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Europa: blocco sui brevetti e condanna a Microsoft
Responsabilità sociale d'impresa
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E' scongiurato per ora il temuto regalino di Natale del Consiglio dei ministri Europeo che ieri si è trovato per adottare tra le altre cose una posizione comune sulla direttiva che vorrebbe brevettare il software. L'intervento del governo polacco è risultato decisivo visto che il ministro polacco alla Scienza e alla Tecnologia, Wlodzimierz Marcinski, si è appositamente recato ieri a Bruxelles e ha detto che la Polonia ha bisogno di tempo per studiare la questione e preparare una dichiarazione formale in merito alla direttiva ed ha quindi chiesto ufficialmente un rinvio ad altra data della questione. Una presa di posizione che ha costretto la riluttante presidenza olandese, che da mesi sta cercando di far passare la direttiva senza un ampio dibattito pubblico, ad accettare un rinvio della decisione. A remare contro gli intenti della presidenza c'è anche l'Italia che, come già Germania ed altri, ha iniziato a esternare serie perplessità sul testo. La FFII, organizzazione che da anni si batte contro questa direttiva, ha sottolineato come "ai rappresentanti dei paesi membri è stato fatto credere che la direttiva riguardava solo dispositivi controllati dal computer" quando invece, come noto, si tratta di un testo che tra le altre cose rende brevettabile pressoché ogni aspetto della programmazione.
Dopo che il Parlamento Europeo, in prima lettura, ha sancito la non brevettabilità delle innovazioni software, la Free Software Foundation Europe (FSFE) trova sospetta l'improvvisa accellerazione delle decisioni sulla materia. "Un chiaro colpo di mano del Committee of Permanent Representatives è volto evidentemente a impedire approfondimenti, chiesti da più parti, che invariabilmente porterebbero a una radicale revisione del documento".
Solo ora la stessa Commissione Europea sta finanziando uno studio economico sull'effetto della proposta di direttiva. La FSFE pone ai ministri e i parlamentari europei la richiesta che si tenga un audizione competente sulla questione, "non lasciando alla politica di lobby la possibilità di condurre queste decisioni che incideranno profondamente nelle politiche industriali e sul controllo della conoscenza e delle idee nei prossimi decenni".
Se la direttiva sui brevetti software fosse adottata nella sua forma attuale, sarebbe possibile richiedere un brevetto sul cosiddetto "controllo a cascata" utilizzato nel settore elettrico europeo per fermare la propagazione dei guasti disattivando temporaneamente alcuni punti nevralgici della rete di distribuzione elettrica. Così, chiunque volesse implementare tecnicamente questa idea avrebbe bisogno del permesso del detentore del brevetto, che potrebbe negarlo o concederlo a proprio piacimento. Si potrebbero citare molti altri esempi di idee che stanno alla base della sicurezza dei sistemi software usati per il controllo delle reti elettriche europee, o di altre infrastrutture. Secondo la FSFE è impossibile assicurarsi a priori che un programma per computer non infranga qualche brevetto software, visto che i programmi contengono migliaia di idee, tutte brevettabili secondo la direttiva; molto probabilmente ci si accorgerà di aver violato un brevetto solo quando il programma sarà già in uso e l'ufficio legale riceverà una citazione.
Intanto il Tribunale di primo grado dell'Ue ha confermato oggi le misure imposte dalla Commissione europea al gruppo Microsoft, su impulso del capo dell'Antitrust Mario Monti, per l'abuso di posizione dominante nel campo dei lettori multimediali per pc e dei server. "Questo è il successo di una comunità internazionale che sa coordinarsi e ottenere risultati eccellenti, sia tecnici che legali e politici" commenta Stefano Maffulli, presidente della sezione italiana della FSFE. Il Presidente ha valutato come con il rilascio delle informazioni previste dalla Commissione nessuno dei concorrenti potrà "clonare" i prodotti Microsoft (se mai qualcuno volesse farlo), e comunque essa è in grado in ogni momento, come ha fatto in passato, di "rompere" la compatibilità. Inoltre è stato facile per il Presidente dimostrare l'assurdità di una delle più incredibili affermazioni di Microsoft, ovvero che lo sviluppo di prodotti intercompatibili avrebbe portato insicurezza, dunque la necessità per Microsoft di "rafforzare la sicurezza dei propri protocolli". Secondo la FSFE questa sentenza stimolerà il mercato senza danneggiare nessuno e che al contrario rappresenti un'opportunità per competere su qualità di codice e di servizio rispettando l'interoperabilità.
La Free Software Foundation Europe è ora ufficialmente accreditata come osservatore alla WIPO (World Intellectual Property Organization - Organizzazione Mondiale della Proprietà Intellettuale), dove lavorerà assieme ad altri attori per mettere in discussione l'ideologia secondo cui la costituzione di monopoli legali sulla conoscenza sia la soluzione migliore.
Lo scorso 18 dicembre la FSFE ha riconosciuto a Stefano Rodotà, Presidente dell'Autorità garante per la protezione dei dati personali, il tibuto "Free Software Free Society". La motivazione del premio va ricercata nella grande attenzione del professor Rodotà per le tematiche della libertà della conoscenza e per la sua capacità di interpretare la sua materia con prospettive di lungo periodo ma soprattutto per la salvaguardia della privacy e dei cittadini in un momento in cui questo concetto andava inventato, costruito e tutelato. [AT]
Altre fonti: Free Software Foundation Europe, Quinto stato, Punto Informatico