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Acqua: Bolivia, patto sociale e denuncia Bechtel
Responsabilità sociale d'impresa
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Si è conclusa una settimana di grandi eventi, caratterizzati dalla speciale presenza a Roma di alcune fra le personalità politiche di maggiori spicco del Sud America: dai nobel per la pace ai portavoce dei movimenti sociali. Lunedì 28 novembre, al Campidoglio, viene ufficializzato il Patto di Amicizia e Solidarietà fra il Municipio capitolino e il Municipio di Achacachi. L'evento è il concreto risultato della Carovana Internazionale "Mayaki", organizzata in Bolivia a ottobre dall'organizzazione 'A Sud', a cui hanno preso parte giornalisti, politici ed attivisti di Italia, Spagna, Ecuador, Colombia e Stati Uniti. Tra questi anche la Vicepresidente del Consiglio Comunale di Roma Monica Cirinnà e il consigliere comunale Nunzio D'Erme, che hanno conosciuto il popolo indigeno Aymara della città di Achacachi, nella Provincia di Omasuyos, un Municipio che tradizionalmente basa la sua vita societaria sui valori della democrazia partecipata, della reciprocità e della giustizia comunitaria.
Da cinque secoli simbolo di una lotta per la resistenza e la tutela della propria terra - una lotta che l'ha visto opporsi alle invasioni dei conquistadores spagnoli prima, oggi alla forza economica di multinazionali prevaricatrici di ogni diritto civile, ambientale e soprattutto umano - il popolo Aymara ha accolto la Carovana Mayaki nella più alta ufficialità. Invitandola ad entrare in via eccezionale nei suoi territori, solitamente chiusi ad ogni contatto straniero, la Carovana è stata protagonista di una suggestiva cerimonia durante la quale sono state ricordate le vittime della sanguinosa "Guerra del Gas", di cui, in quelle giornate d'ottobre, ricorreva il secondo anniversario. In seguito al "Patto di amicizia e solidarietà" fra il Municipio della città di Achacachi (Repubblica Boliviana) e il consiglio comunale della città di Roma due Parti provvederanno annualmente a definire le varie attività. Nel 2005 e nel 2006 Roma sosterrà Achacachi nel rafforzamento dei processi di autonomia e sovranità alimentare per la diminuzione della povertà e della dipendenza economica, attraverso un progetto che prevede la costruzione di un sistema di irrigazione atto ad ottimizzare la produzione agricola della zona e l'aumento della popolazione locale di accedere al servizio idrico.
E proprio sul servizio idrico la Bolivia ha ricevuto una denuncia dalla multinazionale Bechtel per mancato guadagno nel processo di privatizzazione dell'acqua. Dopo le forti pressioni internazionali, la Bechtel ha chiesto due settimane di tempo per decidere se ritirare la denuncia. Da parte dei movimenti boliviani per la difesa dell'acqua, l'attivista Oscar Olivera ha annunciato che se la Edison non farà marcia indietro - avvertono - "partiranno le mobilitazioni": in Bolivia, negli Stati uniti, in Spagna - dove ha sede la Abengoa, che sta tentando un analogo procedimento, e in Italia. Ma perché si parla della italiana Edison? La Edison detiene il 27% del consorzio Aguas del Tunari che è fialiale Bechtel nel processo di privatizzazione boliviano. A sua volta il pacchetto di Edison è per il 50% nelle mani di EDF il gestore dell'energia francese che produce il 20% dell'energia europea - e per l'altro 50% nelle mani di AEM che ora sta trattando con il gestore delle acque della città di Milano, la Mm, (metropolitana Milanese) società pubblica che, cedendo le reti, riceverebbe in cambio delle azioni che porterebbero Palazzo Marino al 47% del capitale di AEM, con soddisfazione dell'attuale sindaco Albertini.
Ad Oscar Oliveira, portavoce della Coordinadora dell'Acqua è arrivata la solidarietà dei movimenti italiani. Con un incontro di confronto è stato espresso sostegno da Emilio Molinari e Paolo Rizzi del Contratto mondiale sull'acqua, Marco Job della Ong Cevi e Giuseppe De Marzo dell'associazione A Sud.
"Concordiamo che il forum Caracas il prossimo 24 gennaio sarà l'occasione per fare insieme un seminario e rilanciare un coordinamento di realtà latino americane e europee, vista la grande responsbilità che hanno le nostre multinazionali nei processi di privatizazione nell'america del sud. Il caso Edison che detiene il 27% del consorzio Aguas del Tunari, ci da lo spunto per ricollocare la vertenza boliviana con la realtà italiana". Oscar apprezza le informazioni e si rafforza nell'idea che la battaglia è comune, decidiamo di aspettare la risposta di Edison e poi agire di conseguenza . [AT]
Fonti: Comitato italiano per il Contratto Mondiale sull'acqua, A Sud
Altre fonti: Il Manifesto