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Animali: Armani con la pelliccia perde coerenza
Responsabilità sociale d'impresa
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Da anni Giorgio Armani si dichiara contrario alle pellicce, eppure ancora una volta nella sua collezione femminile presentata a Parigi, nella tre giorni dell'haute couture, non mancano mantelline di visone intrecciato e blazer di coccodrillo che hanno stupito anche gli addetti ai lavori. Armani si giustifica con i giornalisti dichiarando di aver "dovuto lottare con se stesso per metterla in collezione, perché la pelliccia lo disturba e crede che gli animali vadano rispettati, ma se c'é un capo che fa subito couture è proprio quello".
"La coerenza purtroppo non è più di moda ma neppure la pelliccia. Se si crede davvero nella necessità di rispettare ogni essere vivente, sicuramente il Re della moda può dare il buon esempio rinunciando per sempre ad ogni genere di pelliccia - dichiara Roberto Bennati, responsabile LAV campagne europee - Giorgio Armani guida un impero che certamente non ha bisogno di poche migliaia di euro derivanti dalle pellicce; crediamo, invece, in un suo ruolo attivo e positivo nel far comprendere al settore della moda che è possibile creare abiti eleganti senza il sacrificio di animali. Non è vero che la pelliccia fa couture: milioni di donne, con molta intelligenza e grazie alle campagne animaliste, hanno rinunciato a rendersi complici della strage di 45 milioni di animali, tra selvatici e d'allevamento, uccisi ogni anno nel mondo con il poco 'elegante' ma rilevante contributo di numerosi stilisti italiani. Non si tratta di moda ma di scelte di mercato operate per accontentare, purtroppo, quelle poche donne che ancora si illudono di potersi valorizzare indossando resti di animali".