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Protocollo di Kyoto: azioni di Legambiente e Greenpeace
Responsabilità sociale d'impresa
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Sabato scorso, 16 febbraio, in occasione del terzo anniversario del Protocollo di Kyoto Legambiente si è data appuntamento a Saline Joniche (Reggio Calabria), indicendo la sua Giornata annuale di mobilitazione nazionale contro l'uso del carbone nelle centrali termoelettriche. E nel suo dossier "No al carbone" riporta come le centrali a carbone italiane nel 2006 hanno emesso 42,2 milioni di tonnellate di CO2, il 30% delle emissioni del settore termoelettrico, per produrre solo il 14% dell'elettricità' nazionale. Nel 2006 la centrale più inquinante è stata quella Enel di Brindisi sud (con 14,4 milioni di tonnellate di CO2 emesse), seguita dalla centrale Endesa di Fiumesanto (4,8) e da quella Enel di Fusina (4,6).
Proprio a Saline Joniche una società svizzera sta progettando di costruire una nuova centrale a carbone da 1200 MW. Un progetto che va in direzione totalmente contraria a quanto auspicato da Legambiente, impegnata in prima linea per rilanciare l'idea di uno sviluppo diverso. "Quella del carbone - dice Vittorio Cogliati Dezza, presidente nazionale di Legambiente - è una politica industriale delle aziende elettriche che nessun governo italiano finora ha voluto contrastare. Approvare due finanziarie, come quelle 2007 e 2008, con importanti provvedimenti sui temi dell'efficienza energetica e dello sviluppo delle fonti rinnovabili, e contemporaneamente acconsentire alla politica di riconversione a carbone delle principali centrali termoelettriche italiane, o alla costruzione di nuove, è una evidente contraddizione. Che l'Italia non può più permettersi se vuole evitare le multe salate previste per chi non rispetterà gli obblighi di Kyoto". Nei giorni scorsi Legambiente ha reso noto anche il Rapporto Ambiente Italia 2008 per raggiungere gli obiettivi prefissati dal Protocollo di Kyoto.
E per celebrare il terzo anniversario del Protocollo di Kyoto, da sabato scorso gli "elettricisti verdi" di Greenpeace stanno sostituendo in tutta Italia lampadine incandescenti con lampadine a risparmio energetico. L'attività fa parte della campagna "Bando alle Incandescenti", lanciata lo scorso ottobre da Greenpeace per chiedere alle maggiori catene della grande distribuzione di rimuovere dai propri scaffali le lampade nemiche del clima. "Il governo italiano ha già messo al bando le incandescenti a partire dal 2011: continuare a commercializzare lampade incandescenti è un crimine contro l'ambiente" - afferma Greenpeace.
Passare a lampadine fluorescenti compatte permette di risparmiare fino all'80% per cento di elettricità ed emissioni di gas serra. "Spegnere le luci per un'ora in uffici, palazzi comunali e negozi è un'importante iniziativa di sensibilizzazione. Ma è cambiando gli elettrodomestici inefficienti che possiamo realmente salvare il clima". Già solo rimuovendo le lampadine incandescenti dalle case degli italiani potremmo evitare l'immissione di tre milioni di tonnellate di CO2, pari a circa il tre per cento del deficit dell'Italia dagli obiettivi di Kyoto. Un ritardo che dall'inizio dell'anno a oggi è già costato al Paese circa 230 milioni di euro - segnala Greenpeace. [GB]