Civitas: un marchio per aziende responsabili all'estero

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"La delocalizzazione ha preservato i posti di lavoro, ma siamo passati dalle fabbriche di stampo sovietico a quelle di stampo capitalistico: in termini di denari e benefici per gli ultimi della filiera - gli operai - non è cambiato assolutamente nulla" - ha affermato Relu Allupaie del sindacato romeno Rapsodia Botusani nel confronto tra sindacalisti italiani e rumeni tenutosi al seminario promosso da "Veneto Responsabile" nei giorni scorsi a Padova durante Civitas. Il sindacalista ha denunciato che "gli imprenditori stranieri non hanno fatto nulla per migliorare le condizioni dei lavoratori: un operaio semplice continua a guadagnare 80 euro al mese e per scioperare deve chiedere l'autorizzazione al giudice". Ma non solo: "Anche in termini di beni non v'è un solo tessuto rumeno prodotto oggi in Romania; non v'è un artigianato o una filiera industriale che tenga conto della nostra storia, dei nostri saperi e delle nostre tradizioni. Produciamo ciò che vogliono altri. Il surplus va ad altri". E conclude: "Parlare di internazionalizzazione responsabile in Romania oggi è impossibile! Forse fra 20 o 30 anni".

Sulla stessa linea anche anche Ilario Simonaggio, in rappresentanza di Cgil, Cisl e Uil che afferma: "Siamo a chiedere 100 euro di aumento per i metalmeccanici italiani al prossimo rinnovo di contratto, cifra pari allo stipendio di omologhi rumeni". Il sindacalista richiama quindi tutti ad un maggiore senso di responsabilità. "Si deve andare oltre la delocalizzazione per passare all'internazionalizzazione delle imprese che salvaguardi il potere d'acquisto dei lavoratori europei, di tutti i lavoratori europei: per far questo serve 'pensare europeo'" - sottolinea.

Il sindacalista auspica quindi che si passi dalla "responsabilità sociale d'impresa alla responsabilità sociale di territorio, complessiva, che salvaguardi l'ambiente, il territorio, i valori fondanti, le comunità". Una responsabilità che investa sulle scuole, sulle banche a partecipazione popolare. "Chiediamoci quindi cosa produrre, non produciamo cose inutili e tantomeno dannose" - ribadisce Simonaggio. "E come produrre: produciamo, infatti, al limite delle risorse disponibili. E dove produrre: Romania e Cina un tempo lontane sono ora vicine grazie a trasporti veloci e ad ampliate opportunità. Ed infine chiediamoci:per chi produrre. Vogliamo continuare a pensare a produzione di beni per pochi o per i più? Perché non immaginare una produzione che rispetti i territori, abbia accesso all' informazione e si giochi sull'innovazione dal settore primario al terziario?" - conclude Simonaggio.

Francesco Peraro, presidente di Veneto Responsabile, indica due obiettivi: "Primo, proporre alle imprese all'estero valori e linee guida risultanti dal confronto continuo tra istituzioni e società civile; secondo, studiare delle sinergie tra cooperazione internazionale e processi di internazionalizzazione delle aziende".

Un'opinione condivisa da Marco Santori, presidente del Consorzio Etimos che proprio nel percorso biunivoco che caratterizza la cooperazione vede grandi potenzialità di sviluppo. Santori dice "basta ai viaggi univoci, al non fare sistema tra società civile, industria e sindacato nell'interagire con nuovi territori". Ed invita la direzione generale del Ministero Affari Esteri presente al convegno a smobilitare i fondi inutilizzati secondo l'art. 7 legge 49 per favorire "vere joint venture".

Chiude il seminario l'intervento dell'Assessore alla Cooperazione internazionale del Comune di Padova, Francesco Bicciato che ha auspicato insediamenti all'estero che non sfruttino, ma diventino risorsa per lo sviluppo del territorio. "La delocalizzazione è un modello fallito, perché inquina, sfrutta anche il lavoro minorile e nel lungo termine non può essere competitivo" - sostiene Bicciato. L'assessore ha espresso la volontà di creare un marchio, fisico e virtuale, che renda riconoscibili le imprese all'estero portatrici di valori significativi: un marchio che deve interessare i territori delle Tre Venezie, ma non solo, come auspicato da Migra, l'Osservatorio sulla discriminazione degli immigrati nel lavoro del Trentino.

Per Bicciato vi è una propensione da parte della domanda ai prodotti eco-compatibili, sociali, equi. Le Gpp (Green public procurement) andranno al 30% nella pubblica Amministrazione e la nuova finanziaria presenta condizioni prima mai viste per favorire determinate produzioni. AcquistiVerdi.it, il portale italiano dei prodotti ecologici, presenta 250 categorie merceologiche ricche d'innovazione e rispetto dell'ambiente. La domanda è forte, e l'offerta è altrettanto forte. Mancano però i processi, il fare sistema, il comprendere che la crescita sostenibile della Romania è la nostra crescita sostenibile. L'Europa passa da qui.

di Fabio Pipinato

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