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Forum mondiale: multinazionali all'assalto del diritto all'acqua
Responsabilità sociale d'impresa
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I movimenti approvano a chiusura del Controforum una dichiarazione congiunta come "diritto umano". "Disorientamento e confusione caratterizzano invece la sessione finale 4° Forum ufficiale, che si avvia verso un naufragio" - comunica da Città del Messico Emilio Molinari, Presidente del Comitato Italiano del Contratto Mondiale dell'Acqua.
A Città del Messico si è concluso il Forum dei movimenti con l'approvazione di una Dichiarazione congiunta che chiede con determinazione il riconoscimento dell'Acqua come bene comune e diritto umano. L'impressione è che sulla base della posizione del Parlamento europeo e delle posizioni sostenute dai governi del Venezuela, Bolivia e Argentina che all'interno del Forum questa richiesta potesse rientrare in uno dei punti della dichiarazione finale sembra in queste ore completamente naufragata.
Emilio Molinari, Presidente del Comitato Italiano del Contratto Mondiale dell'Acqua, denuncia da Città del Messico: "Crollano i commissari europei. Forse per la prima volta il Forum non si concluderà con un documento unanime. La bozza di documento che sarà votata dai 140 governi non contiene l'acqua come diritto umano. La risoluzione del Parlamento Europeo che aveva messo in imbarazzo la Commissione Europea, al punto che la ministra spagnola Cristina Narbone Ruiz aveva dichiarato di voler rispettare il mandato del Parlamento, oggi invece parla di ricerca di un minimo comune denominatore perchè è meglio un testo "insignificante" ad un non accordo, che dichiarerebbe il fallimento del Forum. I ministri della Commissione Europea hanno riconosciuto che gli interessi espressi dai privati sono notevoli e che hanno subito forti pressioni dalle multinazionali. Nonostante la dichiarazione del ministro dell'Acqua boliviano Abel Mamani, che ha dichiarato di votare contro la risoluzione finale, i tentativi di Danielle Mitterrand di influenzare la delegazione francese, l'invasione pacifica di 500 indios nella sala del Forum, le organizzazioni finanziarie cercano di chiudere ogni discussione, la parola d'ordine è "basta discutere è ora di agire".
Il rappresentante degli USA Slim dichiara "diritto umano si, ma bisogna pagare". Acqua-Fed, la principale associazione delle transnazionali, sostiene che il diritto umano all'acqua è riferibile ai soli 20 litri al giorno e che non è necessario metterlo per iscritto. Bolivia e Venezuela hanno ribadito che non firmeranno il documento finale se non passa il principio del diritto umano, ma il presidente messicano Fox ha già detto che se su 140 paesi solo due dicono di no la democrazia è garantita".
In ogni caso il vantaggio di Città del Messico è che i movimenti risultano unanimemente compattati - come dimostra la dichiarazione del Controforum - nel rivendicare l'acqua come diritto umano e nell'impegnarsi a frenare il processo di privatizzazione dell'acqua nei singoli territori. Questi i punti principali della dichiarazione: "L'acqua, in tutte le sue forme, è un bene comune e l'accesso ad essa é un diritto fondamentale ed inalienabile; L'acqua è patrimonio delle comunità, dei popoli e dell'umanitá, elemento costitutivo della vita del nostro pianeta. La gestione ed il controllo devono rimanere nell'ambito pubblico, sociale, comunitario, partecipativo, con equitá e senza fine di lucro. Bisogna garantire la solidarietà tra le generazioni presenti e future, per questo respingiamo questo modello di sviluppista, neoliberista e consumista che promuove lo sfruttamento intensivo della Madre Natura".
E ancora: "Per tutte queste ragioni i movimenti ribadiscono la ferma opposizione a tutti i "Global Water Forum" in quanto ambiti escludenti ed antidemocratici dove agiscono le grandi imprese multinazionali, le istituzioni finanziarie internazionali (Banca Mondiale, BID, BEI, etc.) e le grandi potenze mondiali. Esigono l'esclusione dell'acqua dall'OMC e da ogni accordo internazionale di libero commercio. E che ogni essere umano abbia accesso e diritto all'acqua, di buona qualitá ed in quantità sufficiente per l'igiene e l'alimentazione, e che nei luoghi dove esiste il servizio idrico di acqua potabile si fornisca gratuitamente una quantità minima, indipendentemente dalla condizione culturale, religiosa, sociale, geografica, economica e di genere. Nessuna impresa, governo o istituzione internazionale può interrompere per morosità il servizio idrico per consumo domestico".
E Molinari - a nome del Comitato Italiano del Contratto Mondiale dell'Acqua - conclude: "Dal 4° Forum mondiale dell'Acqua escono per la prima volta due visioni contrapposte di come garantire l'accesso all'acqua per tutti nel 21° secolo: quella espressa dai movimenti che costituiscono le premesse di una nuova alleanza tra cittadini e comunità del mondo e quella delle forti lobby private delle grandi multinazionali rispetto alle quali i governi nazionali non hanno trovato il coraggio di prendere le distanze".