Sempre più pesticidi nelle acque italiane: l’agricoltura sconta gli errori del passato

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Se dovessimo nominarli tutti, non ci basterebbero gli spazi di questa rubrica: stando all’ultimo rapporto dell’Ispra, sono infatti 259 i pesticidi che hanno contaminato le acque italiane nel biennio 2015-16. Sono stati ritrovati pesticidi nel 67% dei 1554 punti di monitoraggio delle acque superficiali e nel 33,5% dei 3129 punti delle acque sotterranee, con valori superiori agli standard di qualità ambientale nel 23,9% delle acque superficiali e nell’8,3% delle fonti sotterranee. A far la parte del leone sono gli erbicidi, a cominciare dal glifosate. Parliamo della stessa sostanza il cui uso l’Unione Europea ha prorogato solo pochi mesi fa, al termine di un processo molto controverso.

Le annotazioni più interessanti dell’Ispra riguardano proprio la valutazione degli impatti. Sulla scorta di quanto già riconosciuto dai tre comitati scientifici della Commissione Europea, i ricercatori ministeriali sottolineano che la valutazione preventiva del rischio manca di realismo e comporta un’elevata incertezza sulle conseguenze della contaminazione. Questi fenomeni infatti seguono vie complesse e difficili da prevedere, che risentono della persistenza delle sostanze e di dinamiche idrologiche spesso molto lente. La stessa Ispra riconosce che i dati, già preoccupanti, vanno considerati una stima al ribasso.

La sostenibilità dell’inquinamento chimico, avvertono gli autori del rapporto, “non può essere riferita semplicemente al rispetto di determinati limiti di legge”, ma deve basarsi su una valutazione complessiva dell’ambiente e della capacità degli ecosistemi di rispondere. Ecco perché alla diminuzione delle vendite di prodotti chimici, in sé positiva, non corrisponde un’analoga diminuzione della frequenza di pesticidi nelle acque.

Nel periodo 2003-2016, oltre al numero di sostanze trovate sono aumentati anche i punti interessati dalla presenza di pesticidi, cresciuti di circa il 20% nelle acque superficiali e il 10% in quelle sotterranee. I benefici della riduzione dei pesticidi si vedranno solo in futuro. Nel frattempo, dobbiamo ripensare a fondo il modello di agricoltura che ci ha portati a questi esiti.

Gaetano Pascale da Slowfood.it

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