Nicaragua: risarcimento e accordo per i bananeros

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Un giudice del lavoro nicaraguense, Socorro Toru㱀o, ha stabilito che 150 lavoratori danneggiati in modo irreversibile dai pesticidi utilizzati negli anni '60 e '70 nelle piantagioni di banane hanno diritto ad un risarcimento complessivo di 97 milioni di dollari. I pesticidi sotto accusa erano vietati dalla legislazione statunitense. La sentenza, che dovrà essere resa esecutiva negli Stati Uniti, riguarda cinque compagnie: Dole Food Company, Standard Fruit Company, Dow Chemical, Occidental Chemical Corporation e Shell. Gli avvocati dei denuncianti hanno prodotto 27 documenti interni alle compagnie, da cui è emerso come esse fossero a conoscenza dei rischi dei pesticidi Nemagon e Fumazone, che continuarono ad utilizzare nei Paesi centro-americani, anche dopo che erano stati vietati negli Usa.

Tra i documenti presentati dall'accusa c'è una lettera di Dow Chemical, produttrice dei due pesticidi, a Standard Fruit Company, in cui avvertiva quest'ultima sui rischi dei due prodotti, invitandola a calcolare rischi e benefici di un loro utilizzo, a fronte di possibile future richieste di risarcimento danni. Nell'accordo finale tra le due compagnie, Standard Fruit Company si assumeva tutti i rischi e le responsabilità derivanti dall'utilizzo del Fumazone, impegnandosi ad indennizzare Dow Chemical in caso di richieste di risarcimento. I danni subiti dai lavoratori comprendono sterilità totale o parziale, danni al sistema nervoso, problemi polmonari, gastrointestinali e renali, irritazioni alla pelle, e altri danni fisici e morali.

Un tassello di una lunga lotta dei lavoratori delle bananeras ammalati a causa del Nemag㳀n continuano a chiedere al governo il rispetto sull'accordo per l'assistenza e le cure. Tra i punti principali delle richieste ci sono la copertura delle spese mediche delle migliaia di persone ammalate a causa del Nemag㳀n, l'introduzione nella Commissione Parlamentare Economica del progetto di legge per una Pensione Vitalizia, la riforma all'articolo 1 della Legge 456 per riconoscere l'insufficienza renale cronica come malattia professionale. Il resto dei 19 punti presentati alle Istituzioni nicaraguensi nel lontano 15 marzo del 2005 erano già stati affrontati e praticamente risolti durante le negoziazioni con il governo sfociate negli Accordi preliminari del 13 maggio. Ancora nessun riscontro dal governo dopo sei mesi di accampamento passati davanti all'assemblea nazionale, sotto il sole soffocante estivo dei primi mesi e le piogge torrenziali dell'inverno tropicale, protetti solo da misere tende di plastica e con il cibo che scarseggia ogni giorno di più.

Nessuna decisione è stata presa dall'assemblea nazionale e per questo i "bananeros" hanno deciso di iniziare uno sciopero della fame e della sete che li ha portati sull'orlo della morte, di un sacrificio estremo per convincere i deputati, che hanno sospeso i lavori parlamentari e se ne sono andati "tranquillamente" in vacanza fino al 5 settembre, disinteressandosi completamente di quanto succedeva nei locali della Croce Rossa. Ecco che i bananeros hanno deciso di occupare i locali della Croce Rossa ed impedendo le donazioni di sangue, vitali per gli ospedali della capitale. Con questa emergenza c'è stato un incontro con un deputato del Frente Sandinista (Fsln), José Figueroa che di fronte alla risolutezza degli scioperanti è stato delegato dal Parlamento a iniziare una trattativa per raggiungere degli accordi a cui hanno partecipato anche varie organizzazioni della società civile.

Giovedì 11 agosto, dopo quasi quattro giorni di sciopero e con i fisici quasi completamente disidratati, le dodici persone in sciopero della fame e della sete hanno finalmente deciso di sospendere lo sciopero a seguito della firma degli Accordi con la Giunta Direttiva della Asamblea Nacional. Immediatamente sono stati soccorsi dal personale medico per sottoporli a una cura di reidratazione e tre delle donne presenti sono state ricoverate per le condizioni delicate in cui si trovavano. Si è quindi conclusa in questo modo un'ennesima tappa di questa lotta infinita che si protrae da quasi sei mesi e che si spera possa terminare con successo durante le prossime settimane. Chiaro e duro il commento di Giorgio Trucchi dell'Associazione Italia-Nicaragua: " Quello che dovrebbe essere un caso sociale, un caso di Stato, dove le istituzioni dovrebbero essere in prima linea per far sì che i propri cittadini ammalati possano far valere i propri diritti negati e violati, diventa sempre di più un caso in cui lo Stato non solo è assente, ma rende ancora più penoso e stridente il vuoto che si è creato tra il mondo della politica nicaraguense e i settori più emarginati di questo paese". [AT]

Altre fonte: Responsabilità Sociale delle imprese News

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