Acqua: carovana in Bolivia per i beni pubblici

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Prende il via a La Paz la Carovana internazionale "Mayaki" con una conferenza stampa e un incontro con i movimenti boliviani a due anni dalla rivolta popolare. La tappa della seconda giornata è El Alto, città simbolo della resistenza indigena nelle mobilitazioni che hanno impedito nel 2003 la privatizzazione del gas, e nel 2004 hanno tolto dalle mani della multinazionale francese Lionnays des Eaux e dalla spagnola Abengoa le risorse idriche di El Alto. Nel cimitero di Tarapacà e di Villa Ingenio si tiene l'incontro con le famiglie delle vittime della "Guerra gas" che chiedono giustizia per i loro figli assassinati e stanno promuovendo una pressione per portare in giudizio l'ex Presidente della Bolivia Sanchez de Lozada e i suoi Ministri, responsabili del massacro del 2003.

Mayaki in lingua Aymara significa "siamo una sola cosa" e vuole dare un significato di unione dei movimenti internazionali nel lottare insieme. Con una lettera dal forte richiamo, gli esponenti indigeni hanno scritto ai "fratelli italiani" ricordando la destituzione del presidente Gonzalo Sánchez de Lozada nell'ottobre 2003 perchè aveva venduto la patria e massacrato la gente. "Se, come dicono i nostri fratelli zapatisti, siamo in guerra con questo mondo, la nostra lotta è stata per terre e territori, per salute, educazione e lavoro, per il diritto al beneficio collettivo della ricchezza naturale". Infatti negli ultimi cinque anni i movimenti indigeni e sociali della Bolivia hanno lottato per difendere i loro più elementari diritti. Nell'aprile 2000 a Cochabamba hanno difeso il diritto all'acqua impedendo le privatizzazioni imposte dalla Banca Mondiale e dalla multinazionale statunitense Bechtel. Nel 2003 e nel 2005 hanno impedito l'applicazione delle misure imposte dal Fondo Monetario Internazionale e la svendita delle riserve di gas del Paese alle multinazionali. La Nazionalizzazione degli idrocarburi, la difesa dei beni comuni e l'Assemblea Costituente sono le richieste avanzate nel corso di questi anni.

Nella città di El Alto è arrivata nelle scorse settimane anche Danielle Mitterrand, vedova dell'ex-presidente francese Fran㧀ois Mitterrand e fondatrice della Fondazione France Liberte che con una delegazione ha visitato l'America Latina per promuovere il concetto dell'acqua come un bene pubblico, e protestare contro la privatizzazione dell'acqua e le società che gestiscono i sistemi fognari. Attraverso massicce proteste di strada, a gennaio, gruppi della società civile hanno costretto il governo a cancellare il suo contratto con la società francese Suez-Lyonnaise des Eaux, che amministrava la compagnia dell'acqua. I movimenti sociali di El Alto, che conta una vasta popolazione indigena di 800.000 persone, hanno accusato la compagnia francese di aver violato il contratto e di imporre tariffe ingiustificatamente alte. La società è stata inoltre accusata di non aver mantenuto la sua promessa di investire 800 milioni di dollari nella costruzione di un impianto per il trattamento dell'acqua, di scaricare rifiuti nel Lago Titicaca e di impedire a molta gente l'accesso all'acqua. Ed ecco che per sostenere concretamente questi risultati ottenuti la Fondazione France Libertes farà da intermediaria perché la società pubblica per la gestione dell'acqua nella città centrale di Cochabamba si assicuri la consulenza delle città francesi di Parigi e Grenoble.

La delegazione ha terminato il suo viaggio sudamericano in Uruguay, paese dove con un referendum popolare lo scorso anno, il 64,7 per cento degli elettori uruguayani hanno votato a favore dell'introduzione di un emendamento costituzionale secondo cui "l'acqua è una risorsa naturale essenziale per la vita" e l'accesso alle condotte d'acqua e ai servizi fognari è un "diritto umano fondamentale". La riforma costituzionale definisce inoltre l'acqua come un bene pubblico e assicura la partecipazione della società civile ad ogni livello di gestione delle risorse d'acqua nel paese. In base alla nuova clausola, l'acqua distribuita tramite condotte verrà fornita "esclusivamente e direttamente da enti di proprietà legale dello stato", e le concessioni a ditte private devono essere cancellate. Ciò ha sollevato questioni relative ai contratti stipulati con le società spagnole Uragua e Aguas de la Costa, che stavano già operando nella provincia sud-orientale di Maldonado. Tuttavia, il governo di sinistra di Tabaré Vázquez, entrato in carica lo scorso anno, ha emesso un decreto che permette alle compagnie di continuare ad operare a Maldonado, poiché la riforma costituzionale non è retroattiva. Alla fine, il governo ha ritirato la concessione alla società Uragua per violazione del contratto e per non aver investito nelle opere fognarie come promesso.

Intanto a Napoli continua la protesta del Comitato civico per l'acqua che attraverso il sito delle Rete di Lilliput invita a unirsi allo sciopero della fame finalizzato al ritiro della delibera sulla privatizzazione dell'acqua del 23 novembre 2004 votata dalla
"maggioranza" dei 136 comuni dell'Ato2 Napoli-Caserta che decreta la privatizzazione del servio idrico .

"Visto che rimaniamo inascoltati dalle Istituzioni e dai partiti politici e convinti che l'acqua debba rimanere fonte di vita e non di lucro, con Alex Zanotelli abbiamo avviato la ricerca di adesioni per lo sciopero della fame in difesa dell'acqua" ha dichiarato Salvatore Carnevale. Le adesioni possono essere di due tipi: adesione morale e di partecipazione attiva con il digiuno. [AT]

Altre fonti: Asud

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