Acqua: vittoria per revoca a Napoli, fantasma S.p.a.

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Si è svolta oggi a Napoli l'assemblea dei sindaci dell'Ato2 (Ambito Territoriale Ottimale) di Napoli-Volturno che interessa 2 milioni e 743mila abitanti. All'assemblea hanno partecipato il 79 per cento dei 136 comuni coinvolti e hanno votato, con il 68 per cento di quote, la revoca della delibera che, nel 2004, affidava ad un socio privato il 49 per cento della gestione pubblica dell'acqua affidandola ad una società a capitale pubblico, la "Campaniacque" che entro due anni diventava totalmente privata. La costituzione di "Campaniacque" dovrà passare al varo del consiglio regionale, dove le correnti sono abbastanza imprevedibili rispetto a quell'unanimità raggiunta in giunta. Ma nell'assemblea dell'ATO 2 la decisione di fare retromarcia e scegliere una gestione completamente "in casa" dovrà essere presa al 75%, insieme ai primi cittadini della Cdl e della Margherita.

Intanto i Comitati preparano la Water Parade prevista per domani, martedì 31 gennaio con al fianco Beppe Grillo, Riccardo Petrella e vari artisti oltre al imperterrito padre Alex Zanotelli, che è stato figura animatrice della lotta contro la privatizzazione. Nella giornata di martedì si chiuderà il bando di gara per l'affidamento del servizio idrico e per questo i Comitati terranno un corteo e varie iniziative di piazza. I lavoratori del San Carlo hanno messo a disposizione il teatro per un'assemblea, gli studenti hanno organizzato un incontro all'Università, mentre i comitati sono intenzionati a "riprendersi" piazza Dante che era stata loro negata durante lo show di Grillo per la Notte Bianca. L'intenzione di partecipare alla manifestazione di domani manifestata anche dal presidente della Regione Campania, Antonio Bassolino, viene pero' contestata dal Coordinamento dei comitati. In una nota si sottolinea che "la partecipazione del responsabile primo dei processi di privatizzazione dell'acqua nella nostra regione, sia da ascriversi, ancora una volta, a quello che pubblicamente in questi giorni abbiamo definito il gioco delle tre carte" e "Bassolino e i suoi cercano di salire sul treno del movimento".

"Crediamo poco - e' detto nella nota - ai ripensamenti dell'ultima ora, soprattutto in vista delle scadenze elettorali, e pertanto riteniamo che la ventilata presenza degli ultimi arrivati sia soltanto, ancora una volta, un tentativo di recuperare consenso, una sorta di passerella pre-elettorale per evitare di perdere voti, per accreditarsi come difensori del bene acqua. Invitiamo il governatore a restare nelle sue stanze, come ha sempre fatto quando si trattava di incontrare i movimenti che in questa citta' e in questa regione rappresentano i problemi reali di migliaia di suoi concittadini". Nella nota si ribadisce "la determinazione dei Comitati civici a difendere l'acqua dal progetto di privatizzazione" e si sottolinea che "l'approssimarsi delle elezioni hanno costretto amministratori e forze politiche a venire allo scoperto nel tentativo di recuperare un consenso che, proprio intorno alla questione acqua, si va assottigliando".

Intanto, dopo lunghe trattative si è concluso il matrimonio tra la Aem (Azienda energetica municipale) di Torino e la Amga Genova. Insieme vanno a costituire il quarto polo italiano dei servizi, forte di un fatturato (complessivo) pari a 1,7 miliardi di euro e di 2.800 dipendenti: dall'unione nascono una holding finanziaria (con sede a Genova) che a sua volta ne gestisce una industriale (che fa base a Torino). Da questa, discendono quattro società operative le cui sedi sono equamente divise tra i due capoluoghi. Le due giunte di centro sinistra di Genova e Torino, che continuano a controllare la maggioranza delle azioni di Amga e Aem (rispettivamente, con il 51,01 e il 69,15 per cento; entrambe le società sono quotate in borsa), "sembrano già lavorare per realizzare il programma elettorale dell'Unione in merito ai servizi pubblici" scrive Luca Martinelli su Carta. Perché è questo che vogliono Amga e Aem, per realizzare sempre maggiori profitti a scapito dell'utente/consumatore, che vede sfumare sempre più la possibilità di una partecipazione attiva al controllo diretto delle società incaricate di gestire i servizi pubblici.

L'operazione appena conclusa fa ancora più paura se letta in un quadro d'insieme con le altre - importanti - aggregazioni che hanno caratterizzato tutto il 2005: prima Amga ha creato con Smat (la ex municipalizzata del Comune di Torino, tutt'ora interamente sotto controllo pubblico) una società ad hoc (compartecipata al 50 per cento), Nuova Sap, per acquisire dal gruppo Eni il controllo della Società acque potabili; poi, ha chiuso con Acea la partita per acquisire il controllo degli Acquedotti genovesi De Ferrari Galliera e Nicolay. Un passo fondamentale, si legge in un comunicato dell'Azienda, per "dar luogo a una Società di servizi idrici nazionali, quotata in borsa, e nella quale far confluire tutte le partecipazioni nel settore idrico del Gruppo Amga SpA nelle diverse regioni". La stessa Acea, nel frattempo, ha acquisito le società di gestione del servizio idrico di Lucca e Rieti (tra le altre), mostrando - nei fatti - quello che nessuno vuol mettere nero su bianco: che esiste - in Italia - un "cartello" dell'acqua e che ha già spartito il territorio nazionale in zone d'influenza. Ad Amga (con Aem e Smat) tocca tutto il Nordovest; Acea, in cambio, ha mano libera in Toscana e nel Lazio.

"Il Sole 24 Ore" del 27 gennaio 2006 pubblica un articolo dal titolo "Unione, compromesso sulle liberalizzazioni" (di Lina Palmerini) dove si scopre che l'unico vincolo è la "proprietà pubblica delle reti" mentre la gestione può essere affidata al mercato con una sola eccezione. Nel paragrafo acqua viene scritto che non avrà solo la proprietà pubblica ma anche la gestione delle reti. 'E' il prezzo che Ds e Margherita hanno dovuto pagare a Rifondazione per l'accordo' scrive Marco Emanuele di 'Progetto Strategie', secondo cui si sta ancora cercando una formulazione adatta - che potrebbe essere "prevalente controllo pubblico" delle reti - visto che in alcune realtà la rete non è più interamente in mano pubblica e "non si torna indietro" hanno detto all'unisono Ds e Margherita. 'Fa bene l'Unione a muoversi sul piano segnalato da "Il Sole 24 Ore"' commenta Marco Emanuele che rilancia sull'importante compito che tutti noi abbiamo, se vogliamo essere "classe dirigente "dal basso, nel sollecitare quanti hanno scelto quelle opzioni perché le medesime si possano realizzare sul piano delle scelte operative; in questa direzione Emanuele ritiene importante mandare un chiaro segnale ai decisori legislativi ad "aggiustamento" delle opzioni previste nel decreto di delega ambientale. [AT]

Altre fonti: Contratto Mondiale sull'Acqua, Associazione progetto Strategie

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