Italia: al via la Campagna per controllo commercio delle armi

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La Rete italiana per il disarmo ha presentato ieri a Roma la campagna "ControllArmi", lanciata a livello internazionale col nome "Control Arms" nell'ottobre 2003 da una coalizione formata da Amnesty International, Oxfam e Iansa, con l'obiettivo di istituire un "trattato mondiale sul commercio degli armamenti", richiesta sostenuta da 20 premi Nobel per la pace. "La diffusione incontrollata degli armamenti, soprattutto di quelli leggeri - hanno spiegato i promotori della campagna italiana - è pericolosa per la sicurezza nel mondo e ha un costo elevato in termini di vite umane, di risorse e di opportunità per eliminare la povertà".

Ogni anno, in Africa, Asia, Medio Oriente e America latina si spendono in media 22 miliardi di dollari per l'acquisto di armi: una somma, sottolineano, che avrebbe permesso a quei Paesi di mettersi in linea con gli Obiettivi di sviluppo del Millennio, di eliminare l'analfabetismo (10 mld di dollari l'anno) e di ridurre la mortalità infantile e materna (12 mld di dollari all'anno). Oggi nel mondo ci sono circa 639 milioni di armi leggere, fabbricate da 1.135 imprese in quasi 100 Paesi; ogni anno, se ne producono 8 milioni. Da queste considerazioni - è stato sottolineato - devono discendere "scelte, mobilitazioni, politiche che possano favorire la diffusione di una reale sicurezza attraverso un controllo e una regolamentazione efficaci degli armamenti".

"L'Italia è il quarto produttore e il secondo esportatore mondiale di armi leggere" - ha ricordato don Tonio Dell'Olio, coordinatore di Pax Christi Italia, intervenendo all'incontro tenutosi a Palazzo Valentini, sede della Provincia di Roma. "Oggi nel mondo - ha aggiunto - c'è un volume di spese militari che non si registrava neanche durante la Guerra fredda, e l'industria bellica italiana non ha intenzione di perdere un mercato così fiorente. Ma la nostra legislazione è vecchia di 30 anni e ad oggi non disponiamo di nessuna forma di controllo sugli intermediatori internazionali di armi". Proprio per questo la Campagna "ControllArmi" si mobiliterà in Italia anche per l'introduzione di una legislazione specifica sull'export di armi leggere, in difesa della legge 185/1990 e per l'introduzione di una legislazione nazionale sugli intermediatori di armi.

Intanto la Campagna "Control Arms" valuta positivamente la decisione del Foreign Secretary britannico Jack Straw di sostenere in sede internazionale l'introduzione di un trattato mondiale sul commercio degli armamenti. "Lo scorso settembre ho annunciato che il Regno Unito intende promuore un tale trattato. Intendo dedicarci da oggi maggior tempo e attenzione" - ha detto Jack Straw. Il Foreign Secretary britannico ha voluto sottolineare che lo scopo è quello di arrivare "non ad un accordo volontario, ma ad un trattato che sia legalmente vincolante per tutte le parti e con sanzioni per coloro che lo violano".

Va ricordato che l'istituzione di un Trattato internazionale sul commercio delle armi è una delle principali raccomandazioni avanzate dal Rapporto "Our common interest" recentemente presentato dalla "Commission for Africa" promossa dal premier britannico Tony Blair. [GB]

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