Aids: salta l'accordo sui farmaci a basso costo

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In Brasile, si tinge di giallo la vicenda del farmaco anti-retrovirale Kaletra, prodotto da Abbott. Il nuovo ministro brasiliano della Salute, Jose Saraiva Felipe, in un'intervista concessa al giornale "Correio Brazilinese", ripresa dall'Associated Press, ha smentito il comunicato che era stato pubblicato sul sito del Ministero in cui si annunciava il raggiungimento di un accordo tra il governo Lula e la casa farmaceutica per abbassare il prezzo di fornitura del farmaco anti-Aids. Il nuovo ministro Felipe ha affermato che la proposta di Abbott riduce il costo di ogni dose di Kaletra da 1,17 dollari a 99 centesimi, con un'ulteriore riduzione a 72 centesimi dal 2010. Una proposta insoddisfacente, per il nuovo ministro, il cui governo aveva calcolato che avrebbe potuto produrre in proprio il farmaco a 68 centesimi.

Le riduzioni del prezzo dei farmaci antiretrovirali che si sono registrate dal 2001 a oggi non sono più sufficienti. Sono queste le conclusioni dello studio che Medici Senza Frontiere ha pubblicato dimostrando che con l'insorgere delle inevitabili resistenze ai farmaci sempre più pazienti avranno bisogno di terapie nuove, di seconda linea, il cui prezzo è ancora del tutto inaccessibile per i paesi poveri. Dal 2000 in poi la concorrenza dei generici indiani ha permesso di abbassare i prezzi dei farmaci di prima linea contro l'Aids da 10mila a 150 $ l'anno per paziente; ma ancora oggi i prezzi delle terapie di seconda linea e di quelle ad hoc per bambini sono almeno 12 volte più alti. Per Msf è necessario che i farmaci di nuova generazione (quelli di seconda linea, appunto) siano resi accessibili: il numero di pazienti che mostrano resistenze alle terapie di prima linea sta infatti crescendo e sempre più pazienti avranno bisogno di passare ai farmaci di nuova generazione.

Dal 1° gennaio 2005 anche l'India ha dovuto adeguarsi alle regole imposte dall'Organizzazione mondiale del commercio (WTO) in materia di brevetti sui farmaci. Le industrie farmaceutiche indiane sono state, fin qui, i principali produttori di farmaci generici contro l'Aids, ma con la nuova normativa imposta dal WTO esse non potranno produrre versioni generiche dei farmaci di nuova generazione.

Così somministrare i farmaci ai pazienti bisognosi di terapie di seconda linea continuerà a essere troppo costoso per le organizzazioni umanitarie e per i Governi dei Paesi più poveri. Secondo il rapporto di MSF l'attuale sistema di prezzi basato sull'applicazione, da parte delle multinazionali farmaceutiche, di sconti volontari per i Paesi in via di sviluppo, non è in grado di garantire la disponibilità di medicine a prezzi accessibili, né ora né in futuro.

L'OMS stima che, dei 40 milioni di sieropositivi che ci sono nel mondo oggi, almeno 6,5 milioni sono in una fase della malattia che richiede l'immediato inizio di una terapia. Tra loro appena un milione ha accesso ai farmaci. Il problema del costo dei farmaci di nuova generazione è già evidente in Brasile, l'unico Paese povero ad aver avviato un programma nazionale di cura dei malati di Aids già dal 1996: il Brasile oggi è costretto a spendere ben il 63% di tutte le risorse destinate alla lotta all'Aids per l'acquisto di tre soli farmaci di seconda linea (ritonavir/lopinavir della Abbott, tenofovir della Gilead ed efavirenz della Merck), tanto che il Governo Lula ha deciso di ricorrere alle clausole di salvaguardia fissate dalle norme internazionali sul commercio per produrre i farmaci localmente e svincolarsi dagli esosi conti imposti dalle multinazionali. [AT]

Altre fonti: Responsabilità sociale delle imprese

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