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Bolivia: accordo dei cocaleros e inganno sul gas
Responsabilità sociale d'impresa
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A un anno dalla "guerra del gas" che ha incendiato le strade della Bolivia con il conseguente abbandono del presidente Gonzalo Sanches De Lozada e la successione di Carlos Mesa, siamo a un punto cruciale sulle trattative come la nuova legge sugli idrocarburi, il Trattato di Libero Commercio con gli Stati Uniti, lo sbocco a mare negato e la minaccia di nuove rivolte dei cocaleros. E proprio la scorsa settimana è stato raggiunto un inatteso accordo tra il governo e i rappresentati dei Cocaleros, i coltivatori di foglie di coca che vivono nel distretto di Cochabamba. Nella regione del Chapare ha origine la gran parte delle esportazioni di coca boliviana , una produzine che dagli anni Novanta è teatro di sradicamenti e fumigazioni che hanno messo in ginocchio migliaia di coltivatori. Ora con l'accordo firmato da Ministro per lo sviluppo sostenibile con Evo Morales, leader della lotta contadina, il governo ha assegnato ai coltivatori di coca 3.200 ettari di terra, ammettendo così il fallimento della politica di distruzione delle colture. Questo risultato arriva dopo una settimana di sollevazione dei cocaleros che hanno attaccato il quartier generale della Unità di lotta antidroga (Umopar), che era accampato nella regione boliviana per procedere allo sradicamento delle coltivazioni a cui l'esercito ha risposto con l'uccisione di un coltivatore. Il governo, che avrebbe disatteso gli accordi stipulati con il settore contadino, non ha realizzato uno studio sulla domanda di foglia di coca nel tropico e sulla creazione di mercati legali ma ha dichiarato di voler installare nella regione nuove basi militari per l'addestramento di truppe speciali che andranno ad affiancare quelle già presenti al fine di porre termine alla produzione della pianta di coca.
La coca è una pianta sacra che gli abitanti delle aree andine vanno producendo da millenni. Il popolo dei cocaleros vive ad altitudini impensabili, in comunità rurali che non hanno abbastanza cibo per sfamarsi e che vedono in quella pianta una fonte di sostentamento. E'ricca di proprietà medicinali comprovate scientificamente. E' molto nutriente e contiene sali minerali e vitamine in abbondanza. "La 'hoja de coca' - ha spiegato Carlos Terrazas Orellana, storico specializzato in antropologia all'Università di Parigi, ed esperto della regione andina - viene consumata come alimento base. E' stato l'Occidente a rovinare tutto.
Da quando vi hanno estratto la cocaina, la panacea si è trasformata in un'arma fatale". La svolta del potrebbe aprire una vera alternativa all'errata correlazione coca-cocaina e aprire la strada a un riscatto sociale per questa categoria di "socialmente esclusi". "E si tratta di un accordo che non si esaurisce qui - spiega Mirko Pozzi, cooperante a Chochabamba - dato che le parti si sono impegnate a concludere in un anno lo studio sui possibili utilizzi legali della foglia della coca. E' questo che rende tutto ancora più significativo". La guerra dei cocaleros delle Ande mira a far aprire gli occhi ai governi e alle comunità internazionali sulle proprietà farmaceutiche della pianta. Secondo il cooperante "gli Stati Uniti non possono dare esplicitamente l'ok, ma sono stati in qualche modo d'accordo su questa sorta di concessione. Chissà cosa pretendono in cambio?".
E dopo il referendum che ha ribadito il no alla privatizzazione del gas, il presidente Mesa sta facendo dei passi che stanno ingannando anche la società civile sulle legge sugli idrocarburi. Mesa ha messo da parte la sua stessa nuova legge sugli idrocarburi per farne approvare una nuova che piace alla multinazionali nonostante garantisca la ripubblicazione delle risorse. L'art. 45 della legge stabilisce di mantenere stabile, durante la validità dei contratti, il regime di patenti e regalie. Questo significa che il famoso 18% di tributi di concessione rimarrà per i prossimi 40 anni, visto che i contratti stipulati hanno questa durata. Dal deputato Evo Morales è arrivata al Congresso la proposta di apportare delle modifiche, tra queste l'obbligo di modificare tutti i contratti esistenti secondo la nuova legge, la rinazionalizzazione delle compagnie Andina e Chaco (che il presidente brasiliano Ignacio Lula da Silva intende restituire alla sovranità boliviana in cambio di, guarda un po', un "occhio di riguardo" per la Petrobras) così come della società Transredes, e l'aumento delle imposte fino al 50% sulla produzione degli idrocarburi. Se il Congresso dovesse accettare le modifiche proposte dal Mas, le conseguenze minacciate sono, appunto, quelle dell'arbitraggio internazionale. La Bolivia ha la seconda riserva di gas più grande del continente sudamericano, giusto dopo il Venezuela. Attualmente il più grande e probabile acquirente del grezzo boliviano sono gli Stati Uniti. Nel mentre la Bolivia recentemente, ha garantito all'Argentina che le fornirà molto più gas, esattamente come l'Argentina ha garantito al Cile che potrà provvedere alle forniture di gas naturale come se la sua crisi energetica non fosse mai esistita. [AT]
Altre fonti: Peace Reporter, A sud