Lav: in piazza per le alternative a sperimentazioni animali

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"La ricerca senza uso di animali è possibile. Sostienila". Con questo appello oggi e domani la LAV sarà presente nelle principali piazze d'Italia per invitare i cittadini a firmare la petizione con la quale si chiede al Governo l'impegno a garantire l'uso e lo sviluppo dei metodi sostitutivi all'impiego di animali a fini sperimentali nell'Unione Europea. Dopo 20 anni sta per essere modificata la %2Eorg/lenostrecampagne/vivisezione/revisionedirettivaeuropea/index%2Ehtm&nl =3 direttiva UE che disciplina la ricerca su animali: un'occasione unica per fare concreti passi in avanti verso una ricerca efficace e senza animali. Ogni anno, solo in Italia, quasi 1 milione di animali sono sottoposti a esperimenti crudeli, che non forniscono neppure dati utili alla salute umana. "Le alternative già esistono e in molti casi hanno completamente sostituito l'utilizzo degli animali. Se fossero accolte le nostre proposte, ogni anno sarebbero salvati 43.000 animali in Italia e 300.000 in tutta l'Unione europea" - riporta la Lav.

Soprattutto, si getterebbero le basi per una progressiva ma totale sostituzione dell'uso di animali a fini sperimentali. Il 24 e 25 marzo i cittadini possono ricevere materiale informativo sul tema e sostenere questa campagna scegliendo l'uovo di Pasqua della LAV, in cambio di un contributo minimo di 10 euro. A sostegno di questa campagna la LAV ha prodotto due importanti e approfonditi documenti: il dossier "Un'altra ricerca è possibile. Metodi sostitutivi alla sperimentazione animale" a cura del settore Vivisezione della LAV e di qualificati esperti in materie scientifiche, e il nuovo video "Sperimentazione animale: un male curabile" .

"La sperimentazione animale è, ancora oggi ed erroneamente, considerata un male necessario: in realtà si basa sull'errore metodologico di poter estrapolare i risultati ottenuti dagli esperimenti su animali non umani agli umani, nonostante le rilevanti differenze biologiche di specie. Questo comporta, nel caso della sperimentazione dei farmaci che per legge richiede test su animali e poi test sull'uomo, che nel passaggio dagli uni agli altri, 4 molecole su 5 vengono cestinate a causa degli effetti avversi osservati sull'uomo e non rilevati sugli animali, con spreco di denaro e soprattutto di tempo utile per salvare i malati" - dichiara Roberta Bartocci, responsabile nazionale LAV settore vivisezione.

Le richieste della LAV per l'Italia comprendono proposte come il finanziamento della Legge 413/93 (Obiezione di coscienza alla sperimentazione animale) nella legge finanziaria e l'attuazione del "Piano per i metodi alternativi" proposto dall'Associazione per rendere operativo l'impegno del programma elettorale del Governo (Per il bene dell'Italia, pag.153), che prevede la progressiva abolizione della sperimentazione animale: la LAV chiede due decreti di immediata attuazione per rendere obbligatorio l'impiego di metodi alternativi disponibili e per vietare la dissezione di animali nelle scuole primarie e secondarie, promuovendo il ricorso a esercitazioni che non facciano uso di animali. Inoltre il Piano prevede:
1) l'istituzione di un organo interministeriale con il compito di rendere operativo il Piano di attuazione dei metodi alternativi, istituendo un registro ufficiale aggiornato dei metodi disponibili;
2) la creazione di una commissione di controllo sull'implementazione del Decreto Legislativo 116/92 costituita anche da esperti in materia di metodi alternativi;
3) la destinazione del 30% dei finanziamenti pubblici per la ricerca biomedica, alla riconversione di laboratori che usano animali, in laboratori che impiegano metodi sostitutivi;
4) l'istituzione di bandi, assegni di ricerca, la collaborazione con enti quali Farmindustria;
5) il patrocinio di progetti formativi e informativi per la diffusione della cultura dei metodi alternativi in scuole secondarie e università.

Le richieste della LAV per l'UE prevedono impegni concreti per la diffusione dei metodi alternativi nell'ottica di una progressiva e completa sostituzione degli animali, attraverso finanziamenti e politiche adeguate; il bando dell'impiego di qualsiasi specie animale usata per scopi didattici, per esperimenti su sostanze d'abuso ed esperimenti bellici, per testare prodotti per la detergenza domestica, per esperimenti in xenotrapianti.

I metodi sperimentali che non fanno ricorso ad animali sono scientificamente validi, quindi efficaci e sicuri, rappresentano una realtà da finanziare e sviluppare e sono già impiegati in alcuni campi: sul totale delle ricerche condotte a scopo biomedico in Italia, nel 30% dei casi vengono utilizzati animali, mentre per la restante parte vengono utilizzati altri metodi: osservazione dei malati, studi epidemiologici, modelli matematici, ricerca su cellule e tessuti coltivati in vitro. Non si usano più animali per i seguenti esperimenti: test di gravidanza, test per la verifica della contaminazione batterica di farmaci, produzione di anticorpi (usati in diagnosi e ricerca), molti casi di verifiche igienico-sanitarie su alimenti (estrogeni, tossine algali), alcuni test di tossicità su sostanze chimiche (assorbimento cutaneo, mutagenesi e genotossicità, fototossicità, embriotossicità), produzione di insulina, produzione di acido ialuronico (ingrediente in formulazioni cosmetiche e farmaceutiche) e altre sostanze, crash test di automobili.

Qualificate riviste scientifiche, come il British Medical Journal nel 2004 e Nature nel 2005, hanno dimostrato che la messa a punto di farmaci e terapie utili è possibile grazie agli studi clinici su volontari e non alla ricerca su animali. La Direttiva UE 86/609, ormai ventenne, non è più attuale sotto molti aspetti, così come il nostro Decreto Legislativo 116/92, non tenendo conto dei cambiamenti scientifici e tecnologici degli ultimi anni, come la regolamentazione dell'impiego di animali geneticamente modificati, oggi utilizzati di routine e che nell'attuale formulazione non sono neppure presi in considerazione. I metodi sostitutivi all'uso di animali oggi applicati in alcuni campi, garantiscono efficacia e sicurezza: le istituzioni e gli organi di ricerca hanno il dovere di utilizzarli e di garantirne lo sviluppo - conclude la Lav.

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