Control arms: plauso per l'arresto di Viktor Bout, il 'signore della guerra'

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La campagna internazionale 'Control arms' esprime soddisfazione per l'arresto, avvenuto nei giorni scorsi in Thailandia, di Viktor Bout uno dei maggiori trafficanti mondiali di armi ricercato dall'Interpol per aver violato ripetuti embarghi delle Nazioni Unite. Ma sottolinea che "altri trafficanti potranno presto prenderne il posto ed operare spesso nell'impunità a causa della carenza di un'efficace regolamentazione internazionale del commercio di armamenti". Più del 95% dei traffici illeciti inizia infatti come esportazione legale di armi: "Per questo motivo è urgente giungere presto ad un Trattato internazionale del commercio di armi in grado di porre fine a trasferimenti di armi che finiscono col violare il diritto internazionale sui diritti umani" - affermano i promotori della campagna 'Control arms' lanciata a livello internazionale da Amnesty International, Oxfam e Iansa (International Action Network on Small Arms) e promossa in Italia dalla Rete Disarmo e dalla sezione italiana di Amnesty.

Un rapporto di Amnesty International del 2005 denunciava il coinvolgimento del trafficante russo Viktor Bout e di suoi stretti collaboratori per aver continuato ad armare segretamente tutte le parti in conflitto nella Repubblica Democratica del Congo (RDC) e per il traffico di diamanti. Bout era da tempo ricercato dall'Interpol per tutta una serie di traffici di armi verso paesi soggetti a embargo dell'Onu, come l'Uganda, Afghanistan, Angola, RDC, Liberia, Rwanda, Sierra Leone e il Sudan: le armi provenivano prevalentemente da paesi dell'ex patto di Varsavia come Bulgaria, Ucraina, Slovacchia, Kyrgyzstan. Un responsabile della polizia thailandese, il generale Pongpat Chayapan, ha spiegato che Bout è stato arrestato in seguito a un mandato di cattura spiccato dalla DEA (la Drug Enforcement Administration ) degli Stati Uniti. Ex agente del Kgb sovietico, considerato il più grande trafficante d'armi mondiale, Bout avrebbe, secondo i servizi di intelligence internazionali, una flotta di oltre cinquanta aerei disseminati in tutto il mondo.

"Bout è stato una figura centrale nelle guerre africane degli anni '90 e dei primi anni del 21esimo secolo" - riporta l'agenzia Fides. Guerre dove i contendenti locali, in gran parte soggetti non statali (guerriglieri, milizie, ecc..), combattevano per il controllo delle risorse di un territorio, dal legname ai diamanti. Risorse che erano depredate con la complicità di reti criminali transnazionali dotate di capacità logistiche e finanziarie di prim'ordine. "Praticamente non è esistita guerra africana degli ultimi 15 anni che non sia stata combattuta con armi trasportate dalla flotta aerea di Bout" - sottolinea l'agenzia Fides.

Ma Global Witness, l'organizzazione che per prima ha accusato Bout di trafficare armi verso i paesi africani in guerra, sottolinea che la possibilità di sfuggire per anni agli arresti è dipende anche dalla "complicità di alcune nazioni che sono membri permanenti del Consiglio di Sicurezza dell'Onu". "I russi - sembra - abbiano protetto Bout anche mentre era ricercato dall'Interpol, mentre alcuni individui all'interno della Cia (se non l'organizzazione in quanto tale) sembrano aver scoraggiato altre agenzie statunitensi dal ricercare Bout fintanto che era utile" - sottolinea Mitchell Prothero in un dettagliato articolo sul Guardian.

La trasmissione di Rainews24 "Matatu: l'Africa in marcia" in diretta oggi martedì 11 marzo dalle 10.35 curata da Elisa Marincola e Luca Gaballo dedica uno speciale alla figura di Viktor Bout ai traffici e ai commerci di armi, anche italiane, verso i paesi africani. La trasmissione sarà in replica anche su RaiTre mercoledi 21 marzo (ore 4.33), giovedì 22 marzo (ore 15.32) e venerdì 23 marzo (ore 10.03). [GB]

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