Campagna 'banche armate': un convegno di confronto

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Armi e risparmi, banche e trasparenza, eticità e cittadinanza. Sono i temi che la Campagna di pressione alle banche armate torna a sollevare in occasione del suo primo convegno nazionale dal titolo "Cambiare è possibile: dalle banche armate alla responsabilità sociale", in programma sabato 14 gennaio a Roma (Sala del Consiglio Provinciale - Palazzo Valentini, via IV Novembre 119/a ore 9.30-17). Il convegno è organizzato dalle tre riviste promotrici della campagna (Nigrizia, Mosaico di Pace, Pax Christi), in collaborazione con l'Associazione Finanza Etica (AFE) e con il patrocinio di Regione Lazio, Comune di Roma e Provincia di Roma.

Al confronto parteciperanno, insieme agli esponenti della società civile e del pacifismo (Alex Zanotelli, Giorgio Beretta, Riccardo Troisi), i rappresentanti della politica e degli enti locali (Walter Veltroni, Piero Marrazzo, Enrico Gasbarra, Giuseppe Cossiga, Luigi Nieri, Antonio Rosati), gli istituti di credito (Matteo Arpe - Capitalia, Mario Crosta - Banca Etica), i sindacati (Giuseppe Gallo - Cisl).

Un'occasione per discutere dei risultati raggiunti in questi anni dalla campagna contro il finanziamento delle banche all'esportazione delle armi e fare un punto sulle future azioni da intraprendere. "Le pressioni di cittadini, associazioni, organismi ed enti locali, hanno accresciuto la sensibilità di una parte degli istituti di credito verso una finanza etica", dice Marco Gallicani, Direttore dell'AFE.

Osservando i dati sul finanziamento all'esportazione delle armi, si nota in effetti come alcuni dei principali istituti di credito del nostro paese si siano diretti verso il miglioramento della propria responsabilità sociale. Unicredit ad esempio, che nel triennio 1999-2001 ricopriva un terzo delle autorizzazioni rilasciate dal Ministero dell'Economia, ha ridotto nel 2002-2004 la propria partecipazione al 5,7% ed un impegno a "non assumere più nuovi contratti di questo tipo". Banca Intesa, che ricopriva un ruolo di prim'ordine nel settore (il 18,5%), ha diminuito la consistenza delle proprie operazioni al 6,7%, con una significativa ulteriore riduzione nell'ultimo anno. Esce invece definitivamente dal commercio delle armi il Gruppo MPS, che comunque ricopriva già un ruolo secondario.

"Adesso - aggiunge Gallicani - alcuni di questi istituti hanno fatto della finanza etica un prodotto da vendere, che sta acquisendo un mercato sempre più ampio. Proprio in questi giorni sulle prime pagine di tutti i giornali si parla dell'etica negli investimenti e nei finanziamenti. Questo mostra la validità e l'importanza del lavoro che noi stiamo facendo da anni".

"In questo contesto -aggiunge Giorgio Beretta esponente della Campagna- il commercio delle armi costituisce il più delle volte la "cartina di tornasole" per esaminare il grado di coerenza e di "eticità" di tante iniziative. Forse per questo, senza dover ricorrere a spot sui media e a testimonial d'eccezione, questa Campagna è stata subito capita e messa in atto da chi ha voluto capire".

Il convegno sarà un'occasione anche per denunciare nuovamente il tentativo da parte del governo di eludere la trasparenza sulle operazioni degli Istituti di credito in appoggio al commercio delle armi, attraverso la riforma della legge 185/90, nel settore una delle normative più all'avanguardia del panorama europeo. Gli intenti del governo emergono chiaramente nei dati del 2004 sul valore delle autorizzazioni concesse alle banche ad operazioni di esportazioni di armi: 1,3 miliardi di euro, quasi il doppio rispetto alla media dei tre anni precedenti, attestata intorno ai 690 milioni di euro.

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