Bolivia: in piazza per l'acqua, governo Mesa in crisi

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I cittadini di El Alto, popolosa località a pochi chilometri dalla capitale amministrativa La Paz, sono scesi di nuovo in strada per chiedere la rescissione del contratto pubblico con la società Aguas de Illimani, filiale della società francese Suez-Lyonnaise de Eaux, che gestisce l'acquedotto locale, e l'espulsione della stessa dal Paese. Nei mesi scorsi centinaia di migliaia di persone hanno incrociato le braccia e hanno inscenato proteste contro la società privata che gestisce il servizio idrico e che ha aumentato notevolmente il prezzo dell'acqua potabile (l'ultimo aumento del 23% è di dicembre), senza portare le tubature nei quartieri più periferici e degradati sia di El Alto sia di La Paz. Il governo, sempre più assediato dalle proteste sociali, scarta però l'ipotesi di un immediato allontanamento dell'azienda francese e della rescissione unilaterale del contratto perché non vuole essere trascinato in tribunale e costretto a pagare eventuali danni. Secondo il Centro di Documentazione e Informazione boliviano non ci sarebbero noie di nessun tipo perché la Bolivia non ha un trattato di libero commercio con la Francia e comunque non ci sono forti relazioni economiche.

Nell'aprile del 2000 la valle boliviana di Cochabamba è stata teatro della ribellione di un popolo contro le multinazionali Bechtel e Abengoa che ha portato a recuperare la gestione dell'acqua pubblica e partecipativa dell'acqua. Il governo boliviano non ha avuto altra scelta che rompere il contratto di concessione con le multinazionali. Ora la spagnola Abengoa esige dallo Stato boliviano un indennizzo di 25 milioni di dollari, una cifra esagerata sotto ogni punto di vista. L'ente che dovrebbe stabilire la validità della domanda di indennizzo e dirimere la controversia é il ICSID - International Center for Settlement of Disputes (Centro Internazionale per la Soluzione di Controversie relative a Investimenti), un organismo vincolato alla Banca Mondiale. Per questo l'associazione Asud invita a firmare il documento predisposto e indirizzarlo ai dirigenti di Abengoa, ove si chiede di ritirare la domanda di risarcimento allo Stato boliviano e di riflettere sulle politiche che ha portato avanti in questi anni.

La situazione in Bolivia è sull'orlo di una caos istituzionale e sociale. Nell'inchiesta del giornalista boliviano Wilson Garc㭀a Mérida del El Nuevo Heraldo di Cochabamba. Il mandante di questa situazione sarebbe Hormando Vaca Diez, Senatore per Santa Cruz e attuale Presidente del Parlamento boliviano, cospira apertamente contro il governo di Carlos Mesa con la promessa di approvare una Legge che garantisca l'immunità alle truppe nordamericane. Avendo accumulato un potere politico e amministrativo quantitativamente superiore a quello di Mesa, Vaca Diez - con gli 'aiuti' che distribuisce tra vari gruppi politici presenti nel Potere Legislativo è riuscito a bloccare sistematicamente la discussione e l'approvazione della Legge sugli Idrocarburi, che è lo strumento indispensabile che il popolo boliviano ha deciso di sostenere con il referendum vincolante del 18 luglio 2004 per rifondare l'impresa statale YPFB (Yacimientos Petrol㭀feros Fiscales Bolivianos, Giacimenti Petroliferi Fiscali Boliviani) e sottrarre la proprietà delle riserve di gas naturale al potere delle multinazionali.

Per chiudere il cerchio, l'ambasciatore degli Stati Uniti David Greenlee (che fu a capo della CIA in Bolivia durante le "guerre contro la coca" alla fine degli anni '80) mantiene contatti permanenti con Vaca Diez per sollecitare l'approvazione di una Legge di Immunità a favore delle truppe nordamericane che, in caso di invasione e genocidio sul suolo boliviano, potrebbero sottrarsi al Tribunale Penale Internazionale.

Il Presidente simultaneo del Senato e del Parlamento ha preteso pubblicamente dal presidente Mesa l'approvazione di questa Legge, avvertendo che, nel caso non venga soddisfatta la richiesta nordamericana, "la Bolivia perderà un importante aiuto economico per lottare contro la povertà", il che presuppone che, se Mesa non approverà la Legge, lo farà Hormando Vaca Diez. La Legge sull'Immunità verrà contestata nelle strade dai movimenti indigeni e contadini guidati dai cosiddetti cocaleros (coltivatori di coca) organizzati nel Movimiento al Socialismo (MAS). Ma proprio il partito della sinistra parlamentare, il MAS, diretto dal leader cocalero Evo Morales, è spaccato da una crisi interna e questo favorisce la politica di Vaca Diez. [AT]

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