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Acqua: dal basso per bloccare la privatizzazione
Responsabilità sociale d'impresa
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Da Napoli arriva una lettera aperta indirizzata ai rappresentanti istituzionali per chiedere la gestione "in house" del servizio idrico. Oggi è convocata l'assemblea dell'ATO 2 a cui partecipano 136 Sindaci che sono chiamati a pronunciarsi definitivamente rispetto alle tre possibilità di affidamento, nell'ambito delle possibilità previste dalla attuale legislazione nazionale ed Europea: affidamento diretto "in house", gara europea per la totale gestione del servizio o affidamento diretto a SPA mista, con partner privato scelto con gara europea.
Premesso che non esiste, né può esistere, nessun vincolo tecnico o normativo che impedisca la libera scelta degli amministratori locali verso una delle tre forme, il Comitato italiano per il Contratto Mondiale per l'acqua e la Rete di Lilliput sostengono la gestione diretta da parte del pubblico e una votazione palese durante i lavori dell'assemblea dell'ATO 2 per poterne tener conto nell'esercizio del proprio diritto di voto durante le prossime elezioni regionali ed amministrative.
E domani, 24 novembre a Roma si tiene un dibattito promosso dai Consiglieri Comunali di Roma dell'Associazione degli eletti per l'Acqua per interrogarsi se Acea, l'ex municipalizzata del comune di Roma ora in prima fila in ogni privatizzazione idrica in Italia, può ridurre in merce il bene comune acqua-energia. In una lettera scritta nel 2003 da Alex Zanotelli al Sindaco capitolino Walter Veltroni si richiamava il fatto che il Comune di Roma guadagni molto denaro, come azionista dell'Acea, grazie ai profitti ricavati dalla conquista del mercato dei servizi d'acqua in Albania, ad Erevan (Armenia), in Ungheria e nel Perù. Oltre a questo viene richiama l'applicazione delle disposizioni relative ai sistemi di valutazione, di controllo, e di partecipazione dei cittadini nella gestione delle società per azioni.
Intanto a livello europeo, la direttiva Bolkestein - dal nome del Commissario Europeo per la Concorrenza e il Mercato Interno dell' uscente commissione Prodi - arriva a fine novembre al vaglio del Consiglio dei Ministri Europei. Il gruppo di ricerca DAPSE (Democracy and Public Services in Europe) ha pubblicato uno studio sugli effetti della direttiva Bolkestein sui negoziati per la liberalizzazione dei servizi Gats elaborati all'intero dell'Organizzazione Mondiale del Commercio. La direttiva in oggetto riguarda una liberalizzazione completa di tutti i servizi all'interno dell'UE, ed è stata duramente criticata per le sue possibili conseguenze. Tra queste, il DAPSE fa notare come la competenza sui negoziati Gats verrebbe trasferita quasi interamente sulla Commissione, ancora più di quanto non accada oggi, quando la stessa Commissione è comunque chiamata a coordinare i lavori e le proposte dei diversi paesi membri, ad esempio tramite l'organo tecnico denominato Comitato 133. Questo significa che l'attuale potere di controllo ed indirizzo del Parlamento sui negoziati Gats, che già ora è assolutamente insufficiente, verrebbe praticamente azzerato, visto che lo stesso Parlamento Europeo non ha poteri per correggere la Commissione durante i negoziati in corso. In pratica i parlamenti nazionali e quello europeo, organi sovrani, eletti dai cittadini europei, non avrebbero più alcun potere in materie quali l'istruzione, la sanità, i trasporti, l'energia, le poste e telecomunicazioni, il trattamento dei rifiuti, la gestione delle acque.
Un'azione dimostrativa di "benvenuto" al nuovo Commissario al Commercio, l'inglese Peter Mandelson, è stata organizzata dalle quattro realtà più attive nel Network Seattle to Brussels. Un pupazzo raffigurante Mandelson, manovrato da un "lobbista delle multinazionali" è stato piazzato nelle vicinanze della Commissione, in occasione del primo giorno di lavoro della nuova Commissione Europea. L'azione ha lo scopo di denunciare gli stretti legami tra la stessa Commissione e i gruppi di lobby del mondo imprenditoriale. Nei giorni scorsi, oltre 100 Ong avevano scritto al Presidente della Commissione Barroso, chiedendo di agire per bilanciare l'eccessivo peso di queste lobby nell'influenzare le decisioni delle istituzioni europee. Una prima conferma del condizionamento di Mandelson è stata l'incontro con un gruppo di lobby dell'industria nel suo primo giorno da nouvo Commissario. Le Ong europee chiedono di porre fine a questi privilegi e di assicurare una maggiore trasparenza nel processo di negoziati sul commercio condotto a livello europeo ed internazionale. [AT]
Altre fonti: Contratto mondiale sull'acqua, Attac.it