Olimpiadi: crescita 'pubblica', ma non diritti umani

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Ormai è alle porte il grande evento olimpico che dal 10 febbraio 2006 intratterrà gli appassionati per 17 giorni per la consegna di un'ottantina di medaglie. Uno studio presentato da Confindustria rassicura che Olimpiadi invernali Torino 2006 comporteranno una crescita del valore aggiunto di 17,4 miliardi di euro, 57 mila posti di lavori in più all'anno pari ad un aumento dell'occupazione dello 0,2%, mentre gli effetti sul Pil nazionale saranno di una crescita dello 0,2%. I costi dell'operazione olimpionica sono stimati in 2 miliardi di euro, per la maggior parte coperti da finanziamenti pubblici. Gli attori principali sono il Toroc, il Comitato organizzatore che decide quel che serve e l'Agenzia Torino 2006, ente pubblico istituito con la legge 285 del 2000 che l'ha anche dotato dei primi 1.901 miliardi di lire per finanziare i lavori. La rivista Altreconomia sottolinea nel numero di novembre come "alla fine i denari pubblichi che lo Stato, la Regione Piemonte e il Comune di Torino avranno messo a disposizione dell'Olimpiade saranno molti di più".

Ma come si finanzia il Toroc? Attraverso la cessione di diritti televisivi, sponsorizzazioni e vendita di biglietti e la cessione del marchio. A vedere bene tra gli sponsor compaiono per il settore armiero Finmeccanica, per l'abbigliamento sportivo Nike, alimentazione McDonald's e infine la più famosa Coca Cola. E sulla multinazionale di Atlanta si rialza l'attenzione da parte della Rete per il boicottaggio (Reboc) continua a chiedere il rispetto dei lavoratori del sindacato SINALTRAINAL che in questi anni sono stati minacciati e uccisi negli stabilimenti di imbottigliamento della multinazionale delle bollicine. Dopo la mediazione di Veltroni e l' accordo sulla Commissione d'inchiesta indipendente che a marzo 2006 si recherà in Colombia per verificare le accuse del sindacato colombiano, la Reboc invita a continuare il boicottaggio, anche in occasione del passaggio della Fiaccola Olimpica per le città italiane. In partenza giovedì 8 da Roma, la Fiaccola sarà trasformata da simbolo di pace a strumento di marketing con un operazione che è costata circa 55 milioni di dollari.

Il comitato organizzatore italiano, Toroc, ha adottato una "Carta di intenti" contenente una serie di principi etici ai quali di dichiara di attenersi nello svolgimento delle sue attività. La Campagna Biancaneve - per la responsabilità sociale e ambientale di Torino 2006, promossa dai nodi di Torino e Biella della Rete di Lilliput, giudica vaghi gli impegni assunti, e lo dimostra il fatto che uno dei maggiori sponsor delle olimpiadi è Finmeccanica, uno dei principali produttori mondiali di sistemi di armamento. Queste Olimpiadi di Torino sono per la campagna "Gioca Pulito alle Olimpiadi" una tappa intermedia verso Pechino 2008. L'ITGLWF (federazione internazionale dei sindacati dei lavoratori dell'abbigliamento) che aderisce alla Play Fair Alliance ha avviato un programma di formazione dei sindacati affiliati in Asia sulla filiera dello sport e sugli strumenti di tutela sindacale in collaborazione con ong locali.

Senza esito è rimasto il tentativo di indurre il Comitato Olimpico Internazionale (CIO) a inserire il rispetto dei diritti dei lavoratori fra i principi della Carta Olimpica e nei contratti di licenza e sponsorizzazione. Il CIO ha opposto a lungo un muro di silenzio e solo negli ultimi mesi si è reso disponibile a un incontro fra rappresentanti della campagna e del suo settore commerciale. La Federazione Mondiale dei Produttori di Articoli Sportivi (WFSGI), che rappresenta più di cento imprese e associazioni commerciali del settore, ha recentemente istituito una commissione sulla responsabilità sociale che ha tenuto il suo primo incontro a Shanghai nel marzo scorso. La WFSGI ha discusso del "Programma di Lavoro" presentato dalla Play Fair Alliance un anno prima, ma non ha ancora fornito indicazioni di come intende confrontarsi con le richieste che le sono state avanzate, né ha chiarito perché la maggior parte delle imprese associate non applicano neppure il suo codice di condotta. [AT]

Altre fonti: Campagna Abiti Puliti, Campagna di boicottaggio Coca-Cola, Espressonline

Approfondimenti: Comitato No Olimpiadi!, OMERO (Olympics and Mega Events Research Observatory

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