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Mondo: giornata per il no all'incenerimento dei rifiuti
Responsabilità sociale d'impresa
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La rete internazionale GAIA ( Alleanza Globale per l'Alternativa agli Inceneritori - Global Anti-Incinerator Alliance) attiva in più di 45 Paesi, ha indetto per il 7 settembre 2005 la giornata internazionale d'azione per la riduzione alla fonte dei rifiuti e contro l'incenerimento dei rifiuti. In questa occasione Agire Locale- Torino e PRONATURA ribadiscono la propria contrarietà ad una gestione dei rifiuti che vede e trova esclusivamente nell'incenerimento e nelle soluzioni impiantistiche l'unica soluzione al problema dei rifiuti e come GAIA ci pronunciamo a favore di soluzioni innovative ed ecologicamente sostenibili che ne diminuiscano volume e tossicità.
"Siamo convinti che l'incenerimento dei rifiuti non ha spazio verso un futuro sostenibile qualsiasi sia la tecnologia utilizzata (pirolisi, torcia al plasma, valorizzazione energetica). Gli inceneritori bruciano e distruggono materie prime, producono emissioni e residui tossici, ipotecano le finanze della collettività ed entrano in competizione con i programmi di prevnzione e di riciclaggio che producono occupazione a beneficio delle comunità locali.
La riduzione dei rifiuti deve essere una priorità sia a livello locale che mondiale a protezione del Pianeta e di tutti gli esseri viventi" commentano gli ecologisti di Torino. La rete di Gaia incita i Governi a politiche di prevenzione e riduzione alla fonte dei rifiuti; all'eliminazione delle sostanze tossiche; alla responsabilizzazione dei produttori; alla promozione di consumi sostenibili; all'intensificazione del riciclaggio e del compostaggio; al sostegno della giustizia ambientale; alla creazione di occupazione nel settore.
E invece cosa stanno facendo le Amministrazioni locali?
E' stato fatto un nuovo Piano di Gestione dei Rifiuti che è una scelta di carattere ideologico a favore dell'incenerimento dei rifiuti (si è raddoppiata la quantità di rifiuti da incenerire; si è scelto di semplificare-praticamente annullandola- la fase di preselezione dei rifiuti residui; si è deciso di bruciare anche 67.000 t/anno di fanghi di depurazione e di bruciare insieme ai rifiuti urbani ben 252.000 t/anno di RSA -Rifiuti Speciali prodotti dalle industrie-). Tale sovradimensionamento è stato concepito per bruciare più del 70 % dei rifiuti urbani della provincia rendendo così l'incenerimento assolutamente antitetico allo sviluppo del riciclaggio e della raccolta differenziata. Per procedere speditamente, la Provincia di Torino si è sostituita ai Comuni e non è stata costituita l'Associazione d'Ambito, è stata già affidata direttamente a TRM la progettazione dell'inceneritore; è già stato definito Gerbido come sito per l'insediamento dell'inceneritore e sta già lavorando alla localizzazione del secondo inceneritore (Ivrea?).
Sono stati sprecati anni e anni a decidere dove e come fare l'inceneritore ma non una piccola parte di tempo per progettare con tutti i soggetti e i territori politiche serie di riduzione alla fonte dei rifiuti; di realizzazione di impianti per il riciclaggio dei materiali provenienti dalla Raccolta Differenziata (che finalmente dopo tanti anni comincia a vedere nel Porta-Porta l'unica vera e seria modalità per arrivare, come dimostrato ormai da Comuni piccoli e medio grandi, a percentuali elevate); di promozione di politiche di produzione che minimizzino dalla fase di progettazione dei prodotti, il rifiuto finale. Forse tutto questo perché è antieconomico ed "economico" è solo quello che porta denaro nelle tasche delle lobbies degli inceneritoristi?
Il costo reale di gestione degli inceneritori sarà di circa 170-200 Euro/tonnellata quando verranno progressivamente azzerati gli incentivi economici per il sostegno all'incenerimento (presenti solo in Italia ed in misura minore in Inghilterra) che fino ad oggi hanno pesato sulla nostra bolletta energetica (la più cara a livello europeo). La liberalizzazione del mercato energetico sta quindi rendendo sempre più costoso l'incenerimento e non è quindi un caso se a livello europeo si opera, sia dal punto di vista legislativo che gestionale, per ridurre al minimo la quota di rifiuti residui da bruciare per ridurre al minimo l'utilizzo delle discariche. La Provincia di Torino è in emergenza? Sì, quell'emergenza che al 17 luglio (scadenza ora prorogata alla fine dell'anno) la trovava costretta a portare i rifiuti organici fuori provincia, perché più niente di putrescibile poteva andare in discarica. E perché non si è discusso, almeno quanto si è discusso di inceneritori, di impianti di compostaggio che significa ridurre del 30% la quantità dei rifiuti che vanno a smaltimento finale?
Sono tante le domande e le proposte che da tanti anni facciamo alle Amministrazioni locali ma nessuna domanda ha una risposta seria e nessuna proposta è presa in considerazione, è come parlare a chi pur sentendo si rifiuta di ascoltare perché tanto è già stato tutto deciso. Il Comune di Torino tace, ormai troppo impegnato nei preparativi olimpici di imbellettamento della Città e comunque ha dato "delega" alla Provincia; la Regione Piemonte "prende atto" delle decisioni della Provincia senza proferire parola e non mette mani al Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti. Sono Amministrazioni di uguale "colore" politico, certo non si producono in contrasti in casa. Chissà se quanti si apprestano a discutere del programma per le elezioni amministrative di Torino della Primavera prossima si comporteranno come in occasione delle elezioni provinciali e supinamente firmeranno un accordo in cui la politica dei rifiuti è ridotta all'incenerimento? Oppure, come ci auguriamo ci sarà una approfondita analisi e discussione per intraprendere la strada delle alternative vere, quelle che fanno bene all'ambiente, alla salute, ai territori, alle risorse, all'occupazione, alla dignità di chi amministra e di chi è amministrato? Ci vuole coraggio e ci vuole onestà politica ed intellettuale per uscire da logiche di parte, ci aspettiamo che chi si candida ad amministrare la nostra Città sia disponibile a ridiscutere decisioni che fanno bene solo a chi da quelle decisioni ne trae profitto. "Il senso della politica - diceva Hanna Harendt - è la libertà", anche quella libertà di dire "ci siamo sbagliati, siamo pronti a ridiscuterne".
Fonte: Agire Locale- Torino Pronatura