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Acqua: dai territori al Forum per il bene pubblico
Responsabilità sociale d'impresa
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La Regione Campania ed i Comuni delle province di Napoli e Caserta (riuniti nell'ATO 2) stanno consegnando ai privati la gestione dell'acqua che arriva nelle case. Questa è l'accusa che i Comitati civici in difesa dell'acqua di Napoli-Caserta e Province rivolgono agli amministratori che in questi mesi invece di preoccuparsi per una buona qualità dell'acqua e di puntare ad abbassare le tariffe già salate, stanno mettendo l'acqua, che è un bene di tutti, nelle mani di poche società multinazionali il cui obiettivo è fare soldi sulla nostra sete.
Per questo i Comitati scendono in piazza mercoledì 13 settembre per esprimere il no alla privatizzazione e invitare la gente ad appendere fuori dalla finestra una bottiglia d'acqua di plastica vuota con questa scritta: "L'acqua è un bene di tutti ". L'appuntamento è in v.Ponte di Tappi a Napoli dalle ore 18,00 alle ore 21,00.
Appuntamento nazionale sarà invece a Firenze - sabato 17 settembre dalle 11.30 alla sede Arci di Via dei Ciompi 11
- il secondo incontro nazionale "Verso il Forum Italiano dei Movimenti per l'Acqua" ritenuto necessario per dare forza ai conflitti in corso nei diversi territori, per costruire collegamenti e reti fra le comuni battaglie in corso e per lanciare l'obiettivo della ripubblicizzazione dell'acqua sulla dimensione nazionale. Tra i protagonisti di questo percorso c'è Marco Bersani di Attac Italia che presenta l'incontro di sabato come momento di confronto programmatico. "Nel primo incontro a Cecina si è valutata la convergenza di vari enti e movimenti ma ora si cercherà di organizzarsi con gruppi di lavoro per definire il programma di un futuro forum e per l'allargamento della Rete in modo che tutte le realtà che si stanno impegnando per il bene comune acqua possano portare la propria esperienza, evidenziando la partecipazione sui territori". E' sui territori si stanno gia costituendo dei tavoli regionali dell'acqua come già in Toscana o Lazio e a breve in Campania e in Lombardia. Il Forum prevede una consultazione popolare in modo che ciascuno si pronunci su cosa sono gli obiettivi del forum. Rispetto al rapporto con la politica istituzionale, per Bersani "il modo migliore per attraversarla è continuare a porre i propri temi con continuità, vivendo i territori nell'obiettivo di condurre le campagne in un dialogo dialettico con chi governa, ma dichiarando che non c'è nessuna delega".
E da Riccardo Petrella - fondatore del Contratto mondiale per l'acqua e dei Forum alternativi degli ultimi anni - arriva una lettera aperta per presentare il suo nuovo incarico assunto, la presidenza dell'Acquedotto Pugliese con il mandato di farne un'agenzia pubblica del bene comune, un laboratorio di cultura dei beni comuni a livello non solo del Mezzogiorno ma anche del Mediterraneo. L'Acquedotto Pugliese é dal 1999 una Società per Azioni, a capitale interamente pubblico ma i cui investimenti sono diventati sempre più finanziati da capitali reperiti sui mercati finanziari italiani ed internazionali. Inoltre la SpA AQP può acquisire o vendere partecipazioni in altre imprese operanti in Italia o all'estero anche al di fuori del campo dell'acqua. Per questo motivo la ripubblicizzazione dell'Acquedotto Pugliese è stato uno dei temi preferiti di Nichi Vendola, neopresidente eletto della Regione Puglia. "E' un'illusione quella di pensare che le multi-utilities con partecipazione pubblico privato siano una soluzione di rimodernizzazione dei servizi "pubblici" - spiega Petrella nella lettera che assicura che continuerà il suo impegno nell'Università del Bene Comune e nel Comitato Internazionale per il Contratto Mondiale dell'Acqua.
Intanto nel marzo 2006 Città del Messico sarà teatro del terzo Foro Mondiale dell'Acqua. Una scelta non casuale quella della capitale della Repubblica messicana, che la Banca Mondiale, il "vero padrone di casa" dell'iniziativa, vuole presentare come una stella in più nel proprio firmamento. È di poche settimane fa, infatti, l'annuncio di un nuovo prestito - l'ennesimo - della Banca al Governo messicano, per l'ammodernamento dei propri impianti e per promuovere politiche di potabilizzazione. 25 miliardi di dollari, che non sono - però - a fondo perduto. Tutt'altro. Luis Hernandez Navarro, dalla colonne del quotidiano La Jornada, ammonisce: "Molti dei prestiti concessi dell'istituzione finanziaria al Messico hanno posto come condizione la privatizzazione ed il recupero del costo totale dell'acqua", ovvero un aumento della tariffe che mette potenzialmente "fuori mercato" milioni di contadini e indigeni in tutto il Paese. La nuova Legge sulle Acque Nazionali, approvata nel 2004, rappresenta, secondo la Banca Mondiale, "una opportunità unica per rafforzare il processo di riforma"; Navarro, invece, ritiene che essa "affini i meccanismi per conseguire l'esclusione della popolazione del processo decisorio sulle politiche e la gestione reale del liquido", trasferito alle grandi imprese.
Ormai, in Messico, dopo vent'anni di liberismo e 13 dalla prima Legge che apriva la privatizzazione del settore, le imprese gestiscono il 20% dei sistemi acquedottistici municipali. Solo Ondeo - una filiale di Suez - controlla un mercato di sette milioni e mezzo di persone [tra cui le città di Monterrey, Ciudad Juárez, Puebla, Laredo, Aguascalientes, Piedras Negras e Ciudad Acu㱀a; dopo il 2002, con l'acquisto di Azurix, una sussidiaria di Enron, ha ottenuto la concessione del servizio idrico di Cancun, di una parte della Città del Messico e delle città di Le㳀n, Torre㳀n e Matamoros, nel nord del Paese].Una privatizzazione 'galoppante', che avanza seguendo un percorso che la rende ancora più pericolosa: "Una strategia atomizzante degli ambiti di conflitto e negoziazione dell'acqua - segnala Andrés Barreda, dell'Università Nazionale Autonoma del Messico [Unam] -, data la quale la gestione dell'acqua a livello urbano è di pertinenza dei municipi, mentre l'acqua 'rurale' viene gestita dai numerosi piccoli sistemi di irrigazione che esistono nel Paese. Così - continua Barreda - le imprese che risultano incaricate di gestire il servizio sono apparentemente di piccola dimensione, e la gente crede di trattare, nei propri municipi, con compagnie locali, senza rendersi conto del fatto che queste sono invece una delle mille facce di un'impresa transnazionali multi-servizi, un'impresa che sa usare con abilità invidiabile la sub-contrattazione". [AT]
Fonte: Contratto mondiale sull'acqua, Attac
Approfondimenti: Quaderno di Attac - Con l'acqua alla gola, la privatizzazione dei servizi idrici