Nicaragua: elezioni e bananeros ancora in marcia

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A due mesi scarsi dalle elezioni municipali, in Nicaragua la situazione è ancora abbastanza intricata. Al contrario del 2000 quando si presentarono solo 4 partiti, quest'anno le formazioni saranno 13 ma sono solo 3 quelle veramente forti: Frente Sandinista de Liberaciòn Nacional (FSLN) in alleanza con la Convergencia Nacional, Partido Liberal Constitucionalista (PLC) e la Alianza por la Republica (APRE). Il FSLN ha iniziato una serie di alleanze con singole personalità, non necessariamente legate a partiti, soprattutto in quelle località (centro e nord del paese) dove storicamente il FSLN subisce pesanti sconfitte elettorali. Il PLC, che nel 2000 aveva conquistato 94 dei 152 comuni, questa volta si presenta da solo alle elezioni. Sia il partito evangelico Camino Cristiano che la ex Contra (Partido de la Resistencia Nicaraguense) hanno deciso di presentarsi soli all'appuntamento elettorale. Anche i piccoli partiti che escono dall'esperienza liberale hanno formato alcune alleanze interne senza nessuna possibilità di vittoria. In queste elezioni il PLC potrebbe perdere una serie di comuni a favore del Frente Sandinista e forse qualcuno potrebbe finire nelle mani del APRE, ma non viene comunque messo in dubbio il suo ruolo di principale forza del paese.

Continua in Nicaragua la lotta dei bananeros, lavoratori delle piantagioni di banane ammalati a causa del pesticida Nemagòn. Con una marcia partita lo scorso 22 agosto hanno attraversato le strade di Chinandega. Molti punti dell'accordo sono stati rispettati, tra cui l'assistenza medica gratuita alle persone affiliate alla associazione Asotraexdan, che raccoglie i bananeros colpiti dal Nemagòn. Ma il vero problema resta quello delle medicine che molto spesso non esistono nel paese o esami clinici particolarmente costosi che non possono essere effettuati nelle strutture pubbliche.

Il funzionamento della Commissione Interistituzionale, asse portante degli accordi firmati con il governo, ha lasciato a desiderare e sembra che il Ministro dell'Agricoltura (MAGFOR) avrebbe iniziato dei dialoghi segreti con le multinazionali che propongono che le donne ex lavoratrici delle bananeras non rientrino nel diritto agli indennizzi in quanto non avrebbero "lavorato direttamente con le banane e quindi con il Nemagòn". Per questo le donne si sono messe in marcia urlando il loro diritto ad essere indennizzate esattamente come gli uomini. In un incontro avvenuto qualche giorno dopo la marcia, la Associazione Italia-Nicaragua ha incontrato la Direttiva della Asotraexdan anche per affrontare il sostegno alle spese mediche per gli ammalati.

Dopo alcuni mesi di apparente tranquillità riesplode in Nicaragua il caso della Parmalat che avevano portato al commissariamento della azienda nel paese e alla nomina, grazie ad una quanto mai dubbia sentenza della giudice Ligia Rivas, dell'ex banchiere Haroldo Montelaegre come Commissario Straordinario con pieni poteri sull'impresa italiana. Il Gruppo Parmalat Italia ha decisamente preso in mano la situazione inviando il responsabile Parmalat per l'America Latina, Carlo Frau che ha raggiunto immediatamente un accordo con Montealegre che resterà fino a che non si risolverà la situazione legale dell'impresa. Il nodo più grosso da sciogliere è adesso quello di capire a chi la Parmalat Nicaragua dovrà versare i 5 milioni e 400 mila dollari di debito che aveva contratto con Bancentro (poi ceduti da quest'ultima al Gruppo Lafise) e che Montealegre ha bloccato tramite una sentenza giudiziaria per un presunto credito che avrebbe nei confronti del Gruppo Lafise stesso. Durante i mesi di luglio ed agosto Parmalat ha pagato la sua quota mensile di debito a Montealegre ma ora, con il nuovo commissario Straordinario, l'impresa italiana verserà le quote in un conto bancario in attesa che il tribunale sentenzi una volta per tutti chi sarà il creditore. [AT]

Altre fonti: Bella Ciao

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