa e la sicurezza nazionale" (articolo 2 del DdL) in "spazi aerei determinati da un apposito documento tecnico-operativo" definito dall'Aeronautica militare in collaborazione l'Aviazione civile e l'Ente nazionale per l'assistenza al volo. Limitazioni che comunque non varrebbero in "situazioni di crisi o di conflitto armato". Nonostante i VPR siano impiegati da diversi Paesi, manca sia a livello internazionale che a livello europeo una specifica normativa che disciplini l'utilizzo di tali sistemi. "Se la legge passerà, cosa che mi auguro avvenga presto, l'Italia sarà un passo avanti rispetto agli altri Paesi" - afferma con orgoglio l'Ammiraglio Giampaolo Di Paola, Capo di stato maggiore della Difesa in una dichiarazione al periodico ISRJ.

Nel 2001, il Ministero della Difesa italiano ha acquistato per 60 milioni di dollari 5 velivoli "Predator" dalla General Atomic Aeronautical Systems di San Diego, California. Lo scorso febbraio uno di questi velivoli è precipitato ed è andato distrutto durante le operazioni di training dei "piloti" italiani bruciando 5 milioni di euro dei contribuenti.

Il Predator è un "velivolo di ricognizione", ma può essere dotato di missili Hellfire-C laser-guidati, che lo rendono un velivolo armato di alta precisione in grado di abbattere un carroarmato. Ogni velivolo può essere dotato di 4 missili Hellfire-C. I velivoli Predator italiani non dovrebbero essere armati di tali missili in quanto sono adattati e assemblati, su licenza della General Atomics, da una controllata della Galileo Avionica, gruppo Finmeccanica: la Meteor di Ronchi dei Legionari.

Si tratta di velivoli in grado di raggiungere una velocità massima di soli 250 Km/h, ma con un'autonomia di volo di tra le 17 e le 24 ore e con una capacità immediata di cambio della rotta. Sono apparecchi sofisticati con sensori a infrarossi e dotati di uno zoom in grado di registrare anche minimi dettagli, ai quali dovrà essere attribuito il codice di navigazione per scopi non militari. Il primo dei cinque Predator acquistati dall'Italia, nell'ambito di un programma interforze per la vigilanza dello spazio aereo e marittimo nazionale, dovrebbe essere operativo il prossimo anno. L'intento della Difesa è avere un'arma in più nella lotta al "terrorismo globale", ma da utilizzare anche, se non soprattutto, per contrastare la cosidetta "immigrazione clandestina". [GB]

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