Imprese: responsabilità sociale mancata con l'Ocse

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A cinque anni dall'approvazione da parte dell'Ocse delle "Linee-guida per le imprese multinazionali", con lo scopo di diffondere il concetto di responsabilità sociale delle compagnie che operano a livello mondiale, le Ong ne denunciano il fallimento. La coalizione mondiale di organizzazioni non governative, riunite nell'OECD Watch, ha diffuso un Rapporto (scaricabile in .pdf), in cui compie una rassegna critica dell'applicazione di queste linee-guida, concludendo che esse rappresentano uno strumento inadeguato per stimolare l'adozione di comportamenti responsabili da parte delle imprese. La coalizione delle Ong ha lanciato un appello, affinché siano approvati degli standard sociali e ambientali, non più volontari ma giuridicamente vincolanti per le imprese, al fine di mettere fine agli abusi, in particolare nei Paesi in via di sviluppo. Le attuali linee-guida dell'Ocse prevedono un meccanismo di ricorso a disposizione dei sindacati, delle Ong e delle popolazioni locali.

"OECD Watch" ha esaminato 45 di questi ricorsi, depositati negli ultimi cinque anni, evidenziando come, nella maggior parte dei casi, i risultati siano stati più estremamente preoccupanti. Infatti, secondo le Ong, "nessun elemento indica che le Linee-guida abbiano aiutato a ridurre il numero dei conflitti tra le comunità locali, i gruppi della società civile e le multinazionali. Senza la minaccia di sanzioni efficaci, le compagnie sono poco incentivate ad assicurare la corrispondenza dei propri comportamenti con le Linee-guida". Il fallimento coinvolge anche i governi nazionali, cui spetta il compito di dare concreta attuazione alle raccomandazioni delle linee-guida Ocse, attraverso Punti di Contatto Nazionali. Infatti, tra i compiti dei Punti di Contatto vi è quello di prevenire o comporre eventuali controversie insorgenti dal presunto mancato rispetto dei principi delle linee-guida da parte delle imprese.

Secondo le ONG, "quando sono state presentate delle accuse, raramente i Punti di Contatto Nazionali hanno contribuito a risolvere specifici conflitti" e la maggior parte delle volte non hanno neppure aperto delle indagini sulla fondatezza delle accuse".

Opposta la valutazione dell'Ocse, che, in un comunicato diffuso ieri, sottolinea come, in questi ultimi cinque anni, "le linee-guida hanno consolidato la loro posizione, come uno dei principali strumenti mondiali in questo campo". L'Ocse sostiene anche l'azione svolta dai Punti di Contatto Nazionali, che i 72 casi su 106 si sono mossi per trovare una mediazione su situazioni controverse, che, in alcuni casi, hanno visto l'adozione di misure correttive da parte delle imprese.

Intanto la Provincia di Roma ha presentato il progetto di marchio "Impresa etica" da assegnare a tutte quelle imprese che dimostreranno di essere "socialmente responsabili" sulla base di 9 'indicatori etici'. L'assegnazione del marchio metterà il possessore nella condizione di poter attingere alle risorse dei Fondi etici e di usufruire di ulteriori agevolazioni. Una grande importanza nella creazione di questo marchio, verrà attribuita al design grafico: "l'estetica infatti - come afferma Marco Tortioli dell'Associazione Comodo - non è solo un vezzo, ma può trasformarsi in un vero e proprio strumento di trasmissione di messaggi etici". Il marchio "Impresa etica" rientra a sua volta in un progetto più ampio, che ha visto e vedrà la creazione di diversi marchi, volti a facilitare l'ingresso nel mercato di prodotti creati nell'ambito del commercio equo e solidale. [AT]

Fonte: Responsabilità sociale imprese news
Approfondimento: Autopromozione sociale del Comune di Roma

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