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Acqua: voglia di pubblico, dalla Toscana a Roma
Responsabilità sociale d'impresa
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La Toscana riprenderà l'impegno per la gestione pubblica del bene comune acqua? Riccardo Petrella, presidente del Comitato Italiano del Contratto Mondiale dell'Acqua, invitato in un audizione presso la Commissione Ambiente del Comune di Firenze ha spronato la Regione e il Comune a rendere nuovamente pubblico il governo dell'acqua negli ATO. "Il tempo delle s.p.a. e del profitto sui beni comuni è terminato. Il governo del ciclo delle acque deve essere pubblico. Dopo aver ospitato il Forum Mondiale Alternativo dell'Acqua nel 2003 e accettato il dialogo con i movimenti, le istituzioni toscane hanno una grande opportunità da cogliere: essere i primi enti locali in Italia a sostenere e dotarsi di una legge quadro che riconosca l'acqua come bene comune e ne renda pubblica la gestione degli Ambiti Territoriali Ottimali. Si tratta di una scelta ineludibile affinché l'acqua sia garantita come bene comune per tutti. In tal senso le istituzioni ascoltino la società civile organizzata dei loro territori, e facciano propria la proposta di legge di iniziativa popolare per la ripubblicizzazione dell'acqua per difendere i diritti universali e costruire la pace".
"Non è possibile consentire la gestione di un bene così prezioso e fondamentale per la vita dell'umanità intera al libero mercato e alle società per azioni. A Firenze abbiamo Publiacqua s.p.a., per questo, nel nostro piccolo alle Piagge, la Comunità di base si impegnerà nel raccogliere le firme per la proposta di legge popolare regionale per ripubblicizzare l'acqua dei nostri territori". Queste parole sono il commento positivo di Alessandro Santoro, prete della periferia di Firenze alle Piagge, conosciuto per la vita nel centro sociale in cui vive. "Sarebbe auspicabile ad esempio che il Comune di Firenze, proponesse a livello degli ATO, la costituzione dei "Consigli dei cittadini", con potere vincolante sulle decisioni del governo del ciclo delle acque, come propone il "Manifesto italiano per un governo pubblico dell'acqua - 2005".
Questo Manifesto è rivolto in special modo ai decisori politici, e introduce il concetto di "governo" del ciclo delle acque, rendendo anacronistico e superato il concetto di gestione. "Questa rinvia ad una cultura aziendalista dove il primato è occupato dai mezzi e che si sviluppa nei campi del possibile determinato dalla razionalità strumentale (risorse finanziarie e tecniche). Il governo - ha spiegato Petrella in occasione dell'audizione al Comune di Firenze - rinvia ad una cultura nutrita dai fini e che opera nel campo dei diritti/doveri e che spiega il perché governare è rendere possibile l'impossibile dandosi i mezzi per realizzare gli obiettivi fissati e non viceversa. E' importante saper gestire il come farlo, ma ancor più importante e pregiudiziale è saper definire il cosa fare e il perché. Più si é chiari quanto alle finalità, più si é capaci di agire sui mezzi. Non vi è niente di male in una cultura aziendale, ma questa non può essere applicato al campo dei diritti/doveri."
Intanto il gruppo Acea, la ex-municipalizzata di Roma controllata dal Comune ancora per il 51%, rafforza la strategia di crescita in Italia del gruppo Suez, la multinazionale dell'acqua a cui tutti movimenti latinoamericani hanno dichiarato guerra al Forum Sociale Mondiale di Porto Alegre. Lo ha ribadito Gerard Mestrallet, l'amministratore delegato del gruppo, decimo produttore di energia elettrica al mondo, con importanti interessi anche nel campo della gestione del ciclo e trattamento delle acque. "Con Acea - ha sottolineato Mestrallet - abbiamo un rapporto strategico che funzionerà da leva per altre operazioni attraverso la creazione di società comuni capaci di rapportarsi con partner pubblici locali". Alcune, su cui Mestrallet mantiene il riserbo, sono già in cantiere e riguardano il settore del ciclo integrato delle acque, business in cui Suez vanta, con la Nuove Acque Spa di Arezzo, la prima esperienza di affidamento del servizio idrico a una società aperta ai capitali privati.
La Suez, la più grande multinazionale in questo settore. Nel 2004 Suez Environment, società del gruppo che opera nel campo della gestione dei servizi idrici, ha registrato un giro d'affari di 323,5 milioni in Italia, dando lavoro a 1.587 addetti. Ancora più solida la collaborazione con l'ex municipalizzata romana nel campo elettrico. Dopo l'acquisizione nel 2002 di Tirreno Power e la creazione della joint-venture AceaElectralabel, Suez è ora il quinto attore italiano sul mercato della produzione di energia elettrica (con una quota del 6,8%) e il terzo per vendite (dopo Enel e Edison), con una quota del 12,3 per cento. In India la Suez ha cercato di creare un impianto nello stato di Delhi per portare acqua del Gange fino alla capitale: 635 milioni di litri d'acqua gratuita, da rivendere all'Ente idrico statale. "In questa operazione solo la Suez ci guadagna e senza dover investire nulla - racconta Vanda Shiva, intellettuale e attivista indiana - la prendono gratuitamente dall'Ente e gliela rivendono a dieci volte il prezzo pagato oggi da chi la consuma. Chi ci rimette sono i contadini, il settore pubblico dei servizi e soprattutto i consumatori". [AT]
Altre fonti: Social Press, Federgasacqua, Attac Italia