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Tav: Matteoli e Lunardi in difesa dei profitti
Responsabilità sociale d'impresa
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Dopo le proteste dei Comitati della Val di Susa contro il progetto Tav - Treno alta veolocità Torino Lione - arrivano le prime denunce a cui si aggiungono le esternazioni attribuite al ministro dell'Ambiente Altero Matteoli e al ministro delle Infrastrutture Pietro Lunardi, finora non smentite. Il ministro Matteoli avrebbe dichiarato che "i comitati che insorgono contro ogni cosa che si vuole fare non rappresentano più un legittimo intervento dei cittadini in una democrazia, ma un modo strumentale per creare violenza". L'associazione fiorentina Idra interviene in solidarietà con i Comitati NoTav ricordando che "decine di migliaia di cittadini e le autorità pubbliche locali che da anni manifestano con competenza e nonviolenza la propria indisponibilità a subire le conseguenze di un progetto fortemente discusso e opinabile risulterebbero associati ad atti (come il pacco bomba dimostrativo sulla statale 25, o altri volantini rinvenuti) che con ogni evidenza non appartengono alla loro tradizione di civilissima lotta". Per Idra queste dichiarazioni vorrebbero liquidare la richiesta di partecipazione democratica di "queste decine di migliaia di cittadini attivi e consapevoli, guidati dai loro stessi sindaci e dai presidenti delle comunità montane".
"Queste proteste di questi nullafacenti che non hanno niente da pensare, che si radunano e fanno fiaccolate a noi non ci preoccupano assolutamente. Io credo che sia un problema per il ministro degli Interni, e noi andiamo avanti con i nostri progetti e con gli impegni che abbiamo preso con l'Europa". Sono le dichiarazioni rilasciate oggi al TG5 sulla situazione in Val di Susa (servizio di Fabio Lombardi alle ore 13) dal ministro delle Infrastrutture Pietro Lunardi. Secondo l'associazione Idra, parte civile nel mega-processo penale in corso presso il Tribunale di Firenze per i danni ambientali derivati della cantierizzazione TAV fra Bologna e Firenze, "offendere dei cittadini che manifestano per la tutela dei propri diritti, insultare dal Palazzo chi protesta in modo civile e nonviolento, contribuisce oggettivamente ad alimentare la tensione e non giova a quel confronto sereno e documentato che certamente lo stesso ministro auspica". Per questo Idra torna a chiedere a Berlusconi di intervenire, e si riserva di richiedere un incontro chiarificatore al fine di evitare un'evoluzione antidemocratica dell'intera vicenda.
La Tav è il più grande progetto di infrastruttura mai realizzato nel nostro paese: 26 mila miliardi d'appalto nel '92 che ne valevano già 140mila nel 1998, secondo stime e proiezioni indipendenti. Il progetto Tav in Val di Susa prevede tra le opere il contestato tunnel da 52 Km da St.Jean de Maurienne a Venaus, realizzato con due gallerie parallele, una per il traffico e una per i soccorsi. Lo scavo produrrà 15 milioni di metri cubi di detriti con presenza di amianto e uranio: di questi metà verranno sparsi in Val di Susa, ai quali si aggiungeranno quelli dei successivi 2 tunnel (Bussoleno 12 Km e Gravio-Musinè 23 Km) che attraverseranno la vena amiantifera sullo spartiacque tra le valli di Lanzo e Susa. Lo scavo prosciugherà molte falde che alimentano gli acquedotti della valle, mentre le realizzazione del piazzale di stazionamento per i treni - una diga di terra che sbarrerà il vallone di Chianocco - è ad altissimo rischio idrogeologico. L'impresa che si è proposta per la realizzazione del versante francese è curiosamente la Rocksoil del Ministro Lunardi (intestata alla moglie).
Il costo di realizzazione si aggira intorno ai 16 miliardi di euro, ma come insegna l'esperienza del Tav Bologna-Firenze, la spesa complessiva potrebbe benissimo quadruplicare - come precisa in un articolo l'analista finanziario Roberto Cuda. Si tratta quasi interamente di soldi pubblici, presi a prestito dalla banche e garantiti dallo Stato, che dovrà restituirli nei successivi 20 o 30 anni. Secondo uno studio commissionato dalla Comunità Montana Bassa Valle di Susa alla Società di ingegneria dei Trasporti Polinomia, ad opera ultimata i costi di gestione potrebbero essere a pareggio solo se sulla linea transitassero almeno 40 milioni di tonnellate di merci all'anno, per un totale di 350 treni al giorno, uno ogni 4-5 minuti, lunghi 1500-2000 metri, alla velocità di 150 Km/h, alternati a treni passeggeri a 300 Km/h. L'ipotesi è del tutto improbabile e questo provocherà perdite economiche per decine di anni, che verranno naturalmente scaricati sui cittadini in termini di tagli ai servizi pubblici. La Tav promette di risparmiare sul tempo di percorrenza circa 157 minuti sugli attuali 257, ma si calcola che spendendo molto meno nel potenziamento delle linee attuali si potrebbe velocizzare i tempi di almeno un terzo e aumentare il passaggio delle merci dalla gomma al treno, dal momento che le attuali ferrovie sono utilizzate solo al 50% della loro capacità.
La Tav promette di risparmiare sul tempo di percorrenza circa 157 minuti sugli attuali 257, ma come ricorda Roberto Cuda, si calcola che spendendo molto meno nel potenziamento delle linee attuali si potrebbe velocizzare i tempi di almeno un terzo e aumentare il passaggio delle merci dalla gomma al treno, dal momento che le attuali ferrovie sono utilizzate solo al 50% della loro capacità. Ma se a perderci saranno i cittadini e lo Stato, a guadagnarci saranno certamente le imprese appaltatrici. Oltre alla citata Rocksoil di Lunardi per la parte francese, sul versante italiano la fetta più grossa andrà all'Impregilo, al quale verrà affidata la realizzazione del progetto. Quotata in Borsa, con un fatturato consolidato 2004 di 2.999 milioni di euro, Impregilo è controllata da alcuni azionisti di riferimento quali Igli Spa (società veicolo costituita da Gruppo Gavio, Gruppo Techint, Autostrade spa, Efibanca e Sirti) che detiene il 16,89%, Gemina con una quota dell'11,829%, Banca Popolare di Milano con il 3,084%, Assicurazioni Generali spa (2,136%) e Lazard AM (2,015%). Il restante 64,046% del capitale è rappresentato da flottante. L'impegno dell'azienda in opere di tale impatto sociale e ambientale, del resto, non è nuovo. Dalla diga di Chixoy in Guatemala alla diga di Ilisu nel Kurdistan turco, fino il mega-progetto Lesotho Highlands Water Project, per il quale è in corso un processo per corruzione, l'Impregilo si è distinta nella sua storia per una serie di opere al centro di aspre critiche da parte di comunità locali, associazioni ambientaliste e per i diritti umani. [AT]
Altre fonti: Appunti finanziari
Approfondimenti: Lettera aperta dell'europarlamentare Monica Frassoni a Mercedes Bresso, Il mito dell'alta velocità in Italia