Alimentazione: Nestlé, marchio di ingiustizie globali

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Ogni giorno 4.000 bambini nel sud del mondo potrebbero essere salvati dalla morte per malattie e denutrizione se fossero allattati al seno e non con latte in polvere: lo sostengono Unicef e Organizzazione mondiale della sanità (Oms). Nonostante ciò, molte società produttrici di latte in polvere, pur di vendere, ne promuovono l'uso con tecniche di marketing irresponsabili - scrive Raffaello Zordan su Nigrizia. L'articolista ricostruisce la storia degli ultimi anni delle violazioni da parte della Nestlé del Codice internazionale, redatto da Unicef e Oms, che bandisce il marketing del latte in polvere.

La multinazionale elvetica detiene il più vasto mercato di latte in polvere nel Sud del mondo, ma le multinazionali coinvolte nelle violazioni sono, oltre a Nestlé, Danone, Wyeth, Novolac e altri produttori nazionali e internazionali. "I produttori pubblicizzano il latte in polvere non come un sostituto del latte materno nei casi estremi in cui esso non possa essere usato (madre deceduta o gravemente malata, abbandono, ecc.) ma come simbolo del progresso e di salute a priori. Oltre a distribuire negli ospedali pubblicità con immagini di bambini sani e paffuti, le ditte produttrici contattano i medici locali, organizzano corsi e seminari per il personale sanitario, fanno entrare in uso i loro prodotti negli ospedali" - scrivono Paolo Baruffa e Patricia Xillo per la Rete Italiana Boicottaggio Nestlé.

Nel sud del mondo spesso le uniche informazioni disponibili sui prodotti sono quelle fornite dalle aziende produttrici. Sfruttando questa carenza di informazioni, in passato, i rappresentanti delle ditte sono arrivati a fingersi infermieri per convincere le donne incinte a comprare latte in polvere. Una delle più redditizie tecniche di marketing impiegate è di dare gratis il latte agli ospedali e ai reparti maternità: in molti casi viene dato abbastanza latte perché tutti i bambini nati all'ospedale siano allattati con il biberon. Dare il latte con il biberon ai neonati fa sì che il latte materno venga progressivamente a mancare e l'allattamento al seno diventi impraticabile - notano i promotori della campagna. Di conseguenza, il bambino diventa dipendente dal latte artificiale. Una volta a casa, le madri non ricevono più il latte gratis e lo devono comprare. Ma il più delle volte le famiglie le famiglie non possono permettersi di comperarne abbastanza da attenersi alle dosi prescritte e ciò finisce per creare fenomeni di rachitismo.

Nigrizia, il mensile dei missionari Comboniani, che ha scelto non da oggi di sostenere la campagna di boicottaggio dei prodotti Nestlé, riporta sul sito tutti i prodotti venduti in Italia dalla multinazionale e ha accluso nell'ultimo numero della rivista una cartolina di protesta da spedire alla Direzione italiana della multinazionale elvetica. Fino a poco tempo fa, il boicottaggio era rivolto a Nesquik e a Nescafè, prodotti simbolo Nestlé e recentemente la Campagna ha deciso di estenderlo a tutti i prodotti a marchio Nestlé. "Se invece di difendersi senza produrre prove, la Nestlé si proponesse di applicare veramente in tutto il mondo la lettera e lo spirito del Codice internazionale e cercasse un accordo con le altre compagnie perché la seguano su questa strada, noi la smetteremmo di esercitare questa pressione e milioni di bambini sarebbero più felici" - notano i promotori della campagna. [GB]

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