Olimpiadi: pessimo affare, a Trento sponsor bloccati

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Continua il 'tour promozionale' della fiaccola olimpica in Italia dove i principali protagonisti degli eventi sono proprio gli sponsor. Nella tappa di Trento si è assistito all'assurdo scippo della fiaccola olimpica da parte di un gruppetto di anarchici. Molto più significativo è stato il blocco stradale nonviolento al passaggio degli sponsor , realizzato da una rete sociale che legava il Gruppo di Azione Nonviolenta con i Disobbedienti. I camion della Coca Cola e degli altri sponsor non sono passati mentre nessun problema c'è stato per la fiaccola olimpica, che i manifestanti hanno lasciato passare applaudendo. L'azione ha puntato il dito contro la sponsorizzazione delle Olimpiadi da parte del colosso di Atlanta che si è macchiato di comportamenti antisindacali in Colombia. La manifestazione è poi continuata in centro con la simulazione di quattro tedofori che si erano trasformati in 'boicottofori' della Coca-Cola.

In relazione alle dichiarazioni del sottosegretario Pescante, sulle manifestazioni anti coca cola avvenute a Trento durante il passaggio della fiamma olimpica definendo uno scippo l'utilizzo di un avvenimento come le olimpiadi ad uso esclusivamente politico, risponde il senatore Francesco Martone. "E' alquanto stravagante e comunque fuoriluogo l'intervento di Pescante, specialmente mentre in Senato il Governo sta "scippando" le funzioni del Parlamento con un decreto legge riguardante le Olimpiadi di Torino 2006, per inserirvi con un maxiemendamento (sul quale sarà posta la fiducia) un intero disegno di legge, quello del Ministro Fini sulla tossicodipendenza.

Il sottosegretario farebbe bene a criticare il comportamento del suo Governo, che sta "usando" politicamente le prossime Olimpiadi invernali per meri interessi e rapporti interni alla Casa delle libertà. Anzi per dirla come Pescante, stiamo assistendo in queste ore in aula a quello che non è mai successo in 2700 anni di Olimpiadi".

Che queste Olimpiadi siano solo un ottimo affare per le grandi imprese edili, di abbigliamento sportivo, sponsor e reti televisive, lo dice anche il Coordinamento Lombardo Nord Sud del Mondo di Milano che sarà presente in piazza domenica 29 gennaio per il passaggio della fiamma olimpica. Le Olimpiadi veicolano soprattutto la pubblicità diretta e indiretta delle più grandi ditte di abbigliamento sportivo, con le forniture agli atleti e l'acquisto di spazi pubblicitari. Tra queste imprese compaiono imprese come Fila, Puma, Lotto, Nike, Adidas, Asics che sono accusate di sottopagare e di sfruttare i lavoratori in ambienti insalubri dove i diritti sindacali sono negati. La campagna di pressione 'www.abitipuliti.org Abiti Puliti' chiede al Comitato olimpico internazionale di inserire il rispetto dei diritti dei lavoratori tanto nella Carta olimpica quanto nei contratti commerciali e di licenza, oltre alla disponibilità a partecipare a una commissione di vigilanza congiunta.

Tra gli altri sponsor si può trovare Mc Donald's che è oggetto di una campagna di boicottaggio internazionale per la pessima qualità dei cibi venduti e la costante repressione dei diritti sindacali. Si aggiunge quindi Finmeccanica, società italiana a partecipazione pubblica e ottava holding mondiale nel settore della difesa, da cui ricava il 65% dei suoi profitti. Migliaia di firme raccolte in Italia e l'opposizione di Amnesty international non sono bastate ad escludere Finmeccanica dagli sponsor ufficiali di Torino 2006. Non poteva non mancare General Electric, da mezzo secolo arma la "difesa" americana producendo cannoni e aerei, navi ed elicotteri militari, fornisce energia elettrica alle basi militari USA in Afghanistan e fa affari miliardari in Iraq. Inoltre è proprietaria dell'NBC, la rete tv che ha l'esclusiva sulle Olimpiadi. Infine troviamo San Paolo Imi che è una delle banche maggiormente coinvolte nel commercio di armi e poi Telecom con il lavoro precario e Texaco attualmente sotto processo per 85 miliardi di rifiuti tossici riversati in 600 pozzi nell'Amazzonia ecuadoriana tra il 1964 e il 1992.

Me le Olimpiadi sono un pessimo affare per le pubbliche amministrazioni che le ospitano. Finora i bilanci olimpici si sono sempre chiusi con pesanti passivi di miliardi di dollari. Nel caso di Torino, l'impegno finanziario pubblico è almeno triplicato (circa tre miliardi di euro) rispetto alle previsioni del 1999, senza che per questo la cittadinanza locale sia mai stata consultata. Le Olimpiadi sono un pessimo affare per l'ambiente in quanto si costruiscono giganteschi impianti sportivi serie valutazioni di impatto ambientale e di ipotesi di recupero ambientale, tipo il nuovo stadio per il pattinaggio di velocità su ghiaccio di 1 milione di metri cubi. Queste costruzioni rischiano di rimanere cattedrali nel deserto inutilizzate o sotto utilizzate. In Piemonte, nel 1999, i praticanti di questo sport erano 18. A questo si aggiunge un pessimo affare dal punto di vista sociale, dei diritti sindacali e della sicurezza dei lavoratori: su 22 cantieri controllati da ispettori tra maggio e luglio 2004, solo 9 sono stati trovati a norma. Dall'apertura dei cantieri si contano tre morti sul lavoro e molti incidenti non fatali. [AT]

Altre fonti: Coordinamento Lombardo Nord-Sud del Mondo, Comitato NoOlimpiadi!

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