Wto: servizi, critiche sul 'devastante' testo Ue

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Come ormai tradizione, nella notte che si annuncia come decisiva per il successo di questo vertice, le ong internazionali trafugano il documento negoziale con il quale il Commissario al Commercio Peter Mandelson, sembra "con la benedizione del segretario generale", si presenta nella green room di questa notte offrendo agli altri negoziatori un'unica opzione: prendere o lasciare. Nel testo, rispetto all'Annesso C del testo sui Servizi nel quale si dovevano presentare, se non date, quantomeno obiettivi qualitativi negoziali vincolanti, ora l'Ue chiede che "per raggiungere una progressiva liberalizzazione del commercio dei servizi, con una flessibilità 'protettiva' per Paesi membri in via di sviluppo stabiliti, i Paesi membri si debbono sforzare per assicurarsi che il proprio rinnovato impegno raggiunga gli obiettivi stabiliti".

Gli "Amici della liberalizzazione dei Servizi", di cui l'UE e' membro di primo piano, cerca di ottenere che la liberalizzazione dei servizi sia inserito nella forma attuale come elemento chiave di tutto il negoziato. Secondo un cartello di organizzazioni della società civile, tutto questo avrebbe un impatto devastante sulla capacita' dei paesi impoveriti di sviluppare e gestire i propri servizi e di regolarli nell'interesse dei cittadini, assicurando loro pari accesso a servizi pubblici di qualita' per tutti. Molti Paesi in Via di Sviluppo hanno mostrato la loro ferma opposizione a cambiamenti cosi' sostanziali all'architettura dell'accordo sui servizi (Gats). "Non solo l'UE insiste per un inserimento della liberalizzazione dei servizi, come condizione per continuare i negoziati in agricoltura, ma e' altrettanto chiaro che sta cercando di raggiungere il massimo risultato possibile" dicono le organizzazioni.

E sulla posizione del Governo italiano ad Hong Kong interviene l'Osservatorio Tradewatch che le considera inaccettabili e contro il multilateralismo. "Di fronte al palese fallimento della strategia negoziale dell'UE, ossessionata da richieste esagerate ai Paesi poveri sulla liberalizzazione dei servizi, il governo italiano rincara la dose contro i paesi del Sud del mondo, additando Indonesia, Brasile, India, Namibia, Argentina, Venezuela e Filippine come i responsabili della situazione" dicono le organizzazioni di Tradewatch.

"E' gravissimo che l'Italia e l'Europa, i principali attori del disastro di Cancun due anni fa, e ora delle tensioni negoziali esplose intorno alla 'mina servizi' da loro innescata, insultino i Paesi del Sud del mondo per esprimere chiaramente i loro bisogni industriali e di sviluppo. Invece di proporre un cambiamento di rotta salutare per i cittadini europei ed i poveri del Sud del mondo, il vice-ministro Urso difende a spada tratta il fallimentare atteggiamento negoziale del commissario europeo Peter Mandelson, che obbedisce solamente alle lobby industriali.

"Se Hong Kong fallirà non sarà colpa dei paesi incriminati dal vice-ministro Urso, ma solamente di chi come lui pensa di farla franca con i soliti trucchetti degli anni passati, dimenticando che la geografia economica e politica del mondo è cambiata. Ad Hong Kong è il governo che sta ballando sul Titanic, non il Sud del mondo, e lo sa bene perché ogni svendita dell'Italia nel negoziato commerciale ed ogni insulto a partner economici importanti del nostro paese, come l'Argentina, si pagherà con una perdita di consenso elettorale". Le offerte fatte dai Paesi del Nord del mondo, Unione Europea in prima linea, sono così risibili, mentre le loro richieste così insistenti, che non è un caso che G90 e G20 abbiano deciso di adottare una linea negoziale comune. "Noi siamo uniti per lo sviluppo. Questo è un momento storico, ben 110 Paesi Membri del Wto su 149 si mettono insieme per tutelare gli interessi comuni. E' un atto molto concreto, non qualcosa di vanamente retorico". La coesione del fronte di tutti i Paesi del Sud del mondo è stata così confermata dalle parole del ministro del Commercio del Brasile, Celso Amorim. [AT]

Fonte: Tradewatch, Nigrizia.it

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